Intensa è stata l’attività del personale della Polizia di Stato impegnato sul fronte del contrasto all’immigrazione clandestina.
Cittadini nigeriani, marocchini, algerini e sudanesi, all’esito di una capillare attività di controllo del territorio, sono stati messi a disposizione dell’Ufficio Immigrazione della Questura di Imperia che, negli ultimi giorni, ha espulso 13 soggetti irregolarmente presenti sul territorio nazionale. Tutti con una propria storia alle spalle, arrivati in Italia con il miraggio di un una “terra promessa”, ma che sono finiti ad ingrossare le fila della criminalità diffusa.
Emblematico il caso di un marocchino, di 25 anni, giunto in Italia nel 2015, regolare sul nostro territorio avendo ottenuto – all’atto del suo ingresso – un permesso di soggiorno; tuttavia, appena un anno dopo, il giovane viene arrestato per ricettazione, rapina, porto d’armi e spaccio di stupefacenti. Scontata la sua pena, la sua condotta non migliora affatto, e si rende colpevole di ulteriori reati contro il patrimonio. Ormai irregolare sul nostro territorio, data la revoca del permesso di soggiorno originariamente concesso, riesce ad arrivare fino a Nizza, eludendo i controlli alla frontiera italo/francese.
Tuttavia, la polizia francese lo identifica e lo mette a disposizione della Questura di Imperia che, stavolta, lo allontana definitivamente dal territorio nazionale, eseguendo un’espulsione coattiva alla frontiera e quindi imbarcandolo, con l’ausilio degli operatori di polizia deputati alle scorte internazionali, su un volo diretto a Casablanca.
La storia del giovane marocchino rimpatriato è , purtroppo, simile a quelle di molti altri stranieri espulsi nei giorni scorsi.Un altro marocchino, 27 anni, sbarcato, nel 2014, , a Lampedusa è stato espulso per aver commesso un furto con scasso ai danni di un benzinaio.Ancora due nigeriani, di 27 e 36 anni, sorpresi dalla Polizia di Frontiera di Ventimiglia con documenti contraffatti, sono stati allontanati dal nostro territorio.Un algerino 52enne, infine, entrato nel 1991 in Italia, all’epoca aveva chiesto e ottenuto un permesso di soggiorno per lavoro subordinato come giardiniere, continuando a rinnovarlo fino al 2014, anno in cui, dopo aver perso il lavoro, non ha più potuto chiederne il rinnovo.
C.S.