“Forza Italia sono io”. Disse Claudio Scajola, lo scorso 17 febbraio, durante la conferenza stampa con cui annunciava la sua candidatura a sindaco di Imperia. A distanza di un mese e mezzo, tale affermazione, almeno sul piano locale, non sembra esser stata smentita. Non tanto per quanto riguardo la rappresentatività all’interno del partito di Silvio Berlusconi, che a Reggio Calabria ha ben specificato il tipo di rapporto che intercorre tra i due, ma piuttosto il peso, o forse il timore, che Claudio Scajola ha saputo incutere ai suoi stessi compagni di viaggio in questi anni di centrodestra imperiese. Nessuno sembra essere disposto a scontrarsi con lui, suo nipote Marco, coordinatore provinciale del partito, sta incassando da tempo un no dopo l’altro (Antonio Parolini, Lucio Carli, Piera Poillucci, Antonello Ranise, Claudio Baudena, Enrico Lauretti, Gianfranco Gaggero, etc…) e vede pian piano allontanarsi gli amici di una volta che vedono nello zio, ormai 70enne, un sicuro porto dove attraccare la propria barca.
C’è chi ipotizza che, nelle segrete stanze di villa Ninina, zio e nipote, probabilmente alle spalle del presidente della Regione Giovanni Toti abbiamo trovato un accordo di non belligeranza. La presenza di Scajola junior alla convention dello zio alla Camera di Commercio, infatti, non sarebbe piaciuta a molti dei militanti forzisti che avrebbero sollevato dubbi sulla sua linea politica del coordinatore provinciale. Non bisogna dimenticare che il suo omologo leghista Giulio Ambrosini è stato costretto alle dimissioni per volontà addirittura di Matteo Salvini. Un atteggiamento attendista, quella dell’assessore regionale all’urbanistica, che starebbe facendo perdere la pazienza a Toti che, dopo Pasqua, dovrebbe indicare la linea del partito parlando di candidati e di simboli.
Dal canto suo la Lega ha posto un aut aut a Forza Italia: entro la fine della prossima settimana il centrodestra unito (Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia) deve avere un candidato sindaco da contrapporre a Claudio Scajola. Il Carroccio avrebbe presentato la candidatura di Luca Lanteri, ex vice sindaco e assessore all’urbanistica nella giunta Sappa e Strescino, con un passato nelle fila di Forza Italia ma dopo le dimissioni è stato uno dei grandi sostenitori dell’amministrazione Capacci fino a quando ha deciso di correre alle scorse elezioni regionali contro il centrodestra Totiano, nelle fila di “Liguria Cambia”, a sostegno di Raffaella Paita (PD). Lanteri è lo stesso che nel 2003 sorvolò in elicottero Imperia, in particolare la zona portuale di San Lazzaro e l’ex Italcementi, insieme a Claudio Scajola, Francesco Bellavista Caltagirone e il banchiere Gianpiero Fiorani per parlare di possibili investimenti sul territorio.
Nel caso in cui Toti non dovesse digerire la candidatura di Lanteri potrebbe essere Marco Scajola a scendere in campo in prima persona così come auspicato dalla base forzista che vede in lui il futuro del partito. Una scelta difficile che potrebbe compromettere la possibilità di una carriera da Parlamentare per il giovane rampollo della famiglia Scajola. Rimane sul tavolo anche la candidatura dell’esponente di Fratelli d’Italia Alessandro Casano, inviso però alla parte più moderata del centrodestra per alcune sue prese di posizione sui migranti.
In casa PD e socialisti, che saranno nuovamente alleati, la situazione sembra ancora in divenire anche perché c’è sempre l’incognita Carlo Capacci. Il sindaco uscente afferma da tempo di volersi ripresentare ma i “bene informati” parlano di una forte indecisione anche a fronte della compravendita di parte della sua azienda, la Uno Communications. Il PD sarebbe, appunto, disposto a dialogare con gli ex esponenti di “Imperia Cambia”, il vice sindaco Guido Abbo e l’assessore Enrica Fresia in primis, per trovare una candidatura che non sia espressione di quel centrosinistra che, da solo, il prossimo 10 giungo rischia di non arrivare al ballottaggio. “Conditio sine qua non” il passo indietro di Carlo Capacci per dare spazio al suo attuale vice, Guido Abbo.
Per quanto riguarda il M5S, la candidata in pectore è sempre Maria Nella Ponte (Hellory). Artista e impiegata di banca part-time, sostenuta dal coordinatore provinciale Fabrizio Rovelli, attende la certificazione della lista da parte dello staff del Movimento Cinque Stelle. La Ponte non sembra impensierire particolarmente gli avversari politici probabilmente per la mancanza di un passato amministrativo ma i grillini, cosa da non dimenticare, alle scorse elezioni politiche del 4 marzo hanno raggiunto il 28% dei consensi in città.