23 Dicembre 2024 15:56

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DA FIGLIO DI PAPÀ A MISSIONARIO TRA I POVERI. ARRIVA A IMPERIA FRA’ BIAGIO:”A 26 ANNI PENSAVO SOLO ALLA DISCOTECA E AGLI AMICI, POI…”/LA STORIA

In breve: E' sbarcato a Imperia Fra Biagio Conte, palermitano, 57 anni, missionario noto alle cronache nazionali per aver dato vita alla "Missione di Speranza e Carità"

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E’ sbarcato a Imperia Fra Biagio Conte, palermitano, 57 anni, missionario noto alle cronache nazionali per aver dato vita alla “Missione di Speranza e Carità”, con l’obiettivo di combattere le drammatiche situazioni di povertà ed emarginazione del capoluogo siciliano. Una storia tutta da raccontare quella di Fra Biagio, che a 26 anni, ragazzo come tanti, la discoteca, gli amici, i vestiti firmati, la musica, ha deciso di lasciarsi tutto alle spalle e di iniziare una nuova vita, dedicata esclusivamente ai più bisognosi. 

In occasione del primo allontanamento da casa, nel maggio del 1990, la storia di Biagio Conte finì addirittura nel programma tv Chi l’ha Visto? Venne ritrovato un anno dopo la sua scomparsa ad Assisi. Proprio davanti alle telecamere della Rai comunicò ai genitori l’intenzione di dedicare la propria vita alla missione.

Diviso tra il sostegno ai poveri e ai bisognosi nella sua Palermo, in particolar modo nella stazione centrale, e le missioni in tutto il mondo, Fra Biagio è diventato soggetto di un film che racconta la sua vita, Biagio, Controcorrente, del regista palermitano Pasquale Scimeca.

Nella vita di Fra Biagio anche un miracolo, riconosciuto come tale dalla Chiesa. Costretto per anni su una sedia a rotelle a seguito delle fatiche delle missioni, nel 2014 ha ripreso a camminare dopo un’immersione nelle acque di Lourdes. La Curia di Palermo ha ufficialmente dichiarato che ritiene si tratti di miracolo.

Imperiapost ha incontrato Fra Biagio Conte, in viaggio a piedi verso la Francia, all’interno del Duomo di Porto Maurizio.

 “Io, Frate Biagio, vivevo una vita comune come tutti, ero nel mondo in piena società. Fino ai miei 26 anni, dal 63 sino agli anni 90, ero un giovane che correva per le vie, amici, discoteca. Un giovane come tanti. Ho vissuto gli anni 70, 80, 90, in piena città, in una metropoli, a Palermo. Mi muovevo, si mi spostavo anche, però ho cominciato a vedere una società che pensa troppo a se stessa, troppo materialismo, troppo consumismo.

Questo mi ha fatto male, vedere anche un divario enorme, chi troppo e chi niente, chi rimane ai margini agli angoli della strada. Li vedevo alla stazione, nei giardini, sulle panchine, questo mi ha toccato profondamente. 

Li ho cominciato un momento di forte crisi, ho cominciato a staccare con gli amici, i divertimenti, le comodità. Ho voluto condividere con i poveri, ma ancora non avevo il coraggio, non sapevo in che modo.

Da qui comincia un percorso, un cammino, che mi ha portato a maturare una conversione, un cambiamento profondo tale che tutti mi avevano abbandonato. Quando parli dei poveri , dei problemi sociali, quando parli di società che vanno nella direzione del consumismo, non sei capito. Allora ecco che qui sento di dover lasciare tutto, di staccarmi dalla società. Tutti mi hanno abbandonato, ma il buon Dio no.

Da allora tutto si colora, tutto si riscalda, tale che porto anche il verde, il colore verde, la speranza, il verde oliva. Da allora sento nel cuore di portare il messaggio a tutti, con un sorriso, per dare conforto, dare speranza.

Come anche dice Papa Francesco, non vi fate togliere la speranza. Da qui inizia un cammino che mi ha portato a vivere con i poveri, per strada, sotto i portici della stazione, in ogni città e luogo.

Sento ancora oggi di portare questo messaggio per dire, facciamo qualcosa, non possiamo lasciare indietro i più deboli, non è giusto.

A Palermo nascono tre comunità, Missione, Speranza e Carità , accogliamo tanti fratelli e tante sorelle. Da qui ci sono alcuni momenti che mi fanno scoraggiare, momenti ancora di difficoltà, ecco che il buon Dio mi chiama a portare il messaggio di pace e speranza.

Sono due anni che sto attraversando le regioni d’Italia. L’ultima è proprio la Liguria e sento di andare anche nell’Europa. Sto raggiungendo il confine, attraversando tutte queste regioni, paesi e città, ringrazio tutti coloro che ci hanno soccorso e aiutato.

Noi chiediamo poco, non chiediamo tanto, la sera, dove arriviamo, chiediamo alla parrocchia, al convento, alla Caritas o agli Scout e devo dire che ci vengono in soccorso.

Siamo proprio qua a Imperia e tramite il Duomo voglio dare il saluto anche al Vescovo Guglielmo Borghetti

Saremo ospiti a Imperia dei Cappuccini, ci hanno dato la disponibilità e avremmo il tempo di partecipare alla messa e stasera ci alloggeranno. Mangeremo, perché mangiamo la sera successiva, è un cammino penitenziale e raggiungeremo poi il confine per entrare in Europa dallo stato della Francia, dove vogliamo portare il messaggio anche li. Lo sento nel cuore, continuiamo a sperare.

Quando ho avuto la mia vocazione sono scomparso, non ho dato più notizie, ho vissuto da eremita all’interno della Sicilia. Nel 91 mi avviai in un lungo cammino sino ad Assisi da San Francesco. Ora stravedo per le figure di San Francesco, Madre Teresa di Calcutta, il beato Padre Pino Puglisi, figure che mi toccano profondamente.

Quando ora incontro i giovani, dico a loro che siete il futuro, la speranza, chi deve migliorare il mondo siete voi. Devo dire che ascoltano. ‘Si lo faremo’ mi dicono.

Prima ero fan di cantanti, calciatori, ma se mi dite ora di chi sono fan, ecco di Gesù, di San Francesco, Madre Teresa, Padre Pino Puglisi, queste sono le figure che mi sconvolgono. I giovani ascoltano, sono solidali. Il momento è difficile, ma anche i malati che incontro, i disabili, le famiglie, mi ascoltano. Ma non solo, la solidarietà noi la riceviamo anche dai cittadini che in Italia sono fratelli Musulmani, ci vengono incontro, ci danno da mangiare. Oppure Ortodossi, Evangelisti, Fratelli Ebrei, devo dire che c’è solidarietà.

Anche chi non crede, l’altro giorno un giovane mi ha detto ‘io non credo ma rispetto quello che fai’. Insieme, tutti insieme possiamo costruire un mondo migliore, io ci credo e spero tanto in questo. Lo voglio trasmettere a tutti”.

NEL 2014 ERA SULLA SEDIA A ROTELLE, POI UN MIRACOLO, RICONOSCIUTO ANCHE DALLA CHIESA, ED E’ TORNATO A CAMMINARE. COSA CI PUO’ RACCONTARE?

“Si, io non mi sono riguardato, durante la missione c’è tanto lavoro, ci sono tante emergenze, non mi sono riguardato e ho avuto il crollo delle vertebre. Gli ultimi tre anelli della colonna vertebrale, la neuropatia mi ha bloccato totalmente in sedia a rotelle. Sono stato 5 anni bloccato. I medici, con i volontari, mi hanno coinvolto e mi hanno portato a Lourdes. A Lourdes il bagno nella vasca, che quasi non volevo fare, ma il penultimo giorno mi hanno convinto e adesso non cammino, volo veramente.

Ho promesso al buon Dio e a Maria che io andrò a ricambiare con i miei piedi. Questa grazia è stata 4 anni e mezzo fa e ora si sta realizzando. Attraversando la Francia mi dedicherò anche a Lourdes e poi attraverserò la Spagna e poi ho anche a cuore l’Africa e spero di portare un messaggio anche li, a dare un saluto ad un popolo, come tutti i popoli. Ho anche a cuore, ci tengo a incontrare il Sultano.

VIAGGIA DA SOLO MA È SEMPRE IN COMPAGNIA DI PERSONE CHE SI DANNO IL CAMBIO?

“Sono religiosi o laici, o anche padri di famiglia con il permesso della moglie, come ad esempio Filippo. Non mi lasciano solo. Io vado solo , ma loro si danno il cambio, chi fa un mese chi due mesi, si danno il cambio e si prosegue, portando questo messaggio di pace e speranza. È condiviso con tutti, è una fratellanza con tutti. Questo è il messaggio profondo, siamo tutti preziosi, siamo tutti fratelli e sorelle”.

UN INCONTRO INASPETTATO…

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