“Ho letto con attenzione il comunicato del Sig. Russo e, essendo entrato nella squadra di Claudio Scajola, per mettere a disposizione di Imperia la mia esperienza di quindici anni nel campo dei rifiuti, sono lieto di rispondergli che una sostanziosa bozza di programma è già pronta e verrà diffusa nei prossimi giorni.
Non è un caso che il programma di “Con Claudio per Imperia” abbia inserito la parola “pulita” come primo dei cinque punti su cui si fonda il suo programma per l’amministrazione di Imperia.
Poiché credo che il nostro fine sia lo stesso, ovvero quello di garantire un futuro migliore ai nostri posteri, sarò lieto, signor Russo, di incontrarla, non appena il nostro programma sarà pubblico, per poterci confrontare direttamente sul tema”.
Così Ivan Gianesini, già esponente della sinistra imperiese e oggi dirigente nel settore dei rifiuti, candidato con Claudio Scajola, alle prossime comunali, nella lista civica Imperia Insieme, replica alle dichiarazioni dell’ex consigliere Antonio Russo, sul tema dei rifiuti.
Gestione rifiuti a Imperia: la nota stampa di Ivan Gianesini
“Venendo ai punti da lei elencati, provo a dirle, sommariamente, quanto penso, partendo dal presupposto che, prima di intraprendere qualsiasi atto, è fondamentale coinvolgere e sensibilizzare i cittadini.
Quanto al porta a porta (di cui al suo punto 1), non può e non deve essere calato dall’alto in modo omogeneo, ma deve essere studiato a seconda della morfologia del quartiere/borgo/frazione e delle loro caratteristiche socio- economiche: in poche parole, il porta a porta di Oneglia centro non può essere lo stesso delle Ferriere o di Montegrazie.
Come lei giustamente dice, quello del compostaggio è un problema annoso. L’idea di recuperare l’organico può valere solo per chi ha “la campagna”, o un giardino o un orto; ma, come è dimostrato dal mercato, il compost non ha acquirenti e quindi finisce in discarica. Questo non è per forza un male, ma scenderemmo troppo nel tecnico: affronteremo in altra sede il problema del rifiuto organico non prodotto in campagna.
Anche quello del riciclaggio è un tema complesso, perché noi possiamo anche differenziare al cento per cento, ma se poi i rifiuti differenziati non trovano un mercato o qualcuno che li compri, allora il problema si complica: ci troveremmo con del materiale valido ma invenduto, ottenuto con costi alti e che dunque non rende. Quindi, prima va gestita la “vendibilità” del rifiuto differenziato e poi il riciclaggio.
Per quanto riguarda la riparazione e il riuso non ci sono problemi, se non la diffidenza delle persone ad acquistare rifiuti anche quando essi siano riparati, sterilizzati e fruibili.
Qui dovrebbe partire una campagna di sensibilizzazione, anche se, ahinoi, la strada è ancora molto lunga.
I centri di ricerca e progettazione di cui parla al punto 9 sono molto diffusi in Italia; bisognerà capire se la quantità di rifiuti differenziati permetterà di sostenere la spesa per realizzarne uno in loco o se, invece, non sarà meglio affidarsi a terzi.
In sintesi, signor Russo, sono d’accordo con lei: l’azzeramento dei rifiuti, traguardo oggi lontano, è un obiettivo su cui si deve puntare, se si vuole fare qualcosa di concreto per le generazioni a venire. Come vede, i nostri obiettivi sono molto vicini. Parliamoci”