Il Pm Giovanni Polizzi della Procura di Milano ha chiesto il processo per l’ex procuratore di Aosta Pasquale Longarini, attualmente in servizio presso il Tribunale di Imperia, per l’imprenditore Gerardo Cuomo, titolare del Caseificio Valdostano e per Sergio Barathier, titolare dell’albergo Royal e Golf di Courmayeur, nell’ambito dell’inchiesta per favoreggiamento, rivelazione del segreto d’ufficio e induzione indebita.
Per Pasquale Longarini l’accusa mossa dalla procura della Repubblica di Milano è di aver fornito informazioni a Gerardo Cuomo per risolvere problemi di tipo giudiziario o amministrativo in cambio di promesse di utilità.
“Le indagini hanno consentito di accertare come a fronte della sollecita disponibilità nei confronti dell’amico imprenditore, Longarini abbia ricevuto dallo stesso, oltre a forniture di prodotti caseari, quantomeno favori se non delle vere e proprie remunerazioni, come nel caso del viaggio in Marocco“ ha scritto il gip nell’ordinanza di custodia cautelare.
Il 30 gennaio scorso 2017 Longarini era stato posto agli arresti domiciliari (poi revocati a marzo). Ha sempre negato con forza ogni addebito, definendo l’arresto “un fulmine a ciel sereno” e affermando la propria “totale estraneità ai fatti”, specificando che il legame con l’imprenditore Cuomo era di semplice amicizia.
Longarini era stato assegnato al Tribunale di Imperia dopo il reintegro disposto dal Consiglio Superiore della Magistratura che aveva accolto il ricorso presentato dallo stesso Longarini contro il provvedimento di sospensione. La legale di Longarini, Anna Chiusano, aveva dichiarato: “Non esistono sufficienti elementi tali da renderlo fuori ruolo fin tanto che non verrà celebrato il processo”.
Nel curriculum professionale di Longarini, che a Imperia svolge l’incarico di giudice civile, anche un caso giudiziario noto alle cronache nazionali, il delitto di Cogne. Fu proprio Longarini, infatti, insieme alla collega Stefania Cugge, ad occuparsi dell’omicidio del piccolo Samuele e a chiedere la condanna della madre, Anna Maria Franzoni.