A Taggia i cittadini non si rassegnano all’apertura del biodigestore in regione Colli e per questo ieri sera hanno organizzato, in collaborazione col MoVimento 5 Stelle di Sanremo, un incontro per spiegare le ragioni del loro NO.
Alla serata sono intervenuti la consigliera comunale Paola Arrigoni, la deputata dott.ssa Leda Volpi, il deputato Matteo Mantero ed il consigliere regionale Marco De Ferraris. Doveva intervenire il giurista ambientale Marco Grondacci fermato però, dall’influenza, la sua relazione è stata quindi letta dalla signora Arrigoni.
Presenti alla serata anche il sindaco di Taggia Mario Conio, la sua vice Chiara Cerri ed alcuni membri dell’opposizione l’ ex vice sindaco Mario Manni e Roberto Orengo. In sala tra il pubblico era presente anche la candidata sindaca di Imperia per il MoVimento Maria Nella Ponte.
Sala gremita a Taggia, oltre agli attivisti erano presenti molti semplici cittadini, a testimoniare il reale interesse e le reali preoccupazioni che suscita il progetto del biodigestore che dovrebbe nascere sul territorio del comune.
La serata è iniziata con Paola Arrigoni che, facendo le veci di Grondacci, ha letto la sua relazione divisa in nove punti andando a toccare tutte le criticità che un impianto del genere comporta.
I punti principali erano quelli riguardanti la richiesta di Inchiesta Pubblica che deve essere svolta secondo le linee guida regionali. “Però – ha spiegato il giurista – occorre chiarire che il Presidente deve essere concordato con tutti i gruppi consiliari e comitati ed associazioni se non nella persona almeno nei criteri do scelta. Per capirci, non può essere un funzionario delle pubbliche amministrazioni competenti.”
Altra questione focale su cui si è discusso è il ruolo del Comune di Taggia. Grondacci ha proseguito nella sua relazione: ”Recentemente il Sindaco ha incontrato una associazione locale proponendo la costituzione di un Osservatorio sul progetto. Questo non è accettabile perché di fatto l’osservatorio avvalla la impostazione data da Regione e Provincia, cioè il progetto si fa e si fa lì dove previsto, però controlleremo come verrà autorizzato con quali prescrizioni e con quali monitoraggi”.
“Inoltre il progetto prevede anche una mega-discarica di servizio, collocata vicino al lotto 6 e sappiamo che senza che per questa discarica non si amai stata avviata una procedura di bonifica e senza sia mai stata fatta una seria valutazione di impatto sanitario. La cosa assurda è che la Provincia dice che vuole il biodigestore per evitare il lotto 7, ma il lotto7 in realtà è già nel progetto no?”
Lo stesso Grondacci, inoltre, ha dichiarato che dalla dichiarazione di pubblico interesse si può tornare indietro, visto che il Consiglio di Stato con sentenza n.676 del 2017 ha affermato: ”l’amplissima discrezionalità di cui l’ amministrazione è titolare nella valutazione e nell’approvazione di progetti di finanza di progetto ai fini della dichiarazione di pubblico interesse”.
A fine serata è stata chiesta la disponibilità del sindaco Conio di firmare l’inchiesta pubblica, il Sindaco ha deciso quindi di firmare, ma nonostante ciò ha spiegato come da parte sua vi sia un approccio differente rispetto all’iter spiegato durante la serata:”In qualità di Sindaco devo fare scelte responsabili che vadano a traguardare e superare quel problema che rischia di diventare estremamente urgente. Devo prendere atto in utilità pubblica che è stata data al biodigestore anaerobico. Cercherò di incidere con tutti i mezzi che le norme mi concedono. Oggi facendo proposte che difficilmente vanno a coincidere con il cronoprogramma esistente sarebbe complesso e poco responsabile.”
Su queste affermazioni del Sindaco Conio un nostro inviato ha raggiunto telefonicamente il dottor Grondacci che, pur assente, ha potuto seguire l’incontro via streaming.
“Rilevo che questa storia della emergenza rifiuti non può essere la scusa per subire scelte unilaterali come sempre – ha affermato Grondacci – Credo sia possibile fare scelte che garantiscano anche la transizione ad un nuovo modello di gestione dei rifiuti. Se l’emergenza diventa la scusa per riprodurre il modello dei megaimpianti le cose non cambieranno mai. L’Inchiesta Pubblica sulla procedura di VIA del biodigestore proposto a Taggia dovrà prima di tutto affrontare questo tema con rigore ambientale e ma anche tecnico economico ma senza ricatti compreso quello della già votata dichiarazione di pubblico interesse dalla quale si può tornare indietro come afferma la giurisprudenza del consiglio di stato, ovviamente se c’è la volontà politica ( politica non legale).”
La consigliera Arrigoni a fine serata ha dichiarato:“Siamo contenti che il Sindaco di Taggia Mario Conio abbia firmato la richiesta di avvio dell’Inchiesta Pubblica per la VIA del progetto del Biodigestore, si darà la possibilità ai cittadini, alle associazioni di avere un ruolo attivo nei processi decisionali”.
Nella serata sono stati illustrati i profili di illegittimità sulla procedura di valutazione per l’ approvazione del biodigestore proposto nel Comune di Taggia, la relazione è stata consegnata al Sindaco in modo che possa valutarla.
Tra questi anche il parametro salute che è stato rimosso completamente dallo studio di impatto ambientale allegato al progetto di biodigestore. Inoltre c’è anche la questione urbanistica e il Comune può non dare l’assenso alla variante. Come specificato durante la serata inoltre – se adeguatamente motivata – si può tornare indietro dalla dichiarazione di pubblico interesse sul progetto di project financing.
Avvicinata da un inviato di ImperiaPost per conoscere una sua opinione in merito all’argomento “rifiuti”, il candidato sindaco Maria Nella Ponte, vista la complessità dell’ argomento, ha preferito rimandare ad altre occasioni la posizione del suo gruppo sui rifiuti essendo uno dei punti importanti del programma della loro lista.
A cura di Davide Ghiglione
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