Grande commozione alla cerimonia per il centenario della nascita di Felice Cascione, detto “U megu“, il medico e comandante partigiano caduto durante la Resistenza all’età di 25 anni, autore della canzone “Fischia il vento”. La commemorazione si è svolta in via Santa Caterina, vicino alla casa natale di Cascione.
Presenti le più alte cariche civili e militari della provincia di Imperia. Particolarmente toccanti gli interventi di Miro Genovese, 95 anni, e Tonino Simonti, 94 anni, reduci partigiani e amici di Cascione.
Per l’occasione è stata deposta una corona d’alloro alla targa in memoria di Cascione ed è stata ascoltata la canzone “Fischia il Vento”.
Il commento di Giacomo Raineri, presidente Circolo Parasio
“Il Circolo Parasio è presente da sempre in iniziative che fanno ricordare i grandi personaggi della nostra città e della nostra provincia. Siamo stati coloro i quali ad aver dato il via all’iniziativa, due anni or sono, per dedicare una targa ricordo sulla casa di nascita di Felice Cascione, insieme all’Istituto Storico.
Ci sembrava doveroso, oggi che avrebbe compiuto cento anni, festeggiare questi suoi cento anni con questa manifestazione intensa ed emozionante. Il tempo non è stato clemente, ma abbiamo avuto il piacere e l’onore di ospitare tutte le massime autorità della Provincia, il nostro vicesindaco, il presidente della provincia, il prefetto, il questore e tutte le autorità. Pubblico selezionato, qualificato e valido.
Ci sembrava doveroso ricordarlo in un momento un po’ difficile per il nostro paese. Dove certi populismi hanno il sopravvento, ricordare persone che hanno dedicato e sacrificato la loro vita perchè nel nostro paese trionfasse la democrazia, la libertà, il concetto di solidarietà. Felice Cascione è stato anche ricordato era un medico, il medico dei poveri e dunque la solidarietà al massimo livello.
Abbiamo favorito questa iniziativa unitamente all’Istituto Storico e siamo soddisfatti della riuscita della stessa, non solo per la manifestazione, ma per il messaggio che, ci auguriamo, possa venire trasmesso”.
Le dichiarazioni di Giovanni Rainisio, presidente Istituto Storico della Resistenza di Imperia
“È importante ricordare Cascione perché è il personaggio principale della resistenza imperiese che è stata molto importante per tutto il Paese. Vorrei ricordare che la Provincia di Imperia è medaglia d‘oro della resistenza e che Cascione è una delle sei medaglie d’oro della resistenza imperiese. Cascione è stato il protagonista, è stato un giovane sportivo, è stato medico ed è stato il capo della guerra partigiana nella nostra provincia fino alla sua morte avvenuta ai primi del 44. Lo vogliamo ricordare perché Cascione, nonostante siano passati 70 anni, riteniamo sia ancora l’esempio da additare a tutti i giovani, alle nuove generazioni perché con Cascione abbiamo conquistato la democrazia, la libertà è la giustizia sociale nel nostro Paese ed è bene che ricordando Cascione i giovani si impegnino per mantenere e sviluppare questi ideali e queste realtà che abbiamo tutti insieme ricostruito”.
Il commento del vice sindaco Guido Abbo
“Mi sono commosso alle parole di Miro Genovese. La mia famiglia, in particolare mio nonno Antonio Ericario (noto poeta e scrittore dialettale nato anche lui al Parasio), era antifascista e sono stato educato con questi valori. L’antifascismo per me non è commemorazione storica ma uno stato d’animo con cui affrontare la vita tutti i giorni”.
Miro Genovese, amico d’infanzia di Felice Cascione
“Per me essere qua è un momento di particolare commozione, tanti ricordi e tanti rimpianti. Felice è nato qui, cento anni fa, al numero 11, io 95 anni fa, al numero 19. Abbiamo giocato, è nata un’amicizia, un’amicizia che si è consolidata poi nel tempo con i comuni pensieri antifascisti e con il gioco della pallanuoto.
Felice è stato un grande uomo, un grande idealista. Lui è stato veramente un pioniere di quello che sono gli ideali di libertà, è stato grande come partigiano, è stato grande come professionista, è stato grande come sportivo.
Come partigiano è stato fautore della resistenza imperiese, resistenza che poi lui ha portato sui monti combattendo con le Brigate Garibaldine ed è morto valorosamente, meritandosi la medaglia d’oro al valore della resistenza.
Come professionista Felice portò anche nella sua breve vita di dottore quello che erano i suoi ideali, di fare bene per il prossimo. A quei tempi non c’era la mutua, le medicine dovevano essere pagate come le visite. Felice dai poveri non si fece mai pagare anzi portava a loro le medicine, per cui fu chiamato il dottore dei poveri.
Felice fu anche un grande sportivo, eccelse nella pallanuoto a livello internazionale. Quello che è il suo fiore all’occhiello è stata la pallanuoto imperiese, nata a Porto Maurizio nel lontano 1927 che lui portò a grandi livelli. Costituì una squadra che nel tempo raggiunse livelli a carattere addirittura internazionali. Di quella squadra purtroppo chi vi parla ne è l’ultimo dolente superstite.
Il tempo passa, i ricordi sbiadiscono, qualcuno sparisce. Di Felice il suo ricordo rimarrà sempre dentro di me, di Felice che per me è stato un maestro di vita e purtroppo un amico perduto”.
Le dichiarazioni del presidente della Provincia di Imperia Fabio Natta
“Siamo stati felici di dare il nostro patrocinio come Provincia di Imperia , di essere presenti con il gonfalone decorato con la medaglia d’oro al valore militare proprio per la guerra di liberazione a questo anniversario, anniversario di una nascita di cento anni fa di Felice Cascione.
Fa riflettere da multi punti di vista, la vita media ormai si è allungata, non tutti arrivano a cento anni , ma teoricamente Felice Cascione potrebbe essere ancora qua tra di noi, se non avesse fatto una scelta coraggiosa.
Era un uomo che poteva avere tutto dalla vita, era un eccellente sportivo, un bravissimo medico, era un bell’uomo. Poteva fare una scelta diversa e invece fece una scelta coraggiosa , fu il principale artefice della resistenza imperiese.
La sua è una storia eroica che ormai è stata raccontata tante volte, ma che deve essere ancora ricordata e raccontata proprio per il grande significato che ha quella vita, seppur breve ma molto intensa.
Felice poteva fare una scelta diversa, poteva vivere una vita tranquilla piena di successi sportivi, professionali o umani e se ne è andato a 25 anni da eroe. Se noi siamo qua oggi in uno stato libero e democratico, lo dobbiamo a uomini come lui. È giusti ricordarlo e passare questo messaggio alle giovani generazioni”.
Centenario Felice Cascione: la deposizione della corona d’alloro
Fischia il Vento
[wzslider autoplay=”true” interval=”6000″ transition=”‘slide’” lightbox=”true”]