23 Dicembre 2024 13:24

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UN’IMPERIESE TRA I MAGNIFICI 9 DELLO SCI ITALIANO. ELENA RE ACCEDE AL “MASTER ISTRUTTORI 2018”:”HO AFFRONTATO DURE SELEZIONI, POI…”/LA STORIA

In breve: Non solo è tra i 9 che hanno avuto accesso all'esclusivo Master Istruttori Sci Alpino 2018, ma è anche la donna più giovane e quella che ha ottenuto il miglior punteggio.

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Non solo è tra i “magnifici” 9 che hanno avuto accesso all’esclusivo Master Istruttori Sci Alpino 2018, ma è anche la donna più giovane e quella che ha ottenuto il miglior punteggio.

Stiamo parlando Elena Re, l’imperiese 25enne che il primo maggio si è sudata la vittoria tra le vette di Livigno, riuscendo a passare una selezione durissima e sbaragliando altri 38 candidati provenienti da tutta Italia.

Master Istruttori 2018, ecco di cosa si tratta

Il Master Istruttori è un corso di alto livello che forma i futuri istruttori nazionali di Sci Alpino, quindi, in sostanza, come spiega Elena, “i maestri dei maestri”. Il bando esce circa ogni anno e i posti disponibili sono pochissimi. Quest’anno erano solamente 10 e, alla prima fase, i candidati erano oltre 70. Dopo la prima scrematura, in cui sono stati selezionati 39 sciatori, si sono susseguiti 4 giorni a Livigno di test e interrogazioni, che solo 9 candidati sono riusciti a superare a pieni voti. Tra questi, l’imperiese Elena Re.

L’intervista a Elena Re

Cosa ti ha spinto a tentare questo percorso?

“Si può dire che io sia cresciuta sugli sciracconta Elena – Ho sempre praticato questo sport fin da piccola, dato che mio padre è appassionato di montagna. Ho iniziato a sciare seriamente quando sono andata a vivere a Limone durante le scuole superiori, iscrivendomi allo Ski College. Avevo inizialmente provato a frequentare la scuola a Imperia, ma a causa dei numerosi allenamenti e delle altrettante gare, era difficile gestire tutto. Trasferendomi a Limone, invece ho potuto conciliare studio e sport.

Sono stata 4 anni nel comitato regionale e poi un anno aggregata alla squadra nazionale giovanile. Purtroppo a causa di un infortunio mi sono dovuta fermare per un periodo. Ora sono maestra e da poco ho passato la selezione come allenatrice di secondo livello”.

Sono davvero dure le prove per accedere al Master Istruttori, in cosa consistevano?

“Inizialmente c’è stata una prima grossa scrematura con una gara di slalom gigante, in cui è stato selezionato solo il 40% dei partecipanti. Dopodiché ci sono stati 4 intensi giorni di valutazione in cui una commissione d’esame valutava ogni esercizio sulle piste e poi interrogava sulla didattica e la metodologia. Le valutazioni erano segrete, quindi fino all’ultimo non si poteva sapere nulla. Alla fine dei 4 giorni, gli esaminatori hanno deciso a chi dare 1 credito formativo, in base alla media ottenuta dalle valutazioni, e lo hanno ottenuto solo 3 persone su 39, tra cui me”.

La prova più dura è stata quella finale. Come si è svolta? 

“Il 5° giorno c’è stato l’esame finale, strutturato in 4 prove con voto palese. Gli esaminatori avevano dei tablet e veniva subito reso noto il punteggio totale, ottenuto con la media aritmetica. In quel caso, chi aveva ottenuto il credito formativo (+0.25) poteva ottenere la sufficienza anche con un punteggio di 5.75.

Le prove erano corto raggio, serpentina, parallelo e cristiania. Si tratta di stili tipici della didattica italiana, in cui c’è è molto importate anche il lato estetico.

Come media finale ho ottenuto 6.19, ottenendo il primo posto donna e il secondo generale. Primo un ragazzo con il punteggio 6.31“.

Una bellissima soddisfazione.

“Sì, assolutamente. Inoltre, è stata una sorpresa perché era il mio primo tentativo e non succede spesso di passare al primo colpo. C’era bisogno di molta concentrazione e il livello era molto alto.

A giugno inizierò il Master e poi in inverno avrò il  tirocinio. Infine ci sarà l’esame finale”.

Siete una vera famiglia di sportivi, da dove nasce questa passione?

“È vero, sia io che mio fratello (Davide Re, semifinalista agli ultimi Mondiali di Atletica di Londra, ndr) siamo sempre stati in movimento. Probabilmente il motivo è che fin da piccoli siamo cresciuti facendo mille tipi di sport, invogliati da nostro padre, non stando fermi un attimo. Quando poi ti appassioni, allora non riesci più a smettere”.

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