La società rugbistica “Imperia Rugby”, si stringe con una lettera di cordoglio per la scomparsa dell’allenatore Piero Binelli, che quest’anno, aveva preso in carico la formazione under 14.
La lettera di cordoglio dell’Imperia Rugby
C’è stato un giorno in cui è arrivato Piero sul campo. Piero si è avvicinato al rugby in punta di piedi, con il garbo che lo contraddistingueva. Piero era un uomo di sport e non era solamente una questione di allenamento in quanto coscienzioso Vigile del Fuoco.
Piero ha seguito il figlio, sul campo di rugby. E si è innamorato del rugby. Al punto tale da voler allenare. E ha allenato, curando in particolar modo la preparazione atletica di un gruppo in crescita, ragazzini che stanno diventando grandi. Ha costruito una solida coppia tecnica con Enrico Abbo.
Piero era il sorriso, la decisione, il fisico asciutto, costruito tra corsa, pedalata e tanto lavoro, sempre pronto ad aiutare, in una delle realtà italiane più amate nel paese, forse tra le poche ancora realmente rispettate. Grazie a persone come lui, ovviamente.
Piero quest’anno allenava la under 14, una formazione che è realmente cresciuta durante l’anno. Il sistema Imperia Rugby e Union Riviera Rugby ritiene che la crescita non sia eminentemente sportiva, legata ai risultati, ma si concretizzi nella maturità dei ragazzi. È a questa crescita Piero ha contribuito in modo fattivo.
Chi ci segue assiduamente avrà notato che, da un certo punto in avanti, Piero non è stato citato tra i tecnici attivi, anche se la pagina di presentazione a lui relativa è sempre stata consultabile. Il destino ha colpito Piero in modo inatteso e cattivo.
C’è stata una reazione, un recupero e poi un crollo, inatteso, inesplorabile. Questo ricordo è scritto parlando di Piero al passato. La grande famiglia dell’Imperia Rugby e della Union Riviera Rugby, però, ora vi prega di rileggere tutto, mettendo i verbi al presente. Perché anche se ora Piero non è qui tra noi fisicamente, resta nei ricordi e in tutto l’esempio positivo che ha dispensato.
Piero non aveva giocato a rugby, ma ha fatto capire di essere un rugbista e non un giocatore e basta. Ha semplicemente passato la palla, prima o dopo un duro placcaggio. Le società si stringono attorno alla famiglia e intendono essere presenti, sempre. Piero, grazie di tutto. C’è un angelo in più in tribuna per noi”.