“Il dott. Nicoletti, ginecologo presso l’Ospedale di Imperia, ha costretto le donne a subire atti con chiare ed inequivoche connotazioni sessuali”. Sono state rese note le motivazioni della condanna a 8 anni e 6 mesi di carcere emessa dal Tribunale di Imperia (collegio composto dai giudici Aschero, Lungaro e Russo) a carico del ginecologo Luca Nicoletti, accusato di violenza sessuale nei confronti di sette pazienti (cinque delle quali costituitesi parte civile).
Le motivazioni della sentenza di condanna
I reati “risultano pienamente provati”
Nelle motivazioni della sentenza i giudici scrivono che “i reati risultano pienamente provati“. In particolare, si legge che “il dott. Nicoletti, ginecologo presso l’Ospedale di Imperia, ha costretto le donne a subire atti con chiare ed inequivoche connotazioni sessuali”.
Tre gli atteggiamenti penalmente rilevanti illustrati dai giudici, “strusciamenti contro i glutei o la schiena delle parti offese”, “baci ripetuti e ravvicinati” e “toccamenti”.
I giudici precisano che gli atti sono stati posti in essere dal ginecolo “in modo del tutto inaspettato e repentino e palesemente contro la volontà delle donne, abusando della loro condizione di assoluta fragilità, ossia di inferiorità fisica o psichica in cui si trovavano”.
Donne in condizione di “assoluta fragilità”
Le donne vittime di abusi, specificano i giudici, versavano in una condizione di “assoluta fragilità”.
“Una era di minore età – si legge nella sentenza – molte di loro erano incinte e con timori per il feto, situazione che notoriamente induce la donna ad un irresistibile stato di sottomissione e incapacità di reagire in quanto concentrata solo sul benessere del figlio che porta in grembo, l’istinto materno porta notoriamente la donna al suo ‘sacrificio‘ ad ogni costo per il benessere del figlio, del nascituro”.
Una condotta “subdola e insidiosa”
“La condotta tenuta del dott. Nicoletti – si legge ancora – è tanto subdola e insidiosa quanto inaspettata da parte delle donne“. I giudici la definiscono una “condotta di aggressione sessuale costrittiva”, specificando che Nicoletti non ha saputo “trattenere i suoi istinti sessuali di fronte a situazioni che lo stimolavano sessualmente“.
In conclusione, i giudici aggiungono, in merito all’ipotesi di un’eventuale incompresione tra il ginecologo e le vittime, che è “impossibile che il dott. Nicoletti abbia potuto pensare ad un consenso delle donne visto che più volte le stesse hanno tentato di allontanarsi o scostarsi palesando così la loro assoluta assenza di consenso“ e che le condotte “sono proseguite nonostante l’esplicito ammonimento” di una collega.
Perché le vittime “non hanno reagito con forza”
I tre giudici si soffermano anche su un aspetto piuttosto dibattuto, ovvero il perché le vittime non abbiano reagito agli approcci del ginecologo.
“Le vittime – scrivono – pur avendo tutte comunque in qualche modo manifestato il loro dissenso ad atti sessuali, non hanno reagito con forza, oltre che perché quasi paralizzate, anche per il timore, nell’immediatezza, di aver equivocato“.
No alle attenuanti
In conclusione il Tribunale spiega il perché non siano state concesse le attenuanti generiche al medico imperiese.
“Perché non ha mai palesato alcun rammarico – si legge – mai ha avuto un momento di commozione di fronte al dolore arrecato, mai ha chiesto scusa“.