Il Nuovo CentroDestra ha presentato in Regione Liguria una proposta di legge per recuperare i siti minerari dismessi, spesso scrigno di ricchezze geologiche, scientifiche e culturali, altrimenti non fruibili dal punto di vista turistico.
Strappare le miniere dismesse all’abbandono valorizzando il loro potenziale culturale, scientifico e turistico, come del resto già avviene in altre regioni, come ad esempio Valle D’Aosta, Lombardia ed Emilia Romagna E’ questo l’intento della proposta di legge “Norme Regionali per la Tutela e la Valorizzazione dei siti minerari dismessi”, presentata oggi da Alessio Saso e Gino Garibaldi del Nuovo CentroDestra.
“Queste Norme consentirebbero il pieno sviluppo turistico del nostro entroterra anche in località finora ai margini – ha commentato Saso – recuperare le vecchie miniere significa anche non dimenticare l’operato di generazioni di liguri che in passato vi hanno speso anni di durissimo lavoro e nel contempo attivare un volano di attrattiva turistica del territorio. Il sito di Gabatesa nel comune di Ne, la più grande miniera di manganese d’Europa, ne è un esempio significativo. Con la riconversione da uso industriale a culturale come ‘Museo Minerario’ nel 2001 aveva raggiunto in pochi mesi di attività un’affluenza tale da collocarsi tra i primi posti delle mete proposte inserendosi in diversi percorsi di interesse nazionale come quelli delle 5 terre, di Portofino o dell’Acquario di Genova. I visitatori si erano subito attestati sui 18/20.000/anno (paganti). Si trattava di numeri importanti per l’entroterra tanto più tenuto conto che la gestione, in allora affidata alla società mineraria concessionaria, non prevedeva investimenti di tipo turistico-promozionale. Di conseguenza, una volta cessata l’attività, per rendere i siti dismessi fruibili, ai soli fini turistici, serve, di fatto, una legge che regoli l’intero processo, l’attuazione di tutti gli accorgimenti di sicurezza, e consenta di ottenere tutte le necessarie autorizzazioni. La proposta di legge prevede anche la predisposizione di un Parco Geomineario, che comprenda i siti ricadenti in un unico ambito territoriale ed accomunati da un’attività estrattiva simile, e che consenta, valorizzandoli al meglio, di metterli a sistema creando una grande rete. Auspicando una piena condivisione da parte dell’intera Assemblea Regionale, credo che comunque anche la Maggioranza sia ben consapevole della necessità oggettiva di una legge che valorizzi questi siti altrimenti abbandonati e che allo stato attuale costiuiscono una sorta di ferita aperta sul territorio”.