Imperia di Tutti Imperia Per Tutti, movimento civico di ispirazione socialista, in appoggio al candidato Sindaco Guido Abbo, ha inviato una nota stampa per prendere posizione in merito al Puc, Piano Urbanistico Comunale, tema centrale della campagna elettorale in corso.
Piano urbanistico comunale – “Promessa o minaccia?”
Il Piano Urbanistico Comunale (PUC) è una promessa o una minaccia? Promessa di posti lavoro, da una parte, possibile minaccia per il territorio dall’altro. Di sicuro è al centro di una campagna elettorale molto combattuta, che dà indicazioni tutt’altro che chiare.
Desideriamo fare chiarezza su alcuni punti fermi, nella speranza che aiutino più dei discorsi elettorali e magari suscitino interrogativi che, qui, non rimarranno senza risposta.
Sembra che l’idea speculativa dell’edilizia sia finalmente superata, infatti si sente parlare di ristrutturazione, di recupero. Ecco, questo è un buon esempio per spiegare il lavoro che sta dietro alla redazione di un PUC: reperire, elaborare e valutare i dati territoriali e antropologici, per tradurli in regole che porteranno a una trasformazione del territorio equilibrata, utile e sostenibile.
Soltanto dopo la ricerca, si sarà in grado di valutare se sia opportuno recuperare un immobile o fare un’altra scelta. Ci sono casi in cui vale la pena di costruire -si parla soltanto di edilizia pubblica- e casi in cui è meglio ristrutturare o recuperare. Nei decenni trascorsi dall’ultimo piano regolatore, quasi due, la città si è trasformata da sé, per certi versi, per altri sono cambiati i bisogni. Cinque anni di amministrazione hanno messo sotto i nostri occhi tutte le criticità, oggi siamo pronti a affrontarle con un bagaglio d’esperienza solido, non solo con la teoria. Per questo nel programma ci siamo sentiti in grado di proporre, per esempio, di abbandonare alcuni edifici scolastici per costruire ex novo un campus che dia risposte alle domande di sicurezza, di spazi per lo studio e ricreativi, di tecnologia adeguati agli standard europei alti. Un piano non si progetta a colpi di promesse, ma con la riflessione e la ricerca.
Chi progetta un PUC? I tecnici, naturalmente, per la parte che compete a loro. Chi fa le scelte in base ai dati forniti dai progettisti? Questo è il problema politico che sta alla base delle grandi decisioni amministrative. Le diverse coalizioni danno, ovviamente, risposte diverse. Quella tradizionale è: pensiamo noi a tutto, con i nostri assessori e tecnici. Un sistema che si affida a un’idea antiquata di delega totale. Noi preferiamo la partecipazione, che è prassi per la maggior parte degli urbanisti, meno per le amministrazioni.
La proposta della nostra coalizione è un sistema condiviso che, oltre all’assessore e al progettista, coinvolga enti, ordini professionali, associazioni e soprattutto -in modo diretto e trasparente- i cittadini, tutti.
Il progetto è tutt’altro che irrealizzabile, grazie all’urban center, un luogo fisico in cui sarà possibile raccogliere le istanze, le riflessioni e le proposte dei soggetti interessati per dare vita a un processo collettivo, invece che a una programmazione incontrollabile nelle segrete stanze. In sostanza una casa di vetro per la politica urbana. È un’esperienza già realizzata con successo in altre città e metropoli e in cui crediamo fermamente. Crediamo alla partecipazione e a forme di controllo sul nostro operato, siamo a disposizione della città”.