“Imperia non è mai veramente uscita dalla recessione. Da anni registra un andamento economico inferiore alle medie regionali e ha chiuso il 2017 con una caduta ancora più brusca. La crisi economica condiziona anche l’andamento demografico con le nascite che non compensano i decessi, un progressivo aumento dell’età media della popolazione, e una diminuzione della popolazione attiva – Così in una nota stampa la lista Sinistra in Comune, a sostegno di Lucio Sardi sindaco, con alcune proposte per far uscire la città dalla crisi economica.
La nota stampa di Sinistra in Comune per Imperia
L’industria delle costruzioni vive una crisi strutturale per il crollo del mercato delle nuove costruzioni e la riduzione degli appalti e delle opere pubbliche. Unica nota positiva è la tenuta del mercato delle manutenzioni e del recupero dell’esistente.
L’industria agroalimentare, con la chiusura dell’Agnesi, si avvia a completare il processo di desertificazione industriale di quella che era la città dell’olio e della pasta.
Il settore del turismo, nato all’inizio del secolo scorso sfruttando le risorse ambientali, si è convertito in seguito in una costola della speculazione immobiliare, con il fenomeno delle seconde case. Questo modello, che ha comportato una grave degrado del territorio si è sostanzialmente esaurito, sia per effetto di una sopravvenuta maturazione culturale, sia per l’evoluzione del mercato. Le attività turistiche oltre ad essere limitate in valore assoluto, sono concentrate nella sola stagione estiva.
Per tutti questi motivi la nostra provincia ha un tasso di disoccupazione superiore alla media nazionale (siamo al 63° posto nella classifica nazionale). La crisi ha accelerato i processi di esternalizzazione del lavoro trasformando lavoratori in figure formalmente “autonome”, ma sostanzialmente “dipendenti” e ha incrementato il fenomeno del lavoro irregolare soprattutto nei settori dell’edilizia, dell’agricoltura e del turismo. Anche ad Imperia i contratti a tempo determinato superano di molto quelli a tempo indeterminato.
Le soluzioni proposte
La grave crisi economica e occupazionale che affligge i nostro territorio non può essere risolta se non rompendo gli schemi in cui si è preteso di descrivere il mondo del lavoro negli ultimi anni. Dietro la cortina fumogena e termini in inglese si è cercato di nascondere il progressivo degrado delle condizioni di vita dei lavoratori. Si è preteso di affermare che al giorno d’oggi il lavoro non può che essere precario, discontinuo flessibile e sottopagato. Si è così creata una situazione in cui il lavoro di molti ha come unico risultato l’arricchimento di pochi, senza che questi ultimi reinvestano i guadagni sul territorio.
La precarietà e l’insicurezza non permettono la crescita della società creando una generale sfiducia verso il futuro paralizzando le possibili iniziative economiche. Le ricette proposte fino ad oggi per l’uscita della città dalla crisi si sono rivelate inefficaci. L’ipotesi di un grande sviluppo turistico per una città con capacità ricettive limitate come la nostra, mal collegata al resto del territorio non appare credibile. Lo stesso porto turistico si è rivelato un’occasione persa. La progressiva chiusura di aziende piccole e grandi e di esercizi commerciali, strangolati dalle inefficienze infrastrutturali, testimonia l’inerzia delle amministrazioni che si sono succedute alla guida del comune.
L’uscita dalla crisi appare ardua ma non impossibile. La strada maestra deve essere quella di una diversificazione e di un equilibrio tra i diversi settori:
- 1. Sviluppo di un turismo a basso impatto ambientale con una prospettiva che vada oltre la stagione balneare estiva. Le caratteristiche climatiche del nostro territorio possono favorire lo sviluppo di attività turistiche legate agli sport all’aperto con una sviluppo su tutto l’arco dell’anno. Le meraviglie del nostro entroterra uniche nel loro genere devono essere rese visibili per allargare la base di mercato del nostro turismo. E’ necessario quindi ammodernare la rete viaria verso le frazioni e garantire i servizi essenziali nei borghi affinché le comunità non abbandonino questi luoghi.La collaborazione con Università e Centri di Ricerca può permettere la crescita delle attività congressuali con ulteriore effetto di promozione del territorio;
- 2. Sviluppo delle attività commerciali e artigianali, facilitando il “ripopolamento” delle zone della città che negli ultimi anni hanno perso il loro tessuto commerciale. Le attività dovrebbero essere legate alla valorizzazione dei prodotti tipici del nostro territorio;
- 3. Sviluppo dell’industria nel campo delle tecnologie avanzate (robotica, sviluppo software, meccanica di precisione, meccatronica). Questi ambiti industriali essendo svincolati dalla necessità di grandi infrastrutture di trasporto possono essere sviluppati anche in un ambito periferico come la nostra città;
- 4. Servizi alla persona. L’invecchiamento della popolazione non può essere solo l’occasione per nuove speculazioni ma deve essere il punto di partenza per lo sviluppo di attività di assistenza basate sulle nuove tecnologie. Si può in questo modo far interagire le nuove e le vecchie generazioni.