“Con questa dirigenza abbiamo chiuso non c’è possibilità di recuperare i rapporti”. Scatta la contestazione dei Samurai Ultras Imperia nei confronti dell’attuale dirigenza dell’Imperia Calcio che, lo ricordiamo, anche quest’anno ha fallito l’obiettivo della promozione in serie D dopo il ko negli spareggi con il Lumignacco.
Ieri sera, nel corso di una conferenza stampa (erano presenti anche due candidati Sindaco, Carlo Carpi e Alessandro Casano), gli ultras hanno spiegati i motivi della contestazione, lanciando alcune proposte per provare a rilanciare l’Imperia Calcio dopo cinque anni di delusioni nel campionato di Eccellenza.
“Siamo qui per ribadire i motivi della contestazione che abbiamo iniziato e che porteremo avanti in maniera più concreta e pesante rispetto agli scorsi anni – hanno spiegato – E questo come curva, come tifoseria organizzata. Vogliamo però non fare solo polemiche, ma anche studiare una soluzione per intervenire a sostegno dell’Imperia Calcio e aiutare chi vorrà rilevare l’Imperia Calcio da questa società”.
I motivi della contestazione
“C’è un grossa differenza rispetto alle società che hanno gestito l’Imperia Calcio rispetto agli anni passati. Questa società è composta da gente di Imperia che conosciamo anche personalmente. Nessuna di queste persone è un criminale o un delinquente incallito. Il problema che hanno rimarcato queste persone, questa società, nel tempo, è di non essere appassionati, di non essere tifosi, di non essere innamorati della maglia. E soprattutto, a livello sportivo, di avere delle grandi incapacità. Perché se ci fosse uno che non è tifoso, non è appassionato, ma almeno dal punto di vista della società dimostra di avere delle capacità o delle competenze può anche andare bene uguale.
Il motivo della contestazione è dovuto a questo. Noi negli anni passati con gli attuali dirigenti ci siamo anche confrontati faccia a faccia, dando dei suggerimenti. A volte ci è stato chiesto, a volte lo abbiamo fatto di nostra iniziativa. Consigli su come potevano migliorare la struttura Imperia Calcio per invogliare la gente a venire allo stadio, per avere più pubblicità, per migliorare l’immagine. Tutto questo lavoro non è mai stato fatto. Noi abbiamo perso solo del tempo”.
La creazione di una Srl
“Uno dei primi consigli a livello di gestione è stato quello di creare una Srl. Questo perché al momento questa società è una Asd e quindi non esistono delle quote reali. Ogni dirigente vota ad alzata di mano. Quindi che uno in società abbia portato mille euro o 100 mila non c’è differenza. Si è solo soci, non proprietari di quote. Abbiamo proposto di creare una Srl solo per la società sportiva e di gestire il resto, beni mobili e immobili, come meglio credevano. Perché creare la Srl? Perché se un domani si avvicina qualcuno, come sponsor, come possibile acquirente, come partner degli attuali dirigenti, ha un minimo di garanzia. Può dire questa società ha un bilancio, ha dei debiti, non ha dei debiti, metto dei soldi e sono proprietario del 5, del 10, del 50%. Invece portare dei soldi adesso è buttare via i soldi. Non c’è nessuna garanzia”.
I risultati sportivi negativi
“Poi ci sono i risultati sportivi degli ultimi anni. Imperia come città, come società sportiva, ha una sua storia. Ha fatto tanti anni di serie D, di serie C, ha affrontato squadre importanti e ha un suo bacino d’utenza. Perché oltre agli imperiesi, a seguire l’Imperia vengono giovani e meno giovani dai comuni limitrofi. Esempio lampante ne è il fatto che allo spareggio di andata al Ciccione contro il Lumignacco è tornato lo striscione in gradinata con la scritta Cervo. Ci sono altre realtà sportive, ma dove si fa sport a uso ricreativo. Più il livello è basso più è difficile che la gente venga da fuori città per seguire l’Imperia.
Negli ultimi cinque anni l’Imperia ha militato in Eccellenza e negli ultimi 18 anni ha fatto solo un anno in C2. Il problema è che anche le dirigenze passate hanno lasciato un’eredità sportiva molto misera. Le società cambiano, ma i tifosi restano. Noi dopo il fallimento del 2008 eravamo a seguire l’Imperia in Seconda Categoria, la seguiamo adesso in Eccellenza e la seguivamo in C2. Il patrimonio di tifosi, al di là degli ultras, va considerato. L’Imperia bisogna cercare di mantenerla ai livelli che merita”.
I mancati rimborsi
“Un altro aspetto che ci ha fatto arrabbiare, portandoci ad anticipare all’attuale dirigenza che con noi hanno chiuso e non c’è possibilità di recuperare i rapporti, che o se ne vanno via o rimangono con un ruolo marginale, perché con tutto quello che è stato fatto è inammissibile che rimangano loro i gestori dell’Imperia Calcio, è che siamo venuti a sapere direttamente dai giocatori, prima degli spareggi, dunque un momento importante per la squadra, per la tifoseria e per la città, che mancavano dei rimborsi. Rimborsi che erano stati promessi ai giocatori dopo minacce di ritirare la squadra e far giocare la Juniores se non fossero arrivati agli spareggi. Termina il campionato, la squadra arriva agli spareggi, ci sono due settimane di pausa, e la società lascia i giocatori senza nessun compenso dovuto.
Questi ragazzi, che hanno sudato la maglia, quindi niente da recriminare, non erano dunque certamente nelle condizioni ottimali per poter ottenere il risultato sperato. Noi l’abbiamo saputo il giovedì prima di partire per la trasferta di Udine e già la cosa ci ha lasciati allibiti, perplessi, arrabbiati“.
I dubbi sulla domanda di ripescaggio
“Altra questione. Torniamo da Udine, oltre mille km di trasferta, caldo, 30°, la sconfitta che bruciava, e sui giornali esce la dichiarazione del presidente dell’Imperia Calcio ‘noi non faremo la domanda di ripescaggio’. Poi hanno detto che il giornalista aveva interpretato male, che noi abbiamo letto male il giornale. Fatto sta che tutti quelli che hanno letto il giornale hanno capito che l’Imperia non avrebbe fatto domanda di ripescaggio e non che ci fossero poche possibilità che fosse ripescata. Come si è aizzata la polemica, un altro dirigente dell’Imperia Calcio, a distanza forse di 24 ore, dice che le parole del presidente erano state interpretata male e che l’Imperia avrebbe fatto sicuramente la domanda ripescaggio, anche se c’erano poche possiblità che questa domanda fosse accolta. Due cose completamente differenti.
I dirigenti che noi conosciamo di questa società sono tre: il presidente Fabrizio Gramondo, Daniele Ciccione, che nel sito della società, quello ufficiale, non risulta neanche, però sappiamo che è un socio, e il vice presidente Fabio Ramoino. Uno non ha detto niente, e forse è stato quello che ha fatto più bella figura, gli altri due hanno parlato e uno ha detto A e l’altro B. Continuano a rimarcare il fatto che comunicano poco all’esterno e quando lo fanno lo fanno pure male. Di conseguenza questa cosa ci ha fatto dire che non ci sono più possibilità di avere a che fare con questa dirigenza.
Rimarchiamo il fatto che sono persone differenti rispetto a chi era proprietario dell’Imperia negli anni passati. L’onestà e la lealtà gliela riconosciamo, però abbiamo detto basta. Come Ultras ci siamo ripromessi che la nostra contestazione andrà avanti sino a che questi dirigenti ricopriranno un ruolo importante in questa società”.
Le proposte per risollevare l’Imperia Calcio
La raccolta firme da consegnare all’amministrazione
“Una delle cose che si può fare per smuovere le acque in tempi rapidi è quello di tirare giù un documento del tifoso da far firmare a chiunque ne abbia voglia per presentare una raccolta firme alla futura amministrazione comunale e chiedere ‘Lo stadio Ciccione è forse l’impianto più importante, anche storicamente, che abbiamo in città. Lo siete andati a visitare? Avete parlato apertamente alla dirigenza dell’Imperia Calcio? Avete chiesto cosa succede? Avete parlato alle persone che portano i ragazzi a giocare in questa società?'”.
Chiedere l’intervento della politica, degli imprenditori, è avvenuto già in passato, quando era stato creato nel dicembre del 2007, il Comitato Cuore Neroazzurro. Ci eravamo imposti di raccogliere mille firme e ci eravamo riusciti. Vennero mandate ai tempi all’assessore allo Sport Marco Scajola e lui rispose dicendo che la vicinanza all’Asd Imperia Calcio fin dall’inizio ‘c’è stata e continuerà ad esserci’. In realtà l’amministrazione comunale non ci fu mai vicina. Non è un’accusa diretta a Marco Scajola, è una cosa che è accaduta con tutti gli assessori allo Sport e con tutti i Sindaci degli ultimi anni. La vicinanza all’Imperia Calcio è stata molto relativa. Nel momento che c’era un risultato sportivo che faceva riempire lo stadio almeno in parte spuntava fuori il politico. Nel momento di difficoltà restava sempre e solo la tifoseria.
La speranza è che l’amministrazione comunale e l’assessore allo Sport, sollecitatti dalla raccolte firme, si pongano il problema e vadano a verificare cosa succede nel mondo del calcio cittadino”.
L’azionariato popolare
“In base a quello che succederà nelle prossime settimane, valuteremo la possibilità, se avremo le forze, se ci sarà una qualche risposta dall’imprenditoria, anche piccola, della creazione di un trust di tifosi, come già accaduto da altre parti. Ci sono dei trust di tifosi più conosciuti. Abbiamo conoscenza diretta di quello che è successo a Tortona, dove è stato addirittura rifondato il Derthona Calcio e quello che hanno fatto loro ha portato a dei risultati, con la vittoria della Prima Categoria e la vittoria della Coppa di categoria. Hanno portato tante persone allo stadio, ma soprattutto il loro lavoro ha avuto un grande successo, perché prima si è avvicinata la piccola imprenditoria, poi il resto della città e le ultime indiscrezioni uscite dai giornali vedono il coinvolgimento di Gavio che è già impegnato nello sport a Tortona con il basket. Se c’è un impegno a livello di città e di tifosi i risultati ci possono essere.
Noi il primo risultato che ci poniamo di ottenere è il fatto che l’amministrazione e gli imprenditori si facciano avanti per rilevare o per dare un contributo importante a questa società e si prendano l’impengo di gestirla in prima persona. Se poi gli attuali dirigenti in qualche modo vogliono continuare a dare un loro contributo non è che li manderemo via a calci nel sedere. Rimangano pure, ma l’importante è che la piantino di fare danni, ricoprendo un ruolo non di primaria importanza. Gli viene riconosciuto il fatto che alla fine c’è ancora una squadra di calcio a Imperia, ma con il minimo risultato.
Se non si muove l’amministrazione o il tessuto imprenditoriale noi abbiamo un esempio importante di una piccola realtà, come Cervo, che fa la seconda categoria, e che vede come presidente Denis Muca , un appassionato che ha ottenuto buoni risultati. Chi ha giocato a Cervo ci ha detto di essere stato trattato come un professionista. Io ho visto una struttura di primordine. Il bar, gli spogliatoi, una struttura di prima categoria, da far invidia all’Imperia Calcio. Ci fan ben sperare il fatto che una persona come Denis Muca si sia avvicinata all’Imperia Calcio. Una persona appassionata di calcio e che è diventato tifoso in questo anno dell’Imperia Calcio. Ci ha dato fiducia, diversamente da questa dirigenza che non lo ha mai fatto.
Un’altra persona che ha fatto un lavoro importantissimo è Claudio Mandica, che non è un dirigente di spicco della società, ma è una persona che si è occupata di fare i video e le riprese delle partite. Le interviste ai giocatori durante la settimana. Il sito ufficiale della società è una cosa impietosa. Questo ragazzo ha creato un altro sito internet, tutto di sua iniziativa. Un lavoro da professionista che la società dimostra di non volere. Se uno la volontà non ce l’ha i risultati non li raggiunerà mai”.
La gestione del bar
“Altro punto importante. Si che l’impianto è gestito direttamente dal Comune, quindi l’Imperia non ha la gestione diretta. Esiste un bar. Tecnicamente bisognerebbe fare una gara d’appalto, ma abbiamo saputo che c’era la possibilità, trasferendo la licenza da un impianto già esistente al Ciccione, di poter avere il bar aperto almeno la domenica. Il costo? 80 euro. L’Imperia negli ultimi anni ha tenuto regolarmente il bar chiuso. Noi siamo andati a far lo spareggio a Lumignacco, che è una frazione di un paese di 4 mila abitanti in provincia di Udine. Non giocavano nel loro stadio perché non era a norma per gli spareggi di Eccellenza. Abbiamo così giocato in un impianto vicino. Un impianto, non uno stadio come il Ciccione, eppure hanno messo due punti di ristoro dove davano da bere e da mangiare agli spettatori. In un giornale di Udine si faceva menzione proprio del fatto che Imperia ha uno stadio senza il bar. E poi si parla di Imperia città dello sport.
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