Si è svolta questa mattina la conferenza organizzata da Potere al Popolo per trattare l’argomento della chiusura dello stabilimento Agnesi e il futuro degli ex lavoratori.
Un’occasione per porre l’attenzione su una vicenda che rimane una ferita aperta per la città e per i lavoratori dell’Agnesi e per illustrare le proposte riguardo la fabbrica ormai dismessa.
“La nostra posizione sull’Agnesi verte tutta nel riconoscimento dell’importanza produttiva del pastificio – affermano – alle cui maestranze va riconosciuto un molo centrale nella storia moderna e contemporanea della città di Imperia.
Il ruolo dell’agro-alimentare non può essere trasformato in un marchio-vetrina, me deve tentare al centro dell’interesse dell’Amministrazione Comunale. A tale scopo il Comune dovrà ribadire con fermezza il vincolo urbanistico di destinazione industriale per l’intero stabile del pastificio Agnesi e per le aree circostanti.
Tale vincolo potrà essere rimosso esclusivamente nel momento in cui una attività produttiva e una creazione di posti di lavoro di pari entità sarà realizzata in Imperia, permettendo inoltre il rientro delle maestranze attualmente delocalizzate. L’urgenza di un tale indirizzo è dettata dalle prossime scadenze (giugno/luglio 2018) di tutti gli ammortizzatori sociali di cui ora usufruiscono le famiglie di settanta ex-lavoratori Agnesi”.
Renato Donati
“Abbiamo indetto questa conferenza stampa per parlare del caso Agnesi e per parlare non soltanto del recupero della fabbrica Agnesi , ma per parlare soprattutto degli ex-lavoratori Agnesi, che ancora oggi non sono stati ricollocati.
Si parla di 70 ex-lavoratori , alcuni dei quali sono presenti e ci hanno spiegato le loro ragioni e le loro situazioni. A fine giugno, inizio luglio, scadranno anche i termini per quanto riguarda gli ammortizzatori sociali di 70 ex-lavoratori Agnesi che si troveranno completamente a spasso. Non solo senza lavoro , ma anche senza ammortizzatori sociali.
Potere al Popolo sta dalla parte dei lavoratori, fa parte del nostro programma, il primo punto del nostro programma riguarda proprio questo. La difesa dei lavoratori, la difesa del mondo del lavoro, una seria pianificazione del mondo del lavoro, anche a livello locale.
La politica nel corso delle ultime passate amministrazioni si è comportata in maniera piratesca, se ne è completamente lavata le mani. Non ha offerto soluzioni, non ha offerto proposte.
Ci teniamo a dirlo, anche l’ultima amministrazione PD-Capacci, che ora ha semplicemente cambiato nome, è diventata PD-Abbo, non ha offerto nessuna soluzione.
La fabbrica è chiusa da due anni e da cinque anni a questa parte non è stata fornita alcuna risposta nei confronti dei lavoratori. L’unica soluzione che noi proponiamo è il vincolo ambienbtale, deve rimanere a destinazione di uso industriale, per fare in modo che il marchio Agnesi, ma soprattutto la produzione Agnesi possa ritornare ad Imperia”.
Lina Campagna
“La chiusura dell’Agnesi è stata una cosa terribile. Non riesco ancora adesso a farmene una ragione. Era una fabbrica che poteva ancora andare avanti, che funzionava, hanno fatto crede che era obsoleta, mentre hanno fatto smontare le macchine di Imperia per portarle a Fossano.
Hanno fatto credere cose che strane, la gente tutto questo non lo sa. È stata fatta una terra bruciata da tutti. Anche i miei colleghi alla fine si sono rassegnati, non volevano più fare iniziative, non volevano più fare niente perchè ormai si erano rassegnati.
Non riesco a rassegnarmi, l’Agnesi secondo me non doveva chiudere come è stato fatto. Se c’era una politica regionale a Imperia, l’Agnesi secondo me poteva andare ancora avanti e invece l’hanno fatta chiudere loro.
Ci siamo sentiti ricattati da tutti, dai sindacati, dal sindaco. Il sindaco ci diceva di stare tranquilli , era lui che negoziava con Colussi. Alla fine si è sentito preso per i fondelli anche lui. Questo ce lo ha detto.
Lui era un imprenditorie, quando Colussi ha preso Agnesi, voleva andare avanti, voleva fare la famosa porta del mare. Un dirigente dell’Agnesi, quando ha firmato al famosa lettera di licenziamento mi ha detto ‘Signora, per questo deve dire grazie alla politica di Imperia’.
Ecco perchè io non riesco a rassegnarmi, tutto questo è stato fatto tutto dalla politica di Imperia, non hanno voluto che l’Agnesi andasse avanti”.
Fabio Raineri
“Non ci hanno considerato. Stiamo parlando di un pastificio di più di 120 anni.
Sono entrato 26 anni fa in un pastificio che contava quasi 500 persone per un territorio come Imperia, per finire nel 2016 con 100 esuberi che non fanno notizia, non fanno niente.
Cento posti di lavoro su Imperia comunque non ci sono più, senza parlare poi di un marchio storico, il primo in Italia e al mondo riconosciuto ovunque. Una qualità eccezionale che hanno fatto decadere.
Oggi quello che mangiamo arriva non da Fossano, ma dalla Russia dove han comprato il pastificio e dalla Polonia. Quando qui c’era un territorio che si prestava, il porto con le navi, c’era il silos a Savona, la ferrovia era comodissima, il mulino, uno dei più antichi d’Italia, la qualità dell’acqua invidiabile e oggi invece mangiamo porcheria. A fonte di speculazione edilizia.
È importante come dicono tutti riportare il marchio a Imperia, chiedo però con delle leggi chiare. Riportare il marchio a Imperia come si potrebbe fare e poi essere di nuovo presi in giro con un fittizio museo che impegna tre persone e una linea di pastificazione per dare il contentino di 5 persone, è l’ennesima presa in giro. Questo allora non lo voglio”.