Si è svolto nel primo pomeriggio di oggi l’incontro in Camera di Commercio tra i due candidati sindaco che si sfideranno al ballottaggio del 24 giugno 2018, Luca Lanteri e Claudio Scajola, e i titolari del posto barca soci Appi.
L’obiettivo della conferenza è stato quello di sottoporre ai due candidati le note problematiche legate al Porto Turistico di Imperia, per illustrare eventuali proposte e soluzioni in caso di elezione.
Luca Lanteri
“Inutile fare analisi del passato, è importante la sostanza.
Non avete acquistato una proprietà ma avete acquisito dei diritti per 55 anni, 5 relativi ai tempi di costruzione e 50 ai tempi di utilizzo. Il porto è stato parzialmente realizzato e collaudato nel 2009 per la parte a mare. Avete acquisito i diritti dalla Porto di Imperia Spa. Poi c’è stata la revoca della concessione demaniale, diversi gradi di giudizio.
Ora vi ritrovate senza i diritti che avete pagato e capisco il vostro stato d’animo. Porto rispetto e considerazione dello stato delle cose.
Cosa fare? Bisogna partire immediatamente con energia sulla pratica, rimettendo le mani sul progetto che deve essere completato. Per semplificare e modificare le opere a terra, per renderlo realizzabile e sostenibile.
Avete comprato posti barca e spazi nel momento in cui l’economia girava a mille. Oggi è più difficile. Ridimensioneremo il progetto. Questo passerà attraverso la richiesta di concessione demaniale. Sarà posto in capo a un soggetto pubblico, interamente pubblico.
Il primo problema: per quanto chiedere la concessione demaniale? Faremo in modo di chiederla per il tempo più lungo possibile. Così potremo arrivare a una trattativa con chi è titolare di posti barca per trovare una chiusura del contenzioso e risolvere le problematiche.
È una materia complessa. Avete investito sul porto e sulla città di Imperia. Da un lato potrete rinunciare ai contenziosi e dall’altra vi verrà riconosciuto il diritto più lungo possibile nel tempo.
Una volta che ci sarà un nuovo titolare dello specchio acqueo si potrà mettere mano alle trattative di contenzioso.
Non voglio illudere nessuno, è una materia complicata. Prendo impegno massimo, ce la metteremo tutta. In Comune troverete interlocutori seri e preparati. Non perderemo un secondo di tempo. Da parte vostra ci vuole pazienza, anche se ne avete avuto già tanta.
Avete il diritto di tornare in “possesso” del posto barca e di trovare attorno servizi, viabilità, spazi a terra che interagiscano tra loro e con la città. Ci sentiamo attrezzati e preparati”.
Antonio Parolini
“Sono entrati due tipi di risorse finanziarie, i 120 milioni delle banche che sono esclusivamente transitati da i Imperia, entrati in Acquamare, una società con un capitale sociale da 10 mila di euro per fare un intervento da decine di milioni di euro, e il giorno dopo sono andati ad Acquamarcia, che era la holding del gruppo.
Acquamare era una società di scopo costituita con 10 mila euro di capitale sociale per costruire il porto turistico di Imperia, creata il giorno prima. Le banche nel porto turistico di Imperia non ci hanno messo 1 euro, perché i loro soldi sono transitati in Acquamare pensando di iscrivere un’ipoteca che avesse valore, ma invece non era così. Sono andati nella tesoreria e poi sono andati a pagare i debiti che Acquamarcia aveva con le banche. Le banche hanno voluto trasformare un debito chirografario, dunque non garantito con Acquamarcia, l’hanno fatto passare su Imperia iscrivendo un’ipoteca qua. Le banche non hanno nulla da pretendere e da essere risarcite.
I soci della Porto di Imperia ci hanno messo 4 spiccioli rispetto all’investimento globale, superiore ai 100 milioni di euro. Il dato effettivo è che il porto di Imperia è stato costruito con i soldi dei titolari di posti barca.
È dovere dello stato cercare un modo per risarcirvi. Io non voglio fare nessuna promessa, non se ne possono fare. Voi siete stati… (“truffati” dicono i titolari), ecco lo avete detto voi. Il pubblico non può risarcire un privato, ma con la rinuncia alle cause che voi giustamente potete fare possiamo trovare una soluzione per ristorare il danno.
La società che gestirà il porto sarà pubblica. Ci vogliono circa 20 milioni per finire il porto. Se le banche non ci daranno fiducia finiremo il porto in permuta. che non vuol dire dare le quote in permuta, ma significa sul valore costruttorio, ovvero l’impresa di costruzione costruisce 10 appartamenti e ne dà 3 in permuta”.
Piera Poillucci
“La vostra triste vicenda è andata di pari passo con la triste vicenda della città. Dal punto di vista giuridico, fortunatamente il fallimento della Porto di Imperia Spa ha fatto ricorso. Il fatto che penda ancora un contenzioso oltre alle vostre vertenze, rende possibile la stipula di una transazione. Il Comune vi ha chiuso le porte in faccia molte volte. Se c’è la volontà dell’amministrazione c’è la possibilità di un accordo. Quello che noi speriamo è di sperare di trovare una transazione con voi. Bisogna trovare una quadra che vada bene per tutti. A beneficio vostro e della collettività”.
DOMANDE
Avvocato Pani
“Assisto gli sfortunati titolari di posti barca. L’iniziativa del sindaco uscente Capacci di un tentativo di conciliazione. Ha un’idea in proposito? Può essere un punto di partenza condivisibile?”.
Luca Lanteri
“Sono riuscito a leggerlo, Penso sia un buon punto di partenza. Ci sono delle variabili che andremo a puntualizzare”.
Antonio Parolini
“È condivisibile perché è la strada che si deve percorrere. Eliminiamo tutte le cause e il fallimento. Gli interlocutori sono il Comune e i titolari, le banche non c’entrano niente e neanche le società partecipate perchè daranno le quote in capo al Comune. Stiamo aspettando una sentenza da anni da parte della commissione tributaria. Parliamo di un’evasione fiscale da 140 milioni di euro che tutti hanno già detto che non c’è. Questo per far capire quanto è assurda questa storia. Questa lettera di intenti la sposiamo al 1000 per 1000.
Le mie due prime settimane: la prima settimana convocare le parti in causa e la seconda settimana convocare Colussi. Il futuro di Imperia passa dal porto di Imperia, che doveva essere il nostro volano per l’economia, e dall’Agnesi, che comunque rappresenta gran parte del water front di Imperia. Il porto di Imperia da essere la nostra fortuna è diventata la nostra disgrazia. Così come l’Agnesi.
Senza gli introiti del porto di Imperia il comune non avrà mai le risorse per la spesa corrente, non farà mai manutenzione”.
Domanda 2
“Ha sostenuto che la truffa sia avvenuta tra privati e titolari, ma ci si dimentica che il Comune aveva un terzo delle quote. Quando siamo andati a prendere il posto barca c’era scritto “comune di Imperia”, era ingannevole”.
Antonio Parolini
“Il comune ha stabilito la permuta con il privato, ha preso il 30 per cento, il privato il 70. Ma bisogna andare a vedere cosa c’era nel 30 e cosa c’era nel 70. È stato il primo errore. Il secondo è stato quello di non vigilare sulla partecipata. Come si fa a far costruire un’opera a un Srl costituita il giorno prima con un capitale sociale da 10 mila euro? Questo va chiesto a chi ha amministrato la Porto di Imperia”.
Luca Lanteri
“A Imperia c’è stata una cattivissima gestione della Porto di Imperia e una pessima scelta del gestore”.
Domanda 3, ex presidente Appi
“Notizia recente è che la Corte dei Conti ha detto che il Comune di Imperia non si può addebitare ulteriormente. C’è stata una fideiussione per lavori che non avevano nulla a che fare con il Porto. Insieme al presidente di Assoporto ho riportato le nostre esigenze, ossia il mantenimento dei diritti dei titolari di posto barca. L’obiettivo è la gestione pubblica e la ricerca di risorse pubbliche. Se l’amministrazione futura si trova in difficoltà e deve rivolgersi a un privato, la titolarità dei posti barca rimane?”.
Luca Lanteri
“Bisogna costruire un piano economico finanziario sostenibile. Congeliamo i vostri posti barca. Rimangono degli altri posti barca e spazi a terra. Bisognerà ricostruire un equilibrio economico finanziario e verrà richiesta la concessione. Il comune può costruirlo direttamente, o rivolgendosi al credito bancario o procedendo per step, iniziando a vendere per finanziare l’intervento successivo, oppure c’è l’opzione della permuta: la titolarità dell’opera deve rimanere pubblica, si cercano costruttori con gare di appalto. A mio modo di vedere una buona soluzione sarebbe quella di dividere i lavori del porto turistico in lotti”.
Domanda 4
“Ho ricevuto un avviso di garanzia per occupazione abusiva di area demaniale, come molti altri. Cosa può fare il Comune?”.
Piera Poillucci
“La strada delle cause a tutti i costi è quello che non deve fare un’amministrazione, ma non possiamo influire su 89 procedimenti penali, se ve lo dicessi sarebbe una bugia”.
Antonio Parolini
“Per le abitazioni, quelle già vendute saranno finite o raggruppate. Faremo degli accordi”.
Luca Lanteri
“Faremo fatica ma ce la faremo a tenere in piedi un quadro economico finanziario. La residenza era una presa in giro che funzionava in una bolla speculativa.
Sono stato assessore, ma ero andato via sbattendo la porta perché il problema grosso era Caltagirone. Non ho avuto posizioni di gestione all’interno della giunta comunale per quanto riguarda la parte di controllo della partecipata, mi sono occupato solo dell’iter progettuale”.
Interventi Luca Lanteri. Antonio Parolini, Piera Poillucci
Discussione
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