Si è svolta oggi, lunedì 18 giugno, la conferenza per la presentazione del documento di analisi “L’economia della Liguria”, organizzata dalla Camera di Commercio Riviere di Liguria – Imperia La Spezia Savona e dalla Banca d’Italia.
L’incontro si è svolto presso la sede di Imperia della Camera di Commercio Riviere di Liguria, alla presenza di Luciano Pasquale, presidente della Camera di Commercio Riviere di Liguria, Marina Avallone, Direttore della Sede di Genova della Banca d’Italia e Alessandro Fabbrini, Divisione Analisi e Ricerca economica territoriale della Sede di Genova della Banca d’Italia.
Marina Avallone
“Siamo venuti qui ad Imperia a presentare la nostra analisi annuale sull’economia ligure relativa al 2017. L’economia ligure quest’anno è cresciuta, sono cresciute molto le esportazioni.
La crescita dell’economia è stata quasi del 4,3% e ha visto irrobustirsi tutti i settori della manifattura. Nei servizi il turismo ha senz’altro avuto un’ottima performance riguardo al numero delle presenze. Per quanto riguarda le costruzioni ancora il settore stenta a crescere , è un anno difficile.
Le note dolenti riguardano un po’ l’occupazione che cala e gli investimenti che diminuiscono rispetto al 2016″.
Luciano Pasquale
“Banca d’Italia ha già presentato alcune riflessioni a Genova e oggi è l’occasione per andare nelle prvincie. Siamo qui a Imperia per illustrare la situazione economica delle riviere e in particolare il territorio di Imperia.
È una riunione molto importante perchè Banca d’Italia è autorevole delle sue analisi. Noi qui facciamo una discussione relativa all’economia che il territorio imperiese nel suo complesso è molto complicata.
Imperia in questo momento economicamente è la provincia in più difficoltà di tutta la Liguria.
Qui dobbiamo trarre gli elementi di riflessione per impostare politiche di sviluppo, politiche di recupero e valorizzazione delle potenzialità, il turismo, l’agroalimentare che sono i settori che danno più riscontri negli ultimi anni e soprattutto individuare quali sono le azioni concrete e gli elementi da sottoporre che poi istituzionalmente deve prendere le decisioni per rimettere in condizione di impresa e di sviluppo, sia del lavoro che dell’economia questo territorio.
È una iniziativa che si fa con il rapporto autorevole di Banca d’Italia e che ha assolutamente un rilievo per noi importante come momento di riflessione e di proposta.
L’economia della Liguria: ecco i dati della Banca d’Italia
Le imprese:
In base all’Indagine della Banca d’Italia sulle imprese con almeno 20 addetti (Invind), l’industria regionale ha conseguito un parziale recupero delle vendite (4,3 per cento; -7,6 nell’anno precedente), favorito dall’espansione delle esportazioni (8,1 per cento); nel comparto permane comunque una notevole eterogeneità delle situazioni aziendali. Anche il terziario ha riportato una crescita: i settori turistico e logistico-portuale hanno visto un incremento significativo rispettivamente dei pernottamenti e dei traffici (3,1 e 9,5 per cento); gli esercizi commerciali hanno registrato un aumento degli acquisti delle famiglie. È proseguita la difficile situazione congiunturale dell’attività edilizia, con una contrazione del valore della produzione; nel mercato immobiliare il numero di compravendite si è innalzato (4,5 per cento), ma con prezzi ancora in calo (-1,7 per cento).
L’andamento moderato della crescita economica in regione e gli ancora ampi margini inutilizzati di capacità produttiva hanno concorso a limitare la spesa per investimenti fissi da parte delle imprese, malgrado le favorevoli possibilità di accesso al credito e la presenza di incentivi fiscali sull’acquisto di beni strumentali. La ridotta spesa per investimenti ha determinato un fabbisogno finanziario contenuto, mantenendo debole la domanda di credito. A fronte di criteri di offerta rimasti accomodanti, i prestiti bancari alle imprese hanno continuato a ridursi (-2,4 per cento). Nel complesso il loro grado di indebitamento – espresso dal rapporto tra debiti finanziari e fatturato – è ulteriormente diminuito, ma rimane superiore al livello precedente la crisi.
Il mercato del lavoro:
Le condizioni del mercato del lavoro sono rimaste difficili, con un calo dell’1,1 per cento del numero di occupati, ascrivibile essenzialmente alla componente indipendente (-6,8 per cento), e un miglioramento solo marginale del tasso di disoccupazione, passato dal 9,7 al 9,5 per cento. Gli effetti della ripresa si sono invece manifestati nel minore ricorso alla Cassa integrazione guadagni, scesa significativamente sia nella gestione ordinaria (-17,8 per cento), sia in quella straordinaria (-42 per cento circa). La domanda di lavoro espressa dalle imprese liguri si caratterizza, rispetto al Nord Ovest e all’Italia, per la minore propensione ad assumere personale con un elevato livello di istruzione o di capacità professionali.
Le famiglie:
I consumi delle famiglie hanno segnato un leggero progresso, frenato però dalle condizioni del mercato del lavoro. Vi si è accompagnato un rafforzamento della domanda di credito, con una crescita dei mutui per l’acquisto di abitazioni e soprattutto del credito al consumo (rispettivamente 2,0 e 8,0 per cento). Le famiglie liguri si differenziano dalla media italiana da un lato per una ricchezza pro capite molto elevata (quasi 250.000 euro; 158.000 per l’Italia), determinata dalle alte quotazioni degli immobili residenziali ubicati in regione, e per un contenuto indebitamento finanziario in rapporto al reddito disponibile; dall’altro per l’alta incidenza dei nuclei familiari in povertà assoluta.
Il mercato del credito:
Nel 2017 l’attività di erogazione di prestiti in Liguria è stata determinata essenzialmente da fattori di domanda, in un contesto complessivamente disteso di accesso al credito. I finanziamenti al settore privato non finanziario hanno ristagnato, risentendo dell’andamento di quelli alle imprese; la dispersione delle condizioni applicate su questi ultimi ha riflesso, in misura maggiore rispetto al periodo precedente la crisi, i diversi profili di rischio della clientela. La qualità del credito, sia pure in rafforzamento, mostra il perdurare di situazioni di fragilità; i nuovi flussi di posizioni deteriorate sono rimasti quantitativamente significativi (4,4 per cento; 3,7 nel 2016), a fronte di un contributo ancora limitato dei casi di miglioramento. Si è intensificato il processo di riduzione delle sofferenze accumulate, grazie anche a operazioni di cessione e di stralcio dai bilanci delle banche.
La finanza pubblica:
Nel triennio 2014-16 la spesa primaria delle Amministrazioni locali liguri è diminuita dell’1,0 per cento all’anno. Le nuove regole di bilancio degli enti territoriali non sembrano avere incentivato in misura significativa la spesa per investimenti, che non ha mostrato segnali di recupero: nello stesso periodo la sola spesa in conto capitale è scesa dello 0,8 per cento annuo. Nel 2017 è proseguito il calo dell’indebitamento (-4,7 per cento), la cui incidenza sul PIL è inferiore alla media nazionale (5,0 per cento in regione rispetto al 5,4 per il complesso delle Amministrazioni locali italiane).