Si è svolta oggi la conferenza stampa presso la Procura di Imperia, alla presenza del procuratore aggiunto Grazia Pradella, del PM Barbara Bresci e del commissario di Polizia Giuseppe Lo Deserto, per ricostruire i fatti che hanno portato all’omicidio avvenuto ieri pomeriggio a Sanremo. Vittima, Fernando Foschini, barista 63enne.
La Polizia nel corso di alcune ore ha fermato il presunto killer, Alessandro Verrigni, artigiano edile di 42 anni, questa mattina trasferito al carcere di Imperia, accusato di omicidio volontario.
La ricostruzione della vicenda
L’omicidio risale alle 18.30 circa di ieri pomeriggio, quando Verrigni, a bordo di uno scooter, si sarebbe recato in via Padre Semeria, a Sanremo, dove avrebbe incontrato Foschini, anche lui in moto. A qual punto, il 42enne avrebbe speronato la vittima, facendola cadere, estraendo poi un coltello e colpendola a morte. Il tutto, sarebbe confermato da un testimone oculare.
Il presunto omicida sarebbe poi fuggito in scooter ed è stato poi rintracciato dalla Polizia dopo alcune ore nelle vicinanze di un supermercato a Pian di Poma, con i vestiti sporchi di sangue.
Il movente dell’omicidio
Secondo una prima indagine, le ragioni del gesto sarebbero riconducibili a screzi risalenti a diversi anni fa, a causa di crediti che Verrigni sosteneva di vantare nei confronti di Foschini per dei lavori al bar mai pagati. In più occasioni ci sono stati episodi di violenza tra i due, sfociati anche in una condanna di Verrigni a 7 mesi di reclusione e al pagamento di 10 mila euro di risarcimento.
Grazia Pradella
“Ieri nel tardo pomeriggio si è verificato un grave fatto di sangue a Sanremo. Il Pm di turno con la consueta professionalità ha iniziato a coordinare le indagini sin da subito, intervenendo sul luogo. Indagini effettuate dalla squadra mobile della Questura di Imperia e del Commissariato di Sanremo. Prontissima risposta da parte della magistratura e delle Forze dell’Ordine.
Il soggetto posto in stato di fermo dalla collega Barbara Bresci sarà interrogato nelle prossime ore dal Gip per la convalida del fermo e la valutazione della richiesta di applicazione di misure cautelari”.
Barbara Bresci
“Abbiamo avuto dalla nostra fin da subito il fatto che fossero presenti dei testimoni oculari che hanno permesso di ricostruire sia l’identità dell’aggressore, sia il mezzo e anche le modalità di utilizzo dell’arma, che tutt’ora non è stata trovata.
Le immagini di video sorveglianza del Comune di Sanremo, che ci hanno consentito di ricostruire il passaggio dei due motorini, prima della persona offesa e poi dell’aggressore, per le strade cittadine, sino al luogo dove è stato trovato il cadavere del Foschini.
Prova di un delitto premeditato, perchè tra le parti di questa efferata vicenda erano noti anche l’ufficio dei dissidi, c’era dell’astio di vecchia data, sfociato anche in una controversia di natura giudiziaria. Questo può essere stato il movente.
Le ferite sono state molto profonde. Una dei testimoni ci ha fornito la descrizione del coltello: un coltello da cucina con lama di circa 30 cm, dalla base più larga e la punta più stretta.
La contestazione dell’aggravante e della premeditazione è stata resa possibile grazie alla ricostruzione del percorso effettuato dall’aggressore e dal fatto che egli ovviamente possedesse un coltello, che poi ha utilizzato, certamente non per caso perchè lo teneva nel bauletto dello scooter per uccidere poi il Foschini”.
Giuseppe Lodeserto
“Dopo l’omicidio sono state impiegate le Volanti del Commissariato, la Squadra di Polizia Giudiziaria, la Squadra Mobile. Sono state allertate la frontiera e tutti gli uffici periferici perchè c’era il timore che un soggetto che andava in giro armato, con una aggressività già manifestata potesse commettere ulteriori fatti delittuosi e anche autolesivi.
Lo abbiamo cercato ininterrottamente e una pattuglia del reparto prevenzione crimini della Regione Liguria è stata particolarmente brillante nell’individuarlo e nell’intercettarlo. Aveva delle macchie ematiche sui vestiti, erano gli stessi che erano stati indossati al momento dell’aggressione, il mezzo con il quale è stato intercettato era lo stesso con cui si era portato sul luogo del fatto, lo abbiamo intercettato e i successivi accertamenti attraverso le immagini delle telecamere e un’altra serie di riscontri sia testimoniali che di natura documentale, hanno consentito di portare all’autorità giudiziaria degli elementi che noi appaiono particolarmente gravi.
Certi accertamenti li hanno fatti nell’immediatezza, non possono essere riferiti e per questo motivo sono stati effettuati subito in Ospedale alcuni accertamenti finalizzati alla verifica dell’eventuale assunzioni di sostanze stupefacenti o alcoliche”.
Barbara Bresci
“L’interrogatorio non c’è ancora stato. Le indagini sono tutt’ora in corso per cui dobbiamo anche mantenere il riserbo e continuare l’attività”.
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