“Lo stabilimento Agnesi di Imperia non ha futuro”. Non ha usato mezze parole Sergio Moriconi, direttore del personale della Colussi, nel corso dell’incontro sul futuro dell’Agnesi tenutosi in Regione Liguria e richiesto a gran voce dal consigliere regionale di Forza Italia Marco Scajola, alla presenza della Giunta, del consiglio regionale, del Sindaco di Imperia Carlo Capacci, del direttore di Confindustria Paolo Della Pietra e dei sindacati.
“Ho chiesto la convocazione della Commissione Quarta della Regione Liguria sul caso Agnesi, alla presenza di tutte le parti in causa, per avere una fotografia dettagliata della situazione e purtroppo l’ho avuta – ha spiegato Scajola a ImperiaPost – Le dichiarazioni dei vertici della Colussi mi hanno lasciato sgomento. A noi interessa che l’azienda rimanga a Imperia e che vengano salvaguardati i posti di lavoro. Le amministrazioni passate, e mi pare anche quella attualmente in carica, hanno sempre dato la massima disponibilità, ora tocca a Colussi parlare chiaro e dare garanzie alla città. Capisco la crisi, ma non ritengo sia una giustificazione per tirare i remi in barca. Riconosciamo gli investimenti di Colussi in questi anni, ma vogliamo maggiori garanzie. Credo che oggi molte carte si siano scoperte. Unica nota polemica, da parte mia, l’assenza degli assessori Vesco, che ha abbandonato l’incontro dopo pochi minuti, e Guccinelli in un’occasione così importante. Probabilmente per loro ci sono priorità più importanti. Non basta venire a Imperia a farsi immortalare dai giornalisti, se poi non si è presenti nei momenti cruciali“.
“Non voglio alimentare false speranze. La soluzione al problema Agnesi è difficile, se non impossibile a fronte delle problematiche rappresentate oggi dai vertici dell’azienda – ha aggiunto il Sindaco di Imperia Carlo Capacci – Non parliamo più della famiglia Agnesi, che trova la sue radici a Imperia, ma di un gruppo nazionale che si trova a fare i conti con uno stabilimento che comporta costi di trasporto e costi di produzione elevati e fuori mercato. Costi di produzione superiori ai prezzi di vendita. Abbiamo proposto varie soluzioni alternative a Colussi. Ad esempio, potrebbero cambiare la produzione, non più pasta, ma altri prodotti, oppure accettare il trasferimento dell’azienda in un’altra area, sempre nel Comune di Imperia. Certamente, se Colussi riuscisse a vendere l’operazione immobiliare ‘Porta del Mare’ non sarebbe male. Quando ho detto che la variante al progetto andava approvata era perché avevo capito che c’era un problema. Imperia deve cercare di essere competitiva verso l’imprenditoria, ovviamente senza permettere speculazioni o arrivi di nuovi Caltagirone, visto ne abbiamo già avuto abbastanza di uno”.
“Pare che la situazione sia drammatica – conferma Gianni Trebini della Cgil – I rischi di chiusura nel 2015 sono confermati. Noi abbiamo ribadito la nostra posizione. Abbiamo chiesto un piano industriale che riguardi tutto il gruppo Colussi. Se non ci verrà consegnato entro fine mese, partiremo con le iniziative sindacali di protesta, di comune accordo con i lavoratori“.