Il Circolo del Partito della Rifondazione Comunista di Sanremo – Taggia aderisce alla Manifestazione a Ventimiglia del 14 luglio per la libertà di movimento di tutte le persone.
Manifestazione pro migranti a Ventimiglia: la nota stampa di Rifondazione Comunista
“Nel Mediterraneo,insieme a una moltitudine di donne e uomini migranti, naufraga l’Europa e quel mare che gli antichi romani chiamavano «nostro» è lo specchio della crisi forse definitiva di uno specifico progetto di integrazione continentale, avviato all’indomani della seconda guerra mondiale e poi sfociato nella nascita dell’Europa.
C’È FORSE QUALCOSA di cui rallegrarsi in questa crisi e non sembra che il «ritorno della nazione» sia destinato a mettere in discussione il «neo-liberalismo» che abbiamo criticato nelle politiche europee. Al contrario, la sovranità rivendicata dalla nazione si mostra tanto feroce contro i poveri e gli estranei quanto spettrale di fronte al capitale finanizario e accondiscendente al cospetto delle retoriche e dei processi che puntano all’intensificazione dello sfruttamento del «capitale umano» di popolazioni impoverite e impaurite da anni di crisi .
Il violento disciplinamento che si impone sui corpi e sui movimenti dei migranti è una concreta minaccia contro le rivendicazioni di mobilità, di libertà e di autonomia di tutti i soggetti che non si conformano alla norma della nazione e alle gerarchie e che il più importante movimento che l’Italia abbia conosciuto negli ultimi due anni entro una dimensione transnazionale, si sia mobilitata in molte città contro la chiusura dei porti mostra che questa minaccia viene percepita la militarizzazione del Mediterraneo e il tentativo di approfondire i processi di«esternalizzazione»si pongono in una linea di continuità con il regime di controllo dei confini esterni.
OGGI I PATTUGLIAMENTI e respingimenti sembrano rappresentare l’unica logica nel controllo dei confini, mentre a lungo avevano costituito soltanto un aspetto di un più complesso dispositivo che determinava un processo di inclusione differenziale e gerarchica dei migranti.C’è da dubitare che questa politica di chiusura radicale possa stabiliarsi sul lungo periodo in un continente che per ragioni economiche e «demografiche» non può fare a meno della migrazione.
VENTIMIGLIA, da questo punto di vista,è un luogo emblematico di molte dimensioni della crisi che stiamo vivendo. La pressione sul confine italo-francese di migliaia di profughi e migranti approdati nel Sud del Paese ha assunto spesso -sin dalle proteste dei Balzi Rossi nell’estate del 2016-i caratteri di un’esplicita rivendicazione politica del diritto di mobilità in Europa.
A questa pressione il governo francese ha risposto con una politica di chiusura e spesso con la gendarmeria.
IL GOVERNO MUNICIPALE di Ventimiglia si è’ distinto per varie ordinanze con l’obiettivo di allontanare i migranti e di criminalizzare forme elementari di solidarietà, colpendo sui due lati del confine chi hanno prestato soccorso ai migranti, aiutandoli a passare la frontiera attraverso i monti della Val Roja. Un nuovo maquis,come si definì in Francia il movimento di resistenza e di liberazione nella seconda guerra mondiale,ha preso forma attorno a Ventimiglia, collegandosi alle migliaia di attivisti e attiviste che in questi tre anni si sono battuti in città contro la chiusura del confine e a fianco dei migranti.
ORA IL PROGETTO 20K chiama a una grande manifestazione a Ventimiglia, il 14 luglio data di qualche rilievo simbolico, non solo in Francia.È la prima manifestazione attorno a un confine in Italia nel tempo del «governo Salvini», formidabile occasione per cominciare a mettere in campo le forze che,dobbiamo crederlo, rovesceranno quel governo. La manifestazione di Ventimiglia si collega in primo luogo alle lotte dei migranti, nei campi e nelle città, nei centri di detenzione e nei magazzini della logistica,si collega alla rabbia per l’omicidio di oumaila aco, ai cortei con lo slogan prima gli sfruttati a Roma e a Reggio Calabria ma anche alle città solidali che da Palermo a Napoli, da Barcellona a Berlino chiedono a gran voce l’apertura di porti e frontiere.Si collega ai movimenti e alle lotte di chi rifiuta di vedere rinchiuse vite e desideri nella prigione della nazione.
I CAN’T BREATHE,«nonrespiro», sono state le ultime parole di Eric Garner, l’afroamericano assassinato dalla polizia a New York il 7 luglio del 2014 . Q
uelle parole sono diventate uno degli slogan di Black Lives Matter, delle mobilitazioni contro la violenza razzista della polizia negli saossono diventare l’urlo collettivo di un movimento di liberazione, in Italia e in Europa. A partire dal 14 luglio, a Ventimiglia”.