Chi è e che cosa fa un “digital compositor”?
“È difficilmente traducibile in italiano, possiamo dire un “compositore di effetti speciali digitali visivi”. Ho studiato l’editing video e sono sempre stato appassionato di design, poi mi sono indiziato verso il compositing e l’editing.
Questo mestiere si può applicare negli ambiti più diversi, dai film e le serie tv, alle pubblicità, alle aziende per creare contenuti video illustrativi, e molto altro. È quindi un lavoro molto creativo, ma che può anche essere applicato per lavori più canonici”.
Quando e perché sei partito per New York?
“Sono andato via dall‘Italia quasi 10 anni fa, all’età di 25 anni. Fino a poco tempo fa non c’era un percorso specifico da seguire in questo settore, si imparava sul campo. Il software con cui lavoro, “Nuke” è all’11esima versione, una ogni anno. È un continuo aggiornamento.
Ho frequentato una scuola di cinema, la New York Film Academy, poi ho iniziato a svolgere internship presso grandi aziende, fino a cominciare piano piano a lavorare. È così che ci si forma con l’esperienza. Ho studiato l’editing video e sono sempre stato appassionato di design, poi mi sono indiziato verso il compositing e l’editing.
Ultimamente anche in Italia si sta espandendo settore. Tanti giovani magari vorrebbero lavorare in ambiente creativo e pensano che si debba per forza uscire dal paese e andare in America, ma non è così. Ci sono grandi aziende anche in Italia e in Europa.
Non sono andato via per scappare, ma semplicemente per il desiderio di vivere un’esperienza all’estero. A New York le cose iniziavano a funzionare e sono rimasto, ma non avevo nulla contro l’Italia, semplicemente trovavo la dinamicità di qui più affine a quello di cui avevo bisogno a momento. Sono sicuro che avrei trovato la mia strada anche in Italia e non escludo di tornarci un giorno. Tutto dipende dalle opportunità e da ciò che si desidera nella vita”.
Quali differenze ci sono nella vita “newyorkese” e quella “italiana”?
“Qui a New York la vita è molto costosa. C’è un altro approccio alla vita rispetto a quello italiano e in generale europeo. Da noi è importante fare soldi, ma non così tanto come qui. Noi lavoriamo per vivere, qui vivono per lavorare. Devi essere determinato, impegnarti, lavorare sodo, metterti in gioco”.
Qualche progetto a cui hai lavorato?
“Il primo film a cui ho lavorato è stato “The purge – Election year”, poi ne ho seguirti molti altri, dalla serie per Netflix “The Defenders“, la commedia horror sempre per Netflix “The babysitter”, il film “Glass”, il tv show “Limitless”.
Alcuni esempi di effetti speciali che aggiungi?
“Possiamo aggiungere di tutto, sangue, esplosioni, fumo, fiamme, ma anche togliere qualsiasi cosa, oggetti dalla scena, rughe, modifiche all’aspetto del personaggio. È quasi come usare photoshop, ma essendo in movimento, bisogna lavorare frame by frame, è molto complesso”.
Quanto tempo ci vuole per completare un progetto?
“Tutto dipende sostanzialmente dal budget. Di solito per i film c’è più tempo e si fa un po’ più con calma. Per le serie tv, invece, a volte si lavora di settimana in settimana, con scadenze più serrate, perché ci mandano le scene appena girate e di volta in volta vanno in onda. Dipende dai risultati che le persone vogliono”.
Qualche curiosità nei montaggi video?
“Una curiosità è che tutti gli schermi che si vedono nei film, di telefoni, televisioni, monitor, o di qualsiasi altro tipo, vengono tutti aggiunti dopo. All’inizio mi chiedevo: perché non lo fanno subito e risparmiamo tempo e denaro? Poi ho capito che probabilmente agiscono così perché vogliono avere la possibilità di cambiare le scene anche all’ultimo minuto, per avere tutto sotto controllo.
Un altro fatto particolare è che quando si vedono gli attori che vanno in macchina non sono mai in giro, sono sempre in uno studio che guidano con uno schermo verde. Sarebbe più semplice ed economico farlo direttamente per strada, ma anche questo lo fanno per poter avere tutto sotto controllo e cambiare come meglio credono”.
Progetti per il futuro?
“Per ora vorrei crescere e occuparmi di progetti sempre diversi. Mi piacerebbe passare più dalla parte creativa di produzione, con miei progetti personali, magari fare l’art director e il regista.
Adesso ho intenzione di occuparmi anche del mio canale YouTube, dove carico tutorial sulla creazione di effetti speciali. Non ne esistevano prima di canali specifici su questo software in italiano, quindi ho pensato di farlo io. Mi piacerebbe creare video corsi, dare consigli, creare cose personali. L’idea mi è venuta perché quando ho iniziato io non c’era niente di simile, mentre potrebbe essere utile per farsi un’idea su questo lavoro, specialmente per qualcuno che vive in paese e non ha accesso alle scuole, spesso costose. Da una parte io mi alleno e dall’altra posso dare una mano agli altri”.
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