Il consigliere di Imperia al Centro, Guido Abbo, interviene con una nota stampa in relazione alle precisazioni dell’assessore Giribaldi, sulla questione della valutazione delle azioni AdF.
La nota stampa del consigliere Guido Abbo
“La ringraziamo per la tempestiva risposta, che assume tuttavia il carattere di una difesa aprioristica politica del Sindaco ma risulta molto carente sotto il profilo tecnico. Peraltro Imperia al Centro non aveva la pretesa di risolvere la complessa materia della valutazione d’azienda con un comunicato stampa ma si limitava a sollevare un dubbio da approfondire, e l’Amministrazione non deve rispondere per comunicati stampa, ma per atti amministrativi.
Entrando nel merito della risposta, è vero che dal patrimonio netto vanno tolti gli utili 2017 distribuiti, ma analogamente vanno aggiunti gli utili 2018 sino ad oggi maturati, che per 7 mesi dovrebbero essere almeno intorno a 20/25 milioni di euro e quindi oggi il patrimonio netto dovrebbe essere intorno ai 440 / 450 mln di euro, e la quota di patrimonio del Comune dovrebbe essere almeno pari a 3.900.000 di euro (intorno a 5,50 euro ad azione).
Il problema principale però è che l‘Assessore non cita neppure le prospettive reddituali, da considerare in aggiunta al valore patrimoniale (quale esso sia); pertanto andremmo a regalare all’acquirente, oltre a parte dell’utile 2018 sino ad oggi maturato, anche tutti gli utili futuri. E’ assolutamente normale, nelle valutazioni di azienda, inserire nel prezzo oltre al valore patrimoniale una quota attualizzata degli utili futuri di cui beneficierà l’acquirente, perché in questo caso non se ne tiene conto?
Per quanto riguarda la “boutade” che l’amministrazione precedente avesse inserito la vendita nel bilancio 2018 come già effettuata, l’Assessore confonde forse due piani distinti: nel bilancio è stato inserito soltanto lo stanziamento dell’entrata prevista; cosa diversa è invece l’accertamento dell’entrata, che non è invece stato fatto e che si potrà fare soltanto al momento della vendita delle azioni.
La risposta pare confermare i nostri timori; nessuno si è posto il problema di valutare se l’alternativa offerta dal Decreto Madia (liquidazione della quota) sia più favorevole della vendita delle azioni.
Il valore di mercato delle azioni AdF è fortemente condizionato dal fatto che le trattative dei vari Enti che hanno ceduto le azioni negli ultimi anni sono state tutte molto sbilanciate, sotto il profilo dei rapporti di forza contrattuali: di fatto le aste sono rivolte a un solo possibile acquirente, il gruppo Gavio, che ha imposto il suo prezzo alla fila di Sindaci e Presidenti di provincia che sono andati, con il cappello in mano, ad offrire le azioni in vendita.
Il Sindaco Scajola avrebbe oggi a differenza di chi ha venduto prima di lui, la possibilità di usare la strada alternativa offerta dal Decreto Madia: può imporre ad AdF la liquidazione della quota fatta sulla base di parametri oggettivi anziché subire il prezzo determinato dall’acquirente.
Imperia al Centro ha apprezzato la rapidità e l’efficienza del Sindaco nel prendere in mano il dossier, ed è vero che l’offerta ricevuta gli consente di stanziare una somma aggiuntiva a tutela degli equilibri di bilancio, ma ritiene che dovrebbe dotarsi di qualcosa di più tecnico di un comunicato stampa, per avere la certezza che quell’offerta sia il massimo ottenibile. Il tutto senza alcuna polemica, con spirito di collaborazione, soltanto con l’obiettivo di realizzare il massimo a favore dei cittadini di Imperia”.