Ancora una volta e sempre meglio. Un giudizio espresso dai molti giocatori di “pallonetto” o balètta o palla elastica, recentemente entrata a far parte degli sport tipici regionali, mentore il presidente del Consiglio Regionale Alessandro Piana. Il quale, peraltro, lontano da qualsiasi tipo di isolamento edonistico, era regolarmente in campo a soffrire caldo e sete come tutti gli altri.
Il torneo, organizzato dalla Pro Bestagno con gli amici del pallonetto locali, mentore Paolo Gheza e soci, ha fatto rivivere per un giorno la festa di ogni anno, con leccornie a cena e persino la doccia da piazza per il rinfresco doveroso in questi giorni di ondata di calore. Se poi si somma il calore del pubblico, sempre attento e presente, per una festa applicata allo spirito sportivo che si è protratta dalle 15.30 in avanti, senza un attimo di respiro. Si è giocato fino a notte, peraltro, con l’ottimo impianto di illuminazione coordinato da ENG elettrica.
Si presentano alla tenzone 12 squadre, con formazioni piuttosto eterogenee e qualche ritorno di fiamma, che tanti ricordano con nostalgia. La circostanza si materializza nel rivedere in campo Raffaello Papone, una vita da mediano nel calcio professionistico, bestagnino, enfant du pays in ragione di una famiglia che aveva bottega direttamente sul campo di gioco. Che poi è sempre quello che Raffaello ha solcato da ragazzino, alternando i giochi sferistici, dove vinceva da par suo, al pallone da football, sirena ben più allettante che lo ha condotto lontano dal paese natio. Per tornare a giocare, però, dopo 35 anni.
I gironi di qualificazione sono stati combattuti, con partite a tempo e non senza sorprese. Del resto, è necessario abituarsi alla palla da tennis completa di rivestimento, nonché al campo di gioco: battuta au picà (e se non conosci qualche segreto del mestiere, sono tutti falli al lancio), campo largo che si stringe nel caruggio a lato della chiesa, quindi è necessario “centrare il buco”.
E non è facile. Fra i risultati di spicco si nota la performance di Calmarini, che era davvero in palla, anche di fronte a chi si sarebbe piazzato molto avanti. La terna di Matteo Martini si impone su quella dei galacticos guidata da Paolo Chiapello.
Risultato che fa rumore. E infine si nota la strenua difesa della terna di Alassio, che si presenta davvero tirato a lucido da par suo. Per i quarti di finale si deve disputare un minitorneo fra le migliori terze, che allunga e sala tutta la tenzone. Infine si passa ai quarti di finale. Il trio di Calmarini vince il girone e anche il suo quarto di fronte all’insidioso gruppo di Alassio.
Da par suo Martini, che se la vede con l’onusto Papone: Martini, come acutamente nota il giocatore e suiveur Marco Simone, varia la battuta, prediligendo, se possibile, palloni radenti a mezza altezza. Non facile, ma rendono. Paolo Somà, l’highlander del pallonetto, si gioca non senza acrobazie, un match che lo vede perdente, sia pure coadiuvato da un Claudio Semeria che ci mette tutta la sua esperienza.
In ogni caso di fronte c’è un muro fatto di elasticità e sagacia tattica: nulla da fare. Chiapello e soci vanno avanti. Infine Ardissone “Anciuetta” ha la meglio sul trio capitanato da Paolo Dulbecco, con Piana al lancio e Lepri a fare barriera in avanti.
Però Ardissone ha dalla sua la potenza di Bernardi e la presenza polipesca di Stefano Tiraboschi, entrambi figli della cultura sferistica di Sant’Agata, dove il campo di gioco è simile a quello bestagnino.
Le semifinali sono scritte:
Martini ha la meglio su Calmarini, che ha compagni di squadra a comporre un quadro di esperienza e gioventù sfrontata: Marco Simone, left wing sempre in posizione e il giovanissimo Patrick Gheza, premiato come più giovane in campo, già estremo di categoria under 14 nell’Imperia Rugby e ormai atleta vero.
Nella parte bassa del girone viene fuori la vena del trio meraviglia, con Roberto Acquarone ormai terzino di esperienza nella canea del caruggio, Bonavia che è in battuta e fa da primo argine e un Chiapello che dal fondo ha ormai imparato a gestire un gioco ai tempi fin troppo audace. Peraltro, il gioco dei tre è mutato e si è consolidato dopo la vittoria, larga solo nel punteggio, di fronte al gruppo Somà.
Finale dunque tra i detti e Martini, coadiuvato da Diego Arrigo e da un Paolo Gheza in grande spolvero.
Martini è in versione la culebra (non è un parolaccia, è come il silente e pericoloso Carrillo, ala peruviana giramondo…colpisce in silenzio, è appunto, un colubro, un serpente), non regala nulla, ma di fronte ha tre mostri sacri, che vincono per quattro giochi ad uno e si aggiudicano il prestigioso trofeo, offerto dal Presidente del Consiglio Regionale dell’Assemblea Legislativa Ligure.
Splendide e moderne, poi, le targhe per i vari premiati, con menzione per il già detto Papone e un Luca Mela da Sant’Agata che tutti rivogliono prontamente in campo. L’organizzazione, ovviamente, ringrazia i numerosi sponsor e si ripropone per l’anno prossimo, chissà, forse ed ancora con una novità in più.
[wzslider autoplay=”true” interval=”5000″ transition=”‘slide’” lightbox=”true” exclude=”339308″]