23 Novembre 2024 07:59

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PREMIO CAMPIELLO 2018: A TU PER TU CON LA VINCITRICE IMPERIESE ROSELLA POSTORINO. “UN ROMANZO CHE GIRA INTORNO ALLE MIE OSSESSIONI DI SEMPRE”/L’INTERVISTA

In breve: La vittoria della scrittrice imperiese Rosella Postorino alla 56esima edizione del Premio Campiello, con il romanzo "Le Assaggiatrici", ha suscitato grande approvazione nel mondo letterario italiano.

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La vittoria della scrittrice imperiese Rosella Postorino alla 56esima edizione del Premio Campiello, con il romanzo “Le Assaggiatrici”, ha suscitato grande approvazione nel mondo letterario italiano.

Premio Campiello 2018 – La vittoria di Rosella Postorino

Grazie a 167 voti su 278 della Giuria Popolare dei Trecento Lettori Anonimi, la Postorino, ha ottenuto il primo posto, seguita da “Le vite Potenziali” di Francesco Targhetta e “La ragazza con la Leica” di Helena Janeczek.

Rosella Postorino, originaria della Calabria, è cresciuta a San Lorenzo al Mare dove, quest’estate ha presentato nell’ambito della rassegna “Due parole in riva al Mare” il suo ultimo romanzo che ha conquistato i favori della critica.

ImperiaPost l’ha contattata per avere il suo commento post-premio Campiello.

L’intervista a Rosella Postorino

Com’è stato sentire il proprio nome essere pronunciato al momento della nomina del vincitore del premio Campiello?

“È stata ovviamente una grande emozione: molta felicità”.

Si aspettava questa vittoria, considerando anche gli altri titoli in finale?

“In tanti mi davano per favorita, ma io rispondevo: basta, per favore, ché se poi non vinco devo pure sentirmi in colpa per avervi deluso”.

Secondo lei qual è stato il fattore (o più di uno) che ha determinato la preferenza di ben 167 giurati su 278?

“Posso dirle che cosa mi scrivono i lettori o mi riferiscono al firmacopie durante le presentazioni, e cioè che hanno trovato Le assaggiatrici un romanzo coinvolgente, che ti fa stare nella pelle della protagonista, ti costringe a voltare pagina, e nello stesso tempo affronta questioni complesse, senza mai giudicare. Ma sto riportando il parere dei lettori. Io ho semplicemente scritto un romanzo che girava intorno alle mie ossessioni di sempre”.

Il suo “padrino” è stato Gad Lerner, il quale ha affermato di aver pensato, in un primo momento, “Che cosa c’entra una giovane donna calabrese con la Germania del 1943?”, mentre poi ha divorato il libro. Qual è la sua personale risposta a questa domanda?

“Una giovane donna calabrese non c’entra nulla con la Germania del 1943, e però tutti gli esseri umani c’entrano con quel periodo. Perché quel periodo è emblematico di come gli individui agiscano compiano su altri individui, della facilità di scivolare in forme di collusione se si è calati in situazioni estreme, della gabbia come condizione originaria e della lotta per l’esistenza come risorsa e condanna. Dunque riguarda chiunque, in ogni epoca”.

Un consiglio ai giovani scrittori che sognano di ottenere un giorno riconoscimenti per le proprie opere?

“Scrivere, faticare, non accontentarsi, riscrivere, abbattersi, disperarsi e poi scrivere ancora. Non è tanto una questione di crederci, è più l’importanza di rispondere a un bisogno insopprimibile. Se c’è, va assecondato senza risparmio”.

Quanto influiscono sul mondo della letteratura premi come il premio Campiello?

“È un premio importante, prestigiosissimo, che dà grande visibilità. Quindi solitamente ha un’influenza positiva elevata”.

Cosa farà adesso, un po’ di riposo o ha già in mente nuove storie?

“Riposo? Avevo già un calendario fitto sino alla fine dell’anno, e quindi adesso sto riempiendo le caselle del 2019 di nuovi appuntamenti. Parto solo nel weekend perché durante la settimana lavoro in ufficio come editor, quindi riposo è una parola che non conosco da almeno 4 anni. Ma sono contenta così”.

Per l’intervista integrale a Rosella Postorino sul romanzo “Le Assaggiatrici” (prima della vittoria del Premio Campiello):

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