Si tinge sempre più di giallo la tragica morte del 18enne Nathan Labolani, avvenuta domenica scorsa nei boschi di Apricale. Il giovane è stato raggiunto al petto da un colpo di carabina sparato da un cacciatore (29 anni, di Ventimiglia) impegnato in una battuta di caccia tra le squadre di Perinaldo e Camporosso regolarmente autorizzata.
Accanto al corpo del giovane, notizia di ieri, lunedì 1 ottobre, è stato trovato un fucile da caccia calibro 12, oltre a una cinquantina di munizioni, una torcia e un cappellino. Da quanto trapelato, però, nelle ultime ore, il fucile aveva la matricola abrasa.
Ucciso da un cacciatore nei boschi di Apricale: il mistero si infittisce
Cosa ci faceva il giovane Nathan Labolani nei boschi di Apricale con un fucile con matricola abrasa, un cappellino e una torcia? Questa la domanda a cui gli inquirenti dovranno dare una risposta. E’ possibile che lo stesso Nathan , che non aveva ne il porto d’armi, nè alcuna autorizzazione, fosse a caccia? E potrebbe essere questo il motivo che lo avrebbe spinto a nascondersi dietro a un cespuglio alla vista dei cacciatori? O forse cercava qualcosa in particolare? Il padre del giovane ieri, attraverso un’intervista all’agenzia Ansa, ha chiesto giustizia, rivelando di non essere a conoscenza del fatto che il figlio possedesse un fucile.
Ucciso da un cacciatore nei boschi di Apricale: disposta l’autopsia
Nel frattempo il Pubblico Ministero Luca Scorza Azzarà, titolare delle indagini, che vedono iscritto nel registro degli indagati, con l’accusa di omicidio colposo, il cacciatore che ha sparato il colpo che ha ucciso Nathan, ha disposto l’autopsia sul corpo del 18enne. E’ stata aperta anche un’inchiesta sull’arma trovata in possesso della vittima, in quanto con matricola abrasa.