Colpo di scena nell’ambito del processo che vede sul banco degli imputati l’imprenditore oleario Pietro Isnardi con l’accusa di indebito percepimento di fondi dalla Comunità Europea. Il collegio, formato dai giudici Aschero, Russo e Bossi, ha accolto l’eccezione di indeterminatezza dell’accusa mossa, presentata dall’avvocato Erminio Annoni, e il processo è stato annullato, con gli atti restituiti al Pm.
Accolta l’eccezione di indeterminatezza dell’accusa mossa a Pietro Isnardi
Secondo il legale di Isnardi, il capo d’imputazione per il quale è stato processato l’imprenditore oleario non sarebbe chiaro e, per questo motivo, ha presentato presentato un’eccezione di indeterminatezza dell’accusa mossa, accolta dal collegio dei giudici.
È quindi stata dichiarata la nullità del decreto di citazione a giudizio e gli atti sono stati restituiti al Pubblico Ministero che, eventualmente, dovrà riformulare l’accusa o optare per l’archiviazione. Nel frattempo, si fa più vicina la prescrizione, fissata per i primi mesi del 2020.
Annoni aveva già presentato l’eccezione in due occasioni differenti in sede di udienza preliminare, ma il procedimento è comunque approdato in aula.
Il processo a Pietro Isnardi: la vicenda
Secondo la Guardia di Finanza, a seguito delle perquisizioni della sede della Pietro Isnardi Spa, l’azienda olearia aveva chiesto, attraverso il Ministero dello Sviluppo Economico, 500 mila euro di contributi europei, dichiarando però, nella domanda di finanziamento un numero di dipendenti differente rispetto a quello illustrato nei bilanci societari. Un escamotage, secondo gli inquirenti, per ottenere il finanziamento, in realtà poi stoppato dopo la prima erogazione, pari a circa 100 mila euro, proprio a seguito dell’inchiesta delle Fiamme Gialle.
Lo scorso marzo l’imprenditore oleario Pietro Isnardi era stato rinviato a giudizio dal Gup Anna Bonsignorio con l’accusa di indebito percepimento di fondi dalla Comunità Europea.
Nell’aprile dello scorso 2016, il PM Alessandro Bogliolo, che nel frattempo è stato trasferito a Genova, aveva chiesto il processo per l’imprenditore, ma il giudice, all’epoca Massimiliano Botti, aveva chiesto ulteriori integrazioni sul capo di imputazione, in particolare in merito alle date delle presunte irregolarità nella gestione dei fondi europei e riguardo al numero di dipendenti dell’azienda al momento dei fatti.