Il Procuratore Aggiunto Grazia Pradella e il Sostituto Francesca Sussarellu hanno chiuso le indagini preliminari relative all’inchiesta che vede indagata Flavia Carli, ex dipendente dell’Ast (società in liquidazione di proprietà dell’Amat incaricata della riscossione dei tributi) con l’accusa di peculato.
Secondo le indagini delle fiamme gialle, a seguito dell’esposto presentato dall’ex presidente del CdA e dal presidente del Collegio Sindacale di Ast, mancherebbero all’appello alcune decine di migliaia di euro riferibili agli anni 2013, 2014 e 2015. Nel dettaglio, le fiamme gialle coordinate dal Maggiore Roberta Masci, avrebbero riscontrato delle differenze tra l’importo complessivo delle ricevute emesse e i versamenti effettuati in cassa. Proprio la Carli aveva il compito di effettuare i versamenti sul conto della società.
Inoltre, sempre secondo gli inquirenti, sarebbero emerse anche altre anomalie nella gestione della cassa, con un uso eccessivo del denaro contante e la scomparsa di interi faldoni contenenti mesi di documentazione contabile.
Ora il legale dell’indagata, Renato Giannelli, avrà venti giorni di tempo per presentare una memoria difensiva o per chiedere l’interrogatorio della sua assistita.
L’inchiesta sugli ammanchi di denaro dall’Ast, lo ricordiamo, fu all’origine di un’altra inchiesta che scosse il mondo politico imperiese, quello dei concorsi truccati a Rivieracqua (società consortile gestore del servizio idrico in alcuni comuni della provincia) e che vede ancora Flavia Carli indagata, assieme al figlio e altri (per i quali la Procura ha richiesto il rinvio a giudizio, ndr), con l’accusa di truffa perché “pizzicata” durante l’esame scritto in collegamento telefonico con il figlio per mezzo di auricolari “a timpano”.