Una vicenda iniziata nel 2012 , costellata di violenze e minacce, è stata denunciata da una donna vittima dei soprusi del suo ex.
Tutto è iniziato quando, dopo anni di violenze subite, la donna è riuscita a trovare il coraggio di rivolgersi alla Polizia di Stato e raccontare gli innumerevoli episodi che l’hanno segnata, sia psicologicamente che fisicamente, come testimoniano le numerose ferite, ormai indelebili, sul suo corpo.
Nel corso della loro convivenza, durata un paio di anni, spesso in evidente stato di alterazione alcolica, l’uomo la picchiava e le profferiva frasi del tipo “sei una nullafacente, sei una puttana, devi prostituirti”, isolandola dal mondo esterno e ingenerando nella vittima un perdurante e grave stato d’ansia e paura per la propria incolumità.
I soprusi erano diventati ormai insopportabili quando la donna ha deciso di mettere fine alla relazione e interrompere la convivenza, trovando rifugio da una sua amica; tuttavia le molestie dell’uomo non cessavano affatto, continuando con rinnovato vigore a pedinarla e ad appostarsi fuori dal negozio nel quale la vittima aveva trovato lavoro e, nelle occasioni in cui riusciva ad avvicinarsi, a picchiarla.
Quando la donna è riuscita a vincere la paura e a rivolgersi alla Polizia di Stato, è stato immediatamente attivato il protocollo per le vittime di violenza. Nella prima fase il Questore della provincia di Imperia ha adottato, preventivamente, sulla base dei racconti ancora frammentari della donna, un formale provvedimento di Ammonimento ma, appena raccolti tutti gli elementi utili a cristallizzare le condotte dell’uomo, è scatta la segnalazione all’Autorità Giudiziaria per i reati di maltrattamenti in famiglia, lesioni e atti persecutori.
Nel corso delle indagini a suo carico, valutati tutti gli elementi forniti dalla Polizia di Stato, il Giudice del Tribunale di Imperia, nelle more del processo, ha emesso la misura cautelare del divieto di avvicinamento alla vittima e ai luoghi che quotidianamente frequenta.
Ancora una volta l’appello che il Questore Capocasa rivolge a tutte le donne fin dal suo primo insediamento nella provincia è stato accolto. “Aiutateci ad aiutavi, uscite dall’ombra e dal silenzio, denunciate”.