Assolta perché “il fatto non sussiste”. È questa la sentenza pronunciata oggi in Tribunale a Imperia dal collegio composto dai giudici Aschero, Botti, Trevia, nell’ambito del processo che vedeva sul banco degli imputati A.L., 62enne (difesa dall’avvocato Renato Giannelli del Foro di Imperia), con l’accusa di peculato ai danni del figlio e dell’ex marito P.D. (difesi dall’avvocato Ambrogio Viale).
La storia
I fatti risalgono al 2000, quando il figlio della coppia rimase coinvolto in un grave incidente stradale a seguito del quale venne dichiarato interdetto dal Tribunale di Imperia in quanto ritenuto totalmente incapace di provvedere ai propri interessi. Come risarcimento assicurativo il ragazzo (oggi 40enne) ricevette la somma di 1.060.000 euro e, al fine di amministrare il patrimonio, venne nominata la 62enne tutore del figlio e V.P. (il padre) pro-tutore.
Secondo l’accusa, nel periodo compreso tra gli anni 2003 e 2010, la donna si sarebbe appropriata di 253.635 euro. Dell’ammanco se ne sarebbe accorto l’ex marito, denunciando la 62enne per peculato.
L’udienza: le richieste di PM e parte civile
Durante il dibattimento che ha preceduto la sentenza, sia il PM Enrico Cinnella Della Porta che la difesa hanno chiesto l’assoluzione, affermando che l’imputata sarebbe “responsabile di una gestione negligente e confusionaria, ma non illecita”, in quanto la donna si sarebbe rivelata “incapace di assolvere il compito di tutrice del figlio”.
Nel dettaglio, la donna non avrebbe “trascritto tutte le spese che ha sostenuto, mentre avrebbe dovuto rendicontare tutte le spese da presentare al Tribunale in quanto tutrice del patrimonio del figlio”.
La parte civile ha invece confermato la sua richiesta di condanna, sostenendo che la madre si sarebbe appropriata volontariamente dei soldi del figlio, chiedendo un risarcimento di 270 mila euro.
La sentenza: assolta l’imputata
Il Collegio dei giudici, dopo un breve ritiro, ha assolto l’imputata in quanto “il fatto non sussiste”.
A seguito di quanto emerso nel corso del dibattimento, i giudici hanno disposto l’invio degli atti al PM per l’ipotesi del reato di violazione degli obblighi di assistenza familiare a carico del marito.