Sala consiliare del Comune di Imperia gremita per la Lectio Magistralis del giornalista Paolo Mieli sulla nascita della città di Imperia.
L’evento ha inaugurato ufficialmente il programma di manifestazioni che prende il nome di “Aspettando il Centenario”, l’iniziativa ideata dall’Amministrazione guidata dal sindaco Claudio Scajola per celebrare l’anniversario della nascita della città.
Ad ascoltare la coinvolgente lezione, le più alte cariche civili e militari del territorio, numerosi cittadini e appassionati di storia.
A margine della Lectio Magistralis è stata inaugurata all’interno del Palazzo Comunale una mostra fotografica – realizzata in collaborazione tra l’Istituto Storico della Resistenza, l’Archivio Fotografico Ragazzi e il Comitato San Giovanni – su Imperia nei primi decenni del ’900, dove saranno raccolte le immagini più significative riferite all’unificazione e al secondo conflitto mondiale.
Claudio Scajola, discorso inaugurale
“Con oggi prende il via un percorso di avvicinamento, che abbiamo racchiuso nel titolo “Aspettando il Centenario”, che ci condurrà nel 2023 a festeggiare i 100 anni della nostra Città.
“Un paese che ignora il proprio ieri, di cui non sa assolutamente nulla e non si cura di sapere nulla non può avere un domani”. Lo disse Indro Montanelli in un’intervista che fece storia.
E’ un concetto che io sposo totalmente: non ci può essere futuro senza consapevolezza del passato.
E Imperia, oggi più che mai vuole guardare al suo futuro. Ecco perché ho voluto questo importante tuffo nel nostro glorioso passato.
Ho ritenuto che fosse necessario un progetto di ampio respiro, che coinvolgesse le realtà più attive e radicate della nostra città, che muovesse i propri passi da un’occasione festosa per ragionare insieme del passato, del presente e delle tante sfide future. Un momento di unità interna e di promozione esterna della città.
Abbiamo costruito, seppur nel brevissimo tempo a nostra disposizione, un calendario ricco di eventi, che a partire dalla giornata odierna ci accompagnerà, giorno dopo giorno, sino al 26 novembre, giornata di celebrazioni per San Leonardo, Santo Patrono della Città.
Ringrazio i miei collaboratori per la professionalità dimostrata nell’organizzazione dell’iniziativa, gli uffici comunali e la Go Imperia che ha contribuito alla sua realizzazione. Un ringraziamento particolare va soprattutto alle tante associazioni che hanno risposto con entusiasmo alla sfida lanciata da questa Amministrazione, dimostrando la preziosa e rilevante vitalità culturale imperiese.
A dispetto dei soli 95 anni di età, Imperia può vantare una lunga storia di assoluto rilievo per il glorioso passato dei Comuni fondatori, che, come potete vedere, è stato descritto in maniera magistrale nell’affresco di Carlo Cesare Ferro che domina questa Sala.
La stessa vicenda che ha condotto alla nascita di Imperia ha una sua rilevanza storica di primissimo piano. La fusione tra Oneglia e Porto Maurizio venne infatti decisa, una prima volta, dai due rispettivi Consigli Comunali nel 1908. Soltanto il burrascoso periodo politico e il conseguente scoppio della Prima Guerra Mondiale impedirono alla nuova città di vedere la luce già in quegli anni.
La fusione avvenne così soltanto nel 1923 con uno dei primi atti voluti dall’allora Governo Mussolini, con il quale Imperia divenne il primo caso in Italia di fusione tra Comuni, al quale seguirono nel tempo gli esempi di tante altre città, tra cui Genova.
La necessità della scelta unitaria non fu messa in discussione neppure dall’antifascismo nei decenni a seguire, a riprova – e di questo ne sono da sempre profondamente convinto – che gli elementi di unione siano sempre stati nettamente superiori rispetto a quelli di divisione.
Dobbiamo fare in modo, tutti insieme, che alla data del 2023 il processo di unificazione di Imperia risulti pienamente concluso. Dobbiamo partire dalla riaffermazione di un bagaglio culturale e valoriale comune, obiettivo ambizioso che riteniamo di poter completare anche grazie alle iniziative del calendario che prende il via oggi e a tante altre che seguiranno.
Completare l’unificazione di Imperia significa anche valorizzare il policentrismo che caratterizza questa città. Non può esserci percorso di crescita che non ricomprenda gli antichi Comuni dell’entroterra, oggi frazioni, dove troppo spesso si è respirata la sensazione di un centro cittadino lontano.
Iniziamo questo percorso di avvicinamento al Centenario con una lectio magistralis di un assoluto protagonista del giornalismo italiano. Paolo Mieli, già direttore de “La Stampa” e due volte direttore del “Corriere della Sera”, rappresenta oggi un punto di riferimento della cultura italiana e, in particolare, della saggistica storica. Per me uno dei più brillanti storici contemporanei.
Con l’autorevolezza del suo racconto ci condurrà agli anni Venti del secolo scorso, inserendo la vicenda specifica di Imperia nella più complessa cornice dell’Italia di quegli anni. Lo ringrazio, a nome di tutti, per aver accolto l’invito e per aver onorato con la sua presenza l’avvio di questi festeggiamenti.
Auguri Imperia e buon “Aspettando il Centenario” a tutti”.
Paolo Mieli, Lectio Magistralis
“Saranno 5 anni di crescente partecipazione a qualcosa che fino ad oggi è stato sottaciuto. L’identità di imperia è stata quasi tenuta da parte, poiché è nata nel 1923 sotto il governo di Benito Mussolini.
La nascita è stata resa possibile grazie allo sforzo di genti laboriose che hanno messo da parte i motivi di divisione e hanno messo in evidenza ciò che avrebbe potuto unirli, vincendo la scommessa.
La data in cui partono le celebrazioni non è una data qualsiasi. Quest’anno è anche il centenario della fine della prima guerra mondiale. I soldati di questi luoghi furono molti ad andare in prima linea.
I soldati morirono in una percentuale maggiore di quelli provenienti da altre zone di Italia. Non ebbero i vantaggi della retrovia e questo fu un danno per il territorio. Le coltivazioni andarono distrutte. Fu un danno economico e un danno umano. Le vedove furono molte e dovettero faticare per rimettere in piedi queste terre.
Oggi celebriamo l’inizio di una ripresa che avrebbe portato negli anni 30 un’affermazione di Oneglia e Porto Maurizio, nel momento di grande crisi mondiale del 1929. Non è stato facile.
È un ristoro essere qui tra voi e non essere in altre parti d’Italia dove regna lo schiamazzo.
Il culmine del 1923 non tutti lo vissero come premio. Porto Maurizio si pronunciò contro. Non fu un coro che accompagnò questa idea. Fu una cosa complessa, complicata.
Oneglia era di tradizione sabauda-piemontese, città gioiello dei Savoia.
Porto Maurizio era più filo-francese, tradizione massonica, repubblicana, ostile ai Savoia.
Durante la Rivoluzione Francese, Oneglia aveva subito un’aggressione dalla Francia rivoluzionaria perché era la città di confine. Oneglia aveva resistito. È una storia di vittime e dolori, di sforzi e sofferenze inaudite. Tutto ciò non c’è nei libri di storia. Ma bisogna ricordare che non fu facile.
Nel 1796-1799, triennio giacobino, Napoleone arriva in Italia, Oneglia resiste, mentre Porto Maurizio festeggia. Dopo questa resistenza nascono a Oneglia i comitati giacobini che trovano con quelli di Porto Maurizio una singolare identità.
Nascono queste istanze all’insegna del progresso, una fusione di tensioni liberali. Popoli che decidono di mettersi insieme in nome della libertà e dello spirito repubblicano.
I festeggiamenti dello statuto furono comuni, una cosa molto singolari. Elementi filo sabaudi e filo repubblicani, fecero festeggiamenti comuni per lo statuto Albertino. Per la seconda volta i popoli si uniscono per un punto comune che fa superare le divisioni, sulla base della libertà.
Dal 1848 riparte su un terreno comune un cammino che porterà all’unità negli anni.
C’è un intoppo rappresentato da una delle più grandi personalità della storia italiana: Giuseppe Garibaldi. Quando nel 1860 la sua Nizza viene regalata alla Francia come compenso alla partecipazione alla nostra seconda guerra di indipendenza, Garibaldi minaccia rivolte popolari. La Nizza alla Francia fu sancita da un plebiscito. Il sospetto è che furono plebisciti gestiti, truccati. Garibaldi nota quanto sia falso il plebiscito di Nizza, fa chiasso, dissenso esplicito.
Garibaldi come risarcimento della perdita chiede il titolo di capoluogo per Porto Maurizio, titolo che provoca risentimenti e frena il percorso unitario che sarebbe ripreso solo 50 annj dopo.
L’Italia in quel momento sta cambiando le alleanze, passando da quella storica con i francesi a quella con la Germania e l’Austria, che durerà 32-34 anni, per poi cambiare alleanza durante la prima guerra mondiale. L’Italia non ha mai finito una guerra dalla stessa parte in cui l’ha iniziata.
Questa terra aveva un rapporto geografico con il Piemonte e la Francia, ma spirituale con la Germania.
Coltivate questa vostra identità, sentitevi partecipi di questa comunità perché vi darà forza nei momenti di avversità essere parte di una comunità.
All’inizio del 1900 i tempi non sono maturi per l’unione. Inizia la prima guerra mondiale, Oneglia e Porto Maurizio vengono assorbiti dalla prima guerra mondiale con molte conseguenze. Il momento del 1908 è importante perché conferma un tratto identitario di questa città, che non ha niente a che fare con il fascismo.
Il fatto che sia nata nel 1923 non significa che la città sia fascista. Il fascismo venne fondato all’ottobre del 22 con la marcia su Roma. Il primo governo Mussolini aveva i tratti mussoliniani, ma aveva all’interno forze che sarebbero diventate antifasciste. Non avrebbe mai ottenuto la fiducia del parlamento senza anche gli altri partiti che confidavano nel fatto che avrebbe fatto terminare le violenze del biennio rosso.
Nel 24 le elezioni vennero vinte anche grazie alla Legge Acerbo, ma anche perché l’elettorato si era spostato dalla sua parte. Probabilmente le avrebbe vinte in ogni caso. Ci fu il rapimento e l’uccisione di Matteotti.
Il 25 nasce davvero il regime fascista. Nel 22 è ancora tutto in movimento.
Non dobbiamo parlare della nascita della città di Imperia come se fosse un particolare imbarazzante, perché le radici stanno da un’altra parte.
Imperia fu la prima a nascere da questa fusione dei comuni. Imperia pagò un prezzo altissimo durante il periodo della liberazione. Ci furono molti momenti duri.
I vostri progenitori e lo spirito nazionale permise che questa terra fu salva. Quando si avvia una stagione nuova bisogna fare ricorso a uno spirito più pacifico, laborioso. Dovete essere fieri della vostra identità”.
Enrico Berio, gruppo ALPAZUR Alleanza Ligure Piemontese AZione Unità Regionale
“E’ PAOLO MIELI che SALUTIAMO CON SIMPATIA e, diciamo, quasi con affetto, seguendolo giornalmente nelle sue sempre OBBIETTIVE E PACATE CONSIDERAZIONI televisive.
Scelta migliore non poteva esserci, anche perché la sua passata direzione del giornale “LA STAMPA” di Torino meglio di ogni ricerca storica ha certamente contribuito alla sua diretta conoscenza del nostro territorio e dei suoi problemi.
Egli perciò è in grado di rendersi conto del “perché” territori marginali distanti dai centri di potere, solo molto lentamente siano in grado di porsi all’attenzione generale e debbano attendere i “momenti cruciali” della storia per farsi sentire.
Così è stato per la nascita di Imperia e così sarà per il suo futuro.
Dapprima, con la fine dell’ Impero Napoleonico e l’unione della Liguria con il Piemonte la constatazione che delle due cittadine di Porto Maurizio, già appartenente alla Serenissima Repubblica di Genova e di Oneglia, da secoli sabauda, solo una delle due poteva essere “capitale” cioè capoluogo del terrtorio circostante e di lì, tra infinite polemiche, le prime timide concessioni alla logica di una possibile UNIFICAZIONE di due centri distanti nemmeno tre chilometri l’uno dall’altro e già allora, pur tra a volte aspre polemiche e “battaiole” a sassate erano da sempre protese e commistionate da infiniti rapporti materiali e culturali.
Subito dopo, con le guerre di indipendenza, dell’ approfondirsi dello SPIRITO UNITARIO anche a livello ambientale, pur nel tormento di decisioni di comune interesse quali una stazione ferroviaria unica o forme daziarie all’interno di un territoro sempre più omogeneo. O,ancora, di un PORTO UNICO e di una SECCONDA LINEA FERROVIARIA DA ONEGLIA AD ORMEA DIRETTAMENTE VERSO IL PIEMONTE.
E poi l’accelerazione dei tempi, la GUERRA ’15 . ’18, la presenza, non casuale del socialista Benito Mussolini pedagogo ad Oneglia dove affinò concetti fondamentali per la sua successiva azione governativa in campo di riforme amministrative.
Ma ormai siamo davanti al futuro.
Come sarà Imperia fra cinque anni ? Troppo pochi per le aspettative umane, ma appena giusti dopo sì lunga gestazione e avvio alla maturità.
Basta ripassare la storia e inquadrarla nello SPIRITO NUOVO di quella UNIONE EUROPEA che noi auspichiamo, oggi più che mai,
RETTA DA UN GOVERNO FEDERALE ELETTO A SUFFRAGIO UNIVERSALE per ora almeno dai SEI PAESI FONDATORI più Spagna e Portogallo.
Analogamente debbono essere amplite LE DIMENSIONI AMMINISTRATIVE DEI TERRITORI, non si può più limitarsi ad ottocentesche, per non dire medioevali concezioni localistiche.
Secondo noi, ci si permetta di approfittare dell’occasione per riaffermare la constatazione dell’ omogeneità del nostro territorio mare – monti che implica forme amministrative più vaste come la fusione della Liguria con il Piemonte in un unica REGIONE ALPI OCCIDENTALI e la formazione non di stranissime “aree più vaste” bensì di PROVINCE DIPARTIMENTALI come potrebbe essere per noi quella delle ALPI MARITTIME con Cuneo e Savona in vista della già possibile formazione dell’ EUREGIO ALPAZUR con Nizza.
E quindi, per Imperia, di essere il BARICENTRO PROPULSORE di tutte le iniziative di un ampio territorio non più diviso da frontiere di vario genere”.
Claudio Scajola, commento a margine della conferenza
“È stata una lezione meravigliosa sulla storia della nostra città che ha insegnato tanto anche agli stessi imperiesi. Io stesso ho imparato cose che non conoscevo. Cresce ancora di più l’amore per la città di Imperia. Ho già ricevuto molte richieste per far diventare la lezione un libro della storia della città di Imperia. Lo diventerà”.
Paolo Mieli, commento a margine della conferenza
“Si aprono oggi le celebrazioni che dureranno 5 anni fino al 2023. Il sindaco Scajola molto opportunamente ha pensato di farle durare 5 anni e farle a tappe.
La storia di questa città è poco conosciuta siccome nacque nel 1923 con Mussolini era quasi una sorta di vergogna quasi come fosse una città fascista. Nella mia lezione il messaggio è stato che le origini sono state opposte.
Ci tengo a dire che la città nasce come una città democratica e repubblicana.
Conosco Claudio Scajola da molti anni ho visto la sua carriera, ma l’ho conosciuto meglio nei momenti della sofferenza che gli sono stati inflitti e mi ha sempre colpito il suo comportamento serio. Mi colpisce molto anche il modo in cui la sua famiglia gli è stato vicino. Quando ci sono momenti difficili bisognerebbe affrontarli come lui.
Ho notato che alla fine dell’800 ci fu un singolare attrazione di turismo tedesco e austroungarico in questa terra e mi sono domandato perché. Il clima politico lo favorì, entrammo in un alleanza con Germania e Austria e il contesto politico generale favorevole portò qui molti tedeschi e austriaci. Questo incontro lasciò qualcosa che nello spirito di queste genti ovvero la capacita di affrontare la cose con uno spirito nord europeo”
La diretta della conferenza
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