Ha preso il via questa mattina in Tribunale a Imperia il processo che vede imputato Salvatore Lucia con l’accusa di falso. La vicenda è quella della “guerra” per l’eredità Agnesi. Lucia è accusato di aver presentato un falso testamento delle sorelle Caterina e Maria Berio, morte nel 2008, per le quali prestava servizio come autista. Parte civile, nel procedimento, Pietro “Pucci” Agnesi, cugino delle sorelle Berio, che, forte di un testamento scritto di pugno della due sorelle, ha ereditato un patrimonio pari a 15 milioni di euro tra case e terreni.
La vicenda
La guerra per l’eredità Agnesi vede contrapposti Pietro “Pucci” Agnesi e Salvatore Lucia. Dopo alcuni anni dalla morte delle sorelle Berio, Lucia ha presentato un testamento avanzando pretese sulla metà dei beni ereditati da Pietro “Pucci” Agnesi.
Il testamento di Pietro “Pucci” Agnesi (che è assistito dall’avvocato Paolo Costa di Genova) è stato giudicato attendibile da due perizie, quella di parte redatta dal grafologo Emilio Steri di Genova e quella redatta dalla collega di Torino Egle Ravinetto, nominata dal giudice del Tribunale di Imperia Massimiliano Rainieri, che contestualmente ritiene falso quello di Salvatore Lucia.
A sua volta, il testamento di Lucia è stato ritenuto attendibile dal perito nominato dall’ex autista delle sorelle Berio, Rocco Quatrale, iscritto all’Associazione Grafologica Italiana, il quale mette anche in dubbio il testamento di Pietro “Pucci” Agnesi. Una situazione profondamente complessa che si è arricchita di un risvolto penale oltre a quello civile. I beni oggetti dell’eredità attualmente sono congelati ed è stato nominato un custode giudiziale
L’udienza in Tribunale
Questa mattina, in Tribunale, a Imperia, si è aperto il processo. Davanti al giudice monocratico Marta Maria Bossi sono sfilati diversi testimoni, tra cui Pietro “Pucci” Agnesi e il notaio Marco Re.
Marco Re
“Salvatore Lucia venne mandato da me da un avvocato per questo testamento. Io non lo conoscevo. Quando lessi questo testamento gli chiesi come mai lo avesse consegnato solo dopo diversi anni dalla morte della testatrice. Lui mi disse che quando gli venne consegnato lui lo mise via senza farci troppo caso. Era un foglietto anonimo, non lo considerò importante. Solo negli anni successivi, parlando con un avvocato, gli venne detto che poteva valere qualcosa.
Rimasi oggettivamente sorpreso dal testamento. Pensai che sarebbe scoppiata la terza guerra mondiale. E così è stato, in effetti. Dissi a Lucia che il testamento sarebbe stato controllato da diversi periti. Gli chiesi se fosse sicuro che a consegnarglielo fosse stata la signora Berio. Lui mi disse ‘si, sono sicuro”.
Ricordo che all’epoca feci diverse fotocopie delle mie procure precedenti relative allo sorelle Berio per un controllo delle firme. Io sono un perito, però la firma mi sembrò plausibile”.