Più del 50% del raccolto perduto, danni da 2 milioni di euro, piante sradicate, olive a terra. Sono queste le drammatiche conseguenze del maltempo che si è abbattuto tra il 29 e il 30 ottobre sulla costa imperiese sull’olivicoltura locale.
I danni della tempesta di vento su Imperia
La tempesta di vento ha causato devastanti danni sul litorale imperiese e dianese, ma non solo. A pagarne le conseguenze sono anche gli olivicoltori del primo entroterra, che si sono visti spazzare via il raccolto atteso da due stagioni. In questo primo momento, si stima che già del 50% delle olive sia perduto, e che i danni si aggirino intorno ai 2 – 3 milioni di euro.
Cifre da capogiro, che spesso significano un vero disastro economico, specialmente per i coltivatori locali che vivono proprio di questo.
Ecco il servizio di ImperiaPost
La testimonianza di un olivicoltore
“Qui non siamo ancora nell’entroterra, ma neanche in paese. Siamo vicino al mare, i terreni sono asciutti e le olive maturano prima. Le olive sono sane, avevamo iniziato a levarle, ma non avevamo ancora finito.
Dopo due anni di scarica per via della siccità, quest’anno era un anno di carica. Le olive, proprio a causa della siccità, sono maturate prima, quindi il vento le ha fatte cadere più facilmente. Adesso quando la natura avrà voglia ce ne darà un’altra volta. È difficile stimare, per terra ce ne sarà il 60-70%. Non tutte le zone sono state colpite. Qui il vento ci ha picchiato.
Il raccolto è perso. Un altro anno si vedrà. Si rischia di passare 4 o 5 anni senza raccogliere niente”.
Domenico Pautasso, direttore Coldiretti Imperia
“Credo che il 29 ottobre del 2018 ce lo ricorderemo per i prossimi decenni. Ci sono stati venti che superavano i 140 km all’ora, che si sono abbattuti sulle nostre coste, soprattutto sul dianese e sull’imperiese, Sanremo e Taggia. Nell’entroterra abbiamo avuto danni meno importanti. L’olivicoltura di costiera è stata spazzata via. Ci sono perdite a volte superiori al 50%.
La situazione è pesante. Abbiamo chiesto lo stato di calamità naturale e la Regione sta deliberando in tal senso.
Stimiamo, in via prudenziale, danni superiori ai 2-3 milioni di euro.
È una grave perdita. Quest’anno era un anno di carica. Avevamo un ottimo prodotto in termini di quantità e qualità. Questo non vuol dire che l’olio che ne uscirà sarà un prodotto di scarsa qualità. La qualità rimane ma c’è una perdita enorme sulla produzione.
Credo che fosse da decenni che non accadevano danni di questo tipo”.