Due anni di carcere. Questa la richiesta di condanna formulata, in Tribunale a Imperia, dal Pm Elisa Loris, nei confronti di un 33enne, difeso dall’avvocato Giovanni Di Meo, accusato di violenza privata, sequestro di persona, lesioni personali e minacce.
La vicenda
L’imputato, secondo l’accusa, avrebbe preso a calci e pugni la giovane compagna, 26 anni, l’avrebbe minacciata di morte (“ti porto in un posto isolato e ti ammazzo“) e poi chiusa a chiave in macchina. Solo il provvidenziale intervento dei Carabinieri avrebbe consentito alla donna di uscire dall’auto e di essere medicata al Pronto Soccorso (prognosi 15 giorni).
La requisitoria del Pm
“La vittima conviveva con l’odierno imputato e aveva scoperto la relazione del compagno con un’altra donna – ha spiegato il Pm nel corso della propria requisitoria – Una scoperta che aveva provocato molti litigi. In un’occasione la vittima, mentre era in auto con il compagno, è stata picchiata, offesa e fatta scendere con violenza. L’auto era parcheggiata nei pressi dell’eliporto adiacente il parco urbano. In quanto la vittima urlava chiedendo aiuto, l‘odierno imputato l’ha fatta risalire in auto minacciandola di morte.
‘Ti porto in un posto isolato e ti ammazzo’. Successivamente l’ha portata a casa, ma nel frattempo la vittima è riuscita a contattare i Carabinieri. Una volta arrivati all’abitazione, l’odierno imputato ha chiuso la vittima in auto e si è portato via la chiave. Solo quando sono arrivati sul posto i Carabinieri, nonostante l’impatto abbia cercato di depistarli, dicendo che la compagna era dalla sorella, la donna è stata trovata e liberata dall’auto. Presentava segni evidenti di pugni e calci sul capo, sul viso e sulla schiena, motivo per cui è stata portata in ambulanza in ospedale, dove le sono state riscontrate contusioni multiple e le sono stati dati 15 giorni di prognosi.
L’odierno imputato ha sempre negato ogni addebito, sostenendo di essere lui vittima di un’aggressione. Una versione non credibile secondo le risultanze delle indagini. Per questo chiedo una penna pari a 2 anni di carcere”.
L’arringa della difesa
“Ci sono solo le dichiarazioni della persona offesa e nulla più. Non ci sono testimoni. Non c’è stata alcuna aggressione, ma una lite tra due persone, nessun sequestro di persona, perché dall’interno dell’auto la donna avrebbe potuto tranquillamente uscire. Chiedo l’assoluzione per tutti i capi di imputazione”.
Il processo è stato rinviato dal giudice Laura Russo per le repliche e la sentenza.