Gestione del depuratore, è guerra. Fumata nera, anzi nerissima, quella uscita oggi dalla sala giunta del Comune di Imperia a seguito dell’incontro che ha visto contrapporsi da una parte l’amministrazione comunale (Capacci, Abbo, Podestà ed Enrico) e i responsabili dell’ATI (associazione temporanea d’impresa) composta da Siba spa, Ferrero Attilio Costruzioni Spa e Comar srl. Il Comune, intenzionato a far rispettare alla lettera il contratto risalente a circa una trentina di anni fa con le ditte che gestiscono il depuratore, deve fare i conti con le richieste di revisione degli importi, ancora in lire, relativi alla gestione dell’impianto.
L’amministrazione avrebbe avanzato la proposta di un adeguamento Istat del canone e degli importi ma le imprese parlano di costi molto più elevati rispetto alla previsione fatta negli anni 80 e perciò chiedono una revisione del contratto con un sensibile aumento degli importi. Scade giovedì prossimo l’anno gratuito di gestione del depuratore che le aziende, come da contratto, hanno effettuato e perciò in tempi brevissimi si dovrà trovare una soluzione al contenzioso. Ad oggi, però, le posizioni sembrano davvero distanti e all’orizzonte si profila per il Comune capoluogo un altro contenzioso legale già annunciato dalle ditte in caso di un mancato accordo.
“C’è un contratto che ha delle problematiche – ha detto ad ImperiaPost il sindaco Carlo Capacci – bisogna trovare una soluzione. Noi perseguiamo gli interessi del Comune di Imperia e dei suoi cittadini le aziende fanno i loro”.
C’è la possibilità che il depuratore rimanga senza personale?
“No, si tratta di un servizio essenziale, abbiamo gli strumenti per obbligare le ditte a restare sino ad un’eventuale riassegnazione ma sono convinto che non arriverò a tanto”.