Imperia – Ricomincia dopo la pausa pranzo la testimonianza del super pentito Gianni Cretarola che spiega al pm Arena le fasi della preparazione all’affiliazione alla ‘ndrangheta con la fase dell’affavellamento.
“Una volta arrivato il consenso di Palamara – spiega il pentito – Massimiliano Sestito si occupò dell’organizzazione e, visto che lavoravamo in calzoleria tutti insieme, iniziò proprio lì l’affavellamento ‘ndranghetistico ossia l’insegnamento di tutte le risposte alle domande che venivano fatte nello scantonamento e tutte le favolette che riguardano la storia del locale del ruolo di picciotto. Francesco Gattini era diventato poi il mio garante, responsabile di tutto ciò che faccio anche della mia collaborazione con la giustizia e ne pagherà le conseguenze per non aver saputo vagliare in modo corretto chi portava in seno, ossia me”.
“Il battesimo viene anche chiamato taglio della coda perchè si usa dire che prima di essere affiliato uno quando cammina solleva polvere visto che nell’usanza ‘ndranghetistica l’uomo comune ha ancora la coda e solleva polvere. Diventato ‘ndranghetista cammina su un tappeto di fiori ed ecco perchè si dice taglio della coda. Devono presenziare 5 persone che costituiscono il circolo formato o ciampa di cavallo (ferro di…) , ma se non possono venire, sono sostituiti da dei fazzoletti annodate. Bono Michele, Fedele Rocco e Sestito Massimiliano erano le persone importanti che dovevano comparire, rappresentati da fazzoletti c’erano poi Antonio Palamara andando così a costituire una ‘ndrina. Da questa fase nasce la “copiata” ossia una sorta carta d’identità o un passaporto che dona certezza di essere affiliato. La copiata è l’elenco delle persone che hanno partecipato al battesimo e viene elencato quando ci si presenta per dare modo a chi vuole di contattare uno dei membri della copiata”.
“Per puro caso e fortuna ho assistito anche al battesimo del locale (la calzoleria) che significa purificarlo, renderlo sacro. Una volta battezzato il locale si può iniziare con le votazioni che sono in totale tre. Proprio questo numero è molto importante per la ‘ndrangheta e come le dicevo in interrogatorio – prosegue il pentito – ci sono moltissimi ragazzi che rimangono affascinati da questi riti e farebbero qualsiasi tipo di reato per poter entrare nella ‘ndrangheta”.
Prosegue poi il racconto del pentito che entra nel dettaglio sempre di più spiegando il rito completo del battesimo dal saluto, alle domande e finendo con l’auto ferimento del polso destro contro una lama. “Deve uscire il sangue per dimostrare che non si ha paura di ferirsi con un’arma da taglio, io ci sono riuscita alla seconda volta. Dopo di che si deve sbattezzare il locale e sformare la società, a quel punto io ricevo sia la picciotteria che la camorra visto che portavo con me già il reato di sangue, non c’era bisogno di saggiare la mia capacità delinquenziali. Per avere il grado di camorrista bisogna avere un reato di sangue con sé”.
“Subito dopo Sestito si tagliò il polso, si fece una ferita da cui usciva del sangue e io avvicinai la bocca al suo taglio e bevvi il suo sangue. Lo dovevo fare per essere veramente camorrista. Dopo qualche mese arrivai anche alla carica successiva, quella di sgarrista.”