24 Novembre 2024 11:50

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24 Novembre 2024 11:50

LA SVOLTA. IL CONTROESAME AL PENTITO CRETAROLA: “NON ESISTE ‘NDRANGHETISTA CHE NON SI PUO’ OCCUPARE DI POLITICA”

In breve: Cene elettorali, il finto sucidio e l'omicidio Delfino. Questi gli argomenti principali del controesame

La svolta

Imperia – Nel pomeriggio comincia il controesame al pentito Cretarola. La prima domanda riguarda le cene elettorali. “Era usanza fare cene elettorali qui nel Ponente perchè serviva avere accanto dei politici perchè può servire agli ‘ndranghetisti e viceversa. Il politico versa una quota per avere una campagna elettorale ovviamente non normale con i bigliettini, ma più sotterranea. Non c’è ‘ndranghetista che non si può occupare di politica, mi dissero” conclude Cretarola.

Interviene poi l’avvocato Bosio che chiede al pentito Gianni Cretarola una serie di approfondimenti dapprima sui riconoscimenti fotografici sottopostogli dal pm Arena: “Ha riconosciuto Vincenzo Marcianò oggi, non lo aveva riconosciuto il 25 gennaio“. “Si sarà acceso quel file nella mia memoria, non mi ha aiutato nessuno”. “Prima dell’omicidio Femia si era mai posto il problema del pentimento?”Razionalmente no, ma in alcuni tratti ho avuto talmente nausea che ho voluto allontanarmene immediatamente, ma mi mancava il coraggio“. “Parlando di questa storia d’amore con questa ragazza da quanto dura?” “Da un anno e mezzo, lei non sapeva della mia partecipazione a questa organizzazione criminale”.

L’argomento poi verte sulla simulazione dell’infermità mentale: “Che tipo di disturbo di personalità le ha individuato il perito?” “Non ricordo di preciso, si parlava di border line”No, era un disturbo depressivo con manifestazioni psicotiche, ma veniamo a come ha costruito questo suo disturbo psicotico. Lei come ha fatto a fingere così bene?” “Avevo la giovane età e avevo la fortuna che nessuno di così giovane fosse così malignamente in grado di fare una finzione. Per questo chiedo scusa all’avvocato Bonsignorio e al Presidente Luppi che mi avevano creduto“. “Si parla anche di sogni, chi glieli ha indicati?” “Antonio Palamara me li ha suggeriti“.

Si parla poi del simulato suicidio e si riapre anche il tragico capitolo dell’omicidio Delfino. L’avvocato Bosio chiede ulteriori chiarimenti in merito al movente dell’omicidio e Gianni Cretarola risponde: “C’era un contrasto, lui si è intromesso in modo aggressivo nel nostro discorso. In più reclamavamo l’esclusiva di alcune zone per lo spaccio e abbiamo litigato”. Interviene poi il presidente Luppi che gli fa ricordare come dopo la discussione Cretarola abbia aspettato prima di accoltellare il ragazzo: “Non è stato un gesto d’istinto infatti – dichiara Cretarola – non sono andato con il coltello in mano per ucciderlo“.

Riprende poi l’avvocato Bosio e ci si concentra ancora una volta sull’efferato omicidio Delfino, ma gli animi si scaldano e l’avvocato si lascia andare dopo una risposta provocatoria e urla: “Porti rispetto per Daniele Delfino e i suoi parenti”.

Interviene poi l’avvocato Aicardi per la difesa Scullino che chiede quando sono avvenute queste cene elettorali: “Sicuramente prima dell’omicio  Delfino, io ero giovane, questa storia delle elezioni mi interessava poco”. “Gangemi le raccontò di contatti con Scullino?” “No, nulla di tutto ciò”.

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