Nuova udienza questa mattina del processo che vede sul banco degli imputati l’ex dipendente del Comune di Imperia Alberto Carli, 61 anni, accusato di truffa. Secondo l’accusa, Carli, durante l’orario di lavoro, si sarebbe assentato “senza alcuna valida motivazione dal luogo di esercizio delle sue mansioni, omettendo di timbrare il cartellino marcatempo, inducendo in errore il dirigente del Settore, e procurandosi un ingiusto profitto patrimoniale pari alle ore di stipendio maturate per i periodi non effettivamente lavorati, con conseguente danno patrimoniale per il Comune di Imperia”.
Davanti al giudice Massimiliano Botti sono sfilati tre testimoni, Sonia Grassi, dirigente del settore Servizi Sociali, Wilma Lacqua, dipendente del Comune di Imperia, e Laura Carbonetto, lavoratrice della cooperativa “La Goccia”, incaricata della gestione del centro Carpe Diem.
Carli è difeso dall’avvocato Alessandro Lodato Costa, mentre il Comune di Imperia, costituitosi parte civile, è rappresentato dall’avvocato Stefania Uva. Il Pubblico Ministero è Luca Scorza Azzarà.
Ex dipendente comunale a processo per truffa: la deposizione del dirigente Sonia Grassi
“All’epoca dei fatti ero dirigente del settore servizi sociali. Alberto Carli era stato inserito all’interno dell’organico del settore con un provvedimento a firma del dott. Scarella, validato dall’allora dirigente Mandara. Carli entrò in servizio con l’obiettivo di gestire la parte tecnica del centro socio educativo ‘I Delfini’ per bambini provenienti da situazioni di disagio economico.
Pur non essendo convinta dell’opportunità di affidare a Carli un incarico simile, assecondai la linea di indirizzo del dirigente. Carli, però, non si presentò mai, perché si assentò dal lavoro per un anno e mezzo per problemi di salute. Non ci fu mai nulla di scritto in relazione all’affidamento dell’incarico.
Al rientro in servizio di Carli pensai, sollecitata anche dagli scritti difensivi del legale, secondo cui Carli doveva lavorare in situazioni particolari, ovvero nessun contatto con il pubblico e nessuno stress psicofisico, di affidargli il compito di curare il materiale promozionale per alcune attività del settore, in particolare quelle del centro intergenerazionale Carpe Diem. Il motivo? Il suo background da scrittore e uomo di cultura. La mia idea era affidargli la costruzione di un percorso laboratoriale di lettura creativa con gli anziani.
Nel periodo in cui Carli prestava servizio al Carpe Diem, feci varie verifiche telefoniche. Quando chiedevo del signor Carli, lui non c’era. Monitorai la situazione dal momento in cui Carli prese servizio sino a quando non ritenni di mettere nero su bianco l’esito delle mie verifiche. In totale circa un mese e mezzo.
Carli si assentava sempre nella fascia oraria 10-12 e non faceva mai rientro nella fascia pomeridiana. Per l’ingresso al lavoro Carli poteva timbrare in due sedi diverse. Io non avevo alcuna possibilità di verificare l’avvenuta timbratura in quanto il software era gestito dal settore personale.
Proprio in quel periodo, per altro, l’ufficio personale stava installando un nuovo software, dunque c’erano ritardi nel resoconto cartaceo delle timbrature.
Dalle mie richieste emerse che le timbrature erano regolari, senza particolari anomalie. In realtà Carli si assentava puntualmente dal lavoro al mattino e non si presentava il pomeriggio il lunedì e il giovedì. Era impossibile che gli operatori della Cooperativa che gestiva il centro Carpe Diem potessero non vederlo al momento dell’arrivo e dell’uscita.
Quanto telefonavo al centro Carpe Diem per le consuete verifiche, gli operatori della Cooperativa andavano alla scrivania di Carli per verificare se fosse presente o meno.
Io non ho mai lavorato con Carli, dunque non lo conoscevo bene. Conoscevo solo la sua nomea. Decisi di controllarlo perché prese ferie senza comunicarlo, si assentò dal posto di lavoro e fu disattento verso i colleghi nei pochi giorni in cui lavorò prima di andare in malattia per un anno e mezzo.
Ritenni perciò di fare delle verifiche. Perché quando Carli iniziò ad assentarsi dal lavoro non gli chiesi spiegazioni? Non avevo nulla da dire. Se gli avessi chiesto spiegazioni non avrei potuto fare un bilancio delle sue azioni”.
Ex dipendente comunale a processo per truffa: l’accusa
Secondo l’accusa Alberto Carli, “nella sua qualità di incaricato di pubblico servizio, con artifizi e raggiri, consistiti nell’assentarsi senza alcuna valida motivazione dal luogo di esercizio delle sue mansioni, omettendo di timbrare il cartellino marcatempo, inducendo in errore il dirigente del Settore, si procurava un ingiusto profitto patrimoniale, pari alle ore di stipendio maturate per i periodi non effettivamente lavorati, con conseguente danno patrimoniale per il Comune di Imperia, il quale versava la retribuzione senza tuttavia ricevere alcuna controprestazione lavorativa da parte del medesimo”.
Ex dipendente comunale a processo per truffa: la vittoria della causa civile
Alberto Carli ha vinto la causa civile contro il Comune di Imperia per il licenziamento seguito ai fatti contestati proprio nel processo penale in corso di svolgimento presso il Tribunale di Imperia. Il Tribunale del Lavoro ha stabilito “l’inefficacia del licenziamento” ordinando al Comune il reintegro e condannando l’ente. Il motivo? Un vizio di natura procedurale relativo alla comunicazione dell’avvenuto licenziamento, ritenuta “non prevista dalla legge”. Licenziamento che il Tribunale ha definito “orale” in quanto ” non confortato da un provvedimento formalmente valido”. In pratica Carli fu licenziato dall’oggi al domani senza nessun preavviso.
Carli, inoltre, nel gennaio 2017 ha denunciato ai Carabinieri il Sindaco, dirigenti e funzionari del Comune di Imperia in quanto “costretto a lavorare nonostante abbia chiesto ufficialmente il prepensionamento per inabilità assoluta al lavoro”.