“Abbiamo scelto di non mettere la polvere sotto il tappeto”. Ha affermato così il sindaco Claudio Scajola al termine della lunga discussione inerente al debito del Comune di Imperia, che ammonta a 11 milioni di euro, avvenuta ieri durante la seduta del Consiglio Comunale.
Il consiglio, con 30 voti favorevoli e 3 astenuti (dei consiglieri Abbo, Verda e Ponte), ha dato il via libera al “Piano di riequilibrio pluriennale”, dichiarando il “pre-dissesto” del Comune di Imperia.
Nel corso della seduta, è stata anche riconosciuta una serie di debiti fuori bilancio, dodici in totale.
Il Comune di Imperia in “predissesto”
Il Comune ha 60 giorni di tempo per elaborare, con la collaborazione di un consulente esterno, Marco Rossi, il piano di riequilibrio che prevederà tagli ed entrate, per recuperare i disavanzi e i debiti.
Il predissesto: che cos’è
Il cosiddetto pre-dissesto è stato introdotto nel 2012. Si tratta di una procedura che i comuni in crisi strutturale possono mettere in atto per evitare il dissesto vero e proprio, e consiste in un piano di riequilibrio pluriennale che può essere assistito dallo Stato, il quale può anticipare risorse attingendo ad uno specifico fondo, il Fondo rotativo. In sostanza l’obiettivo della procedura del pre-dissesto è aumentare le entrate dei Comuni e diminuire le spese.
Il discorso di Claudio Scajola
“Io sono cresciuto nelle istituzioni, ho sempre creduto che la politica debba recuperare il consenso dei cittadini e scrivo la politica con la “P” maiuscola. Molte volte mi sono accordo di essere un illuso. Questa sera è stato il giorno più triste e più basso che mai ho visto sulla politica vissuta in un consesso comunale. Lo dico per quei consiglieri e per quell’ala dell’opposizione da Ponte a Lanteri che mai si è divisa su una votazione o un atteggiamento, condividendo sempre la stessa linea.
Mi viene un dubbio, che quella parte di consiglio comunale abbia più livore che amore per la città, che covi risentimenti, che quella componente dell’opposizione, che mi pare sia cresciuta nel numero, non lavori per il bene della città, ma per ostacolare il bene della città.
Se avevo motivazioni per dedicare il mio tempo e me stesso alla città, dopo stasera non posso che dire che non darò e non daremo nessuna soddisfazione a chi vuole affossare Imperia. Quello che è successo un’ora fa, con la comunicazione del Prefetto, capo della polizia e della sicurezza nazionale, è un evento che fa il male di Imperia, non di Scajola. Avete sbagliato. Al male sono abituato, io sono un incensurato, non lo sono tutti.
Per essere insieme, salvare una città, non bastano le enunciazioni, ci vogliono i comportamenti. Questa sera come posso credere che alle dichiarazioni di taluni che sostengono che possiamo risanare insieme. Guardavo stupito le votazioni contro o di astensione la dichiarazione di riconoscere dei debito a chi dobbiamo dei soldi. Dopo quello che è successo con Gabrielli, ora questo.
C’è chi lavora contro il bene della città, non lo permetterò.
Bilancio
Partiamo da – 11 milioni. Consigliere Abbo, lei ha fatto l’assessore al bilancio, vicesindaco, in tante votazioni si aggregava al carro. Ma noi siamo arrivati al 26 di giugno 2018 e siamo riusciti in zona Cesarini a vendere le azioni dell’autostrada, non dichiarandole nel bilancio come succedeva da tre anni, che non serviva a niente, anzi era peggio ancora. Si creava un debito, perché non c’era l’entrata.
Per quanto riguarda il depuratore, l’avvocato che ha scelto l’amministrazione precedente mi ha detto che la causa è persa. Come è stato possibile sostenere di pagare un canone per la manutenzione del depuratore inferiore della metà di quello che era il costo oggettivo, e non pagare neanche quella metà. L’avvocato ha detto: Come posso difendere in qualunque tribunale una cosa del genere? Si è dovuto iscrivere questa cifra cospicua. Stiamo con fatica cercando di transare la vicenda. Abbiamo iscritto a bilancio una cifra di una causa persa. Ma dato che siamo in primo grado, riconoscendo il debito si può riuscire ad avere un costo inferiore, come abbiamo fatto con successo con la Teknoservice, dove si era accomulato un debito di 2 milioni e si è transato la metà.
Sono 6 anni che il Comune ricorre al credito ordinario verso le banche.
Non dico queste cose per polemica. Non comprendo l’atteggiamento di questo consiglio comunale.
Tari
Abbiamo verificato un non pagamento di Tari per un importo tra i 2 e i 6 milioni. Ci saranno state le motivazioni, il clima, i forconi. Quando uno amministra deve trovare il coraggio delle cose che trova.
Un mio amico economista mi ha detto: ‘dichiara il dissesto, fai un’azione di responsabilità, fai venire un commissario per 6 mesi, e poi prenderai l’80%’. Io vi ho detto qui, per cercare una collaborazione istituzionale che non intendiamo fare azioni di responsabilità.
Abbiamo verificato che ci sono 4 delibere della Corte dei Conti dove in 3 anni hanno segnalato tutte le difformità del Comune. Non si è fatto nulla, non si può additare una responsabilità singola, ma non si può dire che l’amministrazione nel complesso abbia funzionato, era divisa, spaccata. Ci voleva allora il coraggio di dire di fare un riequilibrio. Non rimanere attaccati al Comune per portarci al disastro. Chi è rimasto sulla barca non può essere responsabile di tutta la baracca, ma sono stati 5 anni e i 2 precedenti, quindi 7 consecutivi, di disastro per la città di Imperia.
Amat
Per la situazione dell’acqua ci siamo inguaiati in una situazione difficile da risolvere. L’Amat per 6 anni riscuoteva per conto del Comune la tassa senza versarla al Comune. Non è una cosa normale, è una responsabilità. Questo ha causato un buco di 11 milioni, pari al disavanzo totale con i debiti fuori bilancio. Abbiamo una giunta di persone valide.
Abbiamo pensato che ci volesse qualcuno che ci desse una mano, abbiamo cercato una persona di grande livello che viene sovente a Imperia. Il consulente verrà il 4 dicembre in questa sala, con i segretari generali, con tutti i dirigenti e tutte le posizioni organizzative, faranno un pomeriggio intero per vedere voce per voce il bilancio della città.
Oggi abbiamo terminato la ricognizione, non abbiamo scelto di mettere la polvere sotto il tappeto. Non si va avanti con parere legale e causa, le cause si fanno in ultima ratio. Sono stati spesi 800 mila euro in avvocati.
Speriamo di avere parere condiviso, ma dopo questa sera non ci credo più. Non credo che recupereremo questo rapporto. Non so se vi rendete conto della gravità del fatto che il capo della polizia mi telefoni e dica che si è sentito offeso Franco Gabrielli. È grave soprattutto per chi ha retto il cordone ed è uscito dall’aula. Con quella parte di opposizione ci sarà un rapporto di confronto, non vogliamo il fallimento del Comune.
Noi siamo convinti di conciliare l’impossibile, risanare il bilancio, avere entrate straordinarie, rilanciare la città di Imperia con un bilancio ordinato, dove i capitoli di spesa rappresentano l’obiettivo della città e i capitoli di entrata sono controllati. Non come per i parcheggi, dove c’è 1 milione e 600 mila euro di incasso e 60 mila euro di utile.
Con questa esperienza finisco la mia carriera politica. Mi auguro che ognuno cerchi di essere più uomo”.
La diretta:
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