Sarà domani la giornata decisiva per le sorti della Provincia di Imperia. Dopo la seduta di giunta prevista per le ore 12, il presidente Luigi Sappa si riunirà con i componenti della sua maggioranza (Pdl e Lega) per decidere quale strada imboccare: mantenere le dimissioni o scegliere una delle due exit-strategy per rimanere in carica.
La prima opzione, nelle ultime 24 ore, sembra essere tramontata anche perché a conti fatti non è nell’interesse, né collettivo né personale, di nessuno che l’Ente venga commissariato. Dunque? Ci sono due strade: la prima prevede il ritiro delle dimissioni del presidente e la conferma dei suoi sette assessori rischiando che il gruppo degli “Uniti” (composto da Marco Greco (capogruppo), Paolo Ceppi, Giovanni Battista Sajetto, Mauro Lanteri, Angelo Alberti, Gabriele Saldo e Gian Stefano Orengo) presenti una mozione di sfiducia con ogni probabilità votata anche dal Partito Democratico decretando la fine dell’amministrazione, la seconda è l’azzeramento della giunta con la conseguente nomina di 3-4 tecnici che saranno chiamati a lavorare su determinati temi: rifiuti, trasporti, lavori pubblici etc…
Quest’ultima sembra essere la via d’uscita più gettonata anche dagli stessi assessori che, secondo i bene informati, metteranno le proprie dimissioni nella mani di Sappa. A questo punto ci si aspetterebbe un ricompattamento con gli “Uniti” di Greco & Co. invece così, probabilmente, non sarà. Alla scorsa riunione del direttivo provinciale del PD, infatti, sarebbe stata approvata una proposta di “appoggio” al presidente Sappa alle condizioni sopracitate (azzeramento della giunta e nomina di tecnici). Se tale indiscrezione fosse confermata, sarà il Partito del Premier Letta a garantire i numeri necessari, assieme a quelli del Pdl+Lega, per il proseguo del mandato di Luigi Sappa. Insomma, si profila Governo di scopo per affrontare le criticità e i temi più delicati che l’Ente si troverà ad affrontare nei prossimi mesi.
L’ultima spiaggia per Sappa e per i suoi assessori potrebbe essere quella di sfidare la sorte, con il rischio di vedersi sfiduciare, e confidare nella mancata approvazione dei decreti attuativi relativi all’accorpamento delle Province da parte del Governo così da andare ad elezioni la prossima primavera. Sappa, l’uomo del “buon governo”, però, non è mai stato un politico amante del rischio ed è difficile lo diventi proprio adesso.