24 Dicembre 2024 03:27

24 Dicembre 2024 03:27

“Musicapost”. La rubrica in collaborazione con Stefano Senardi:”Lucio Dalla, estroverso e anticonformista, era un poeta e un cronista del suo tempo”/XV puntata

In breve: Successivamente all'album "Le Nuvole" di Fabrizio De Andrè, "Terra Mia" di Pino Daniele e "Paris Milonga" di Paolo Conte, oggi Senardi ha deciso di parlarci di "Come è profondo il mare" di Lucio Dalla.
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Siamo arrivati alla quindicesima puntata di “MusicaPost”, la rubrica di ImperiaPost in collaborazione con il discografico imperiese di fama internazionale Stefano Senardi.

Cos’è MusicaPost?

Si tratta di uno spazio in cui Senardi presenta una proposta musicale ai lettori, attraverso una “lezione” di ascolto della musica, facendo scoprire i retroscena, la storia e le leggende che si nascondono dietro i brani e gli artisti che li creano, sfruttando sua la grande esperienza maturata negli anni.

Dopo aver approfondito la “Summer of Love”del 1967,  “Islands” dei King Crimson “Manhole” di Grace Slick“Remain in Light” dei Talking Heads,“Bryter Layter” di Nick Drake, “Rock Bottom” di Robert Wyatt“Astral Weeks” di Van Morrison“The Freewheelin” di Bob Dylan, “Tapestry” di Carole King , “Closing Time” di Tom Waits “So” di Peter Gabriel, è arrivato il momento di passare alla musica italiana.

Successivamente all’album “Le Nuvole” di Fabrizio De Andrè, “Terra Mia” di Pino Daniele “Paris Milonga” di Paolo Conte, oggi Senardi ha deciso di parlarci di “Come è profondo il mare” di Lucio Dalla.

In che periodo storico nasce l’album?

“È uno dei più importanti album della musica d’autore italiana. Prodotto da Alessandro Colombini e Renzo Cremonini, è stato pubblicato nel 1977, anno molto particolare per la storia e la cultura del nostro paese, in una Bologna che in quell’anno ha vissuto movimenti studenteschi importanti. In quei mesi morì uno studente durante le manifestazioni del movimento. Quelli erano anche i giorni di Radio Alice.

Dalla ripercorre l’Italia di quegli anni, profondamente turbata dal terrorismo e dagli anni di piombo. Per scrivere si ritira nel suo punto di riferimento alle isole Tremiti.

L’ho scelto anche perché di questi tempi mi piace pensarci dato che siamo in un’epoca in cui il mare per tanti motivi è di grande attualità, sia per la questione migranti sia per la questione inquinamento. Recentemente, gli ultimi rapporti a livello mondiale ci hanno riferito che abbiamo 12 anni per provare a frenare questo andamento di riscaldamento che può distruggere il mondo in cui viviamo. È una tristissima realtà”.

Si tratta di un disco molto particolare di Dalla, come mai?

“È un disco che rappresenta una svolta all’interno della storia della musica della canzone italiana per certe sue anomalie. È ricchissimo di idee originali, in particolare per gli arrangiamenti. L’approccio non è quello tipico della canzone di autore. Diversi brani durano più di 5 minuti. È il suo settimo album, ma è il primo album scritto al 100% da Lucio Dalla, dopo aver realizzato 3 album insieme al poeta bolognese Roberto Roversi.

L’album diventa una scommessa sia per i suoi discografici, che lo lasciano fare, sia per Lucio Dalla. Lui ha avuto sempre tanta libertà, ma sempre appoggiato ad autori di mestiere competenti, soprattutto per quanto riguarda i testi che fino a quel momento non ha mai scritto.

Si dimostra un fantastico e profondo osservatore della realtà. Ascoltando il disco, sembra che girasse con una telecamera nel suo berretto. Sono infatti tante le immagini filmiche, grazie al suo modo di osservare in modo pietoso e a volte impietoso la realtà”.

Qual è il tema dell’album?

“Il disco parla dell’impotenza di fronte al potere dominante, ma allo stesso stempo è ancora pieno di speranza. È un disco dove Dalla si dimostra un grande poeta che sa descrivere e tratteggiare in maniera superba alcune figure della vita di tutti i giorni, degli ambienti urbani e straordinarie, usando metafore uniche.

Per questo e molto altro diventa uno degli album simbolo della musica italiana”.

Cosa rende Dalla così speciale?

“Estroverso e anticonformista, spesso ha voluto ritirarsi in esilio per scrivere, ma scrive immagini talmente forti che sembra di essere in città. Racconta di personaggi visionari, insofferenti, passionali. Passa da una cifra stilistica all’altra. Dimostra di essere un artista di un’originalità incredibile.

Oltre a descrivere questi personaggi che rimarranno impressi nella mente, parla dell’irrazionale, della forza dell’amore, invitando al coraggio.

Racconta di un mondo irrequieto, anche paradossale, pur appartenendo alla realtà quotidiana.

Dimostra di essere musicista, poeta, jazzista, attore e anche un cronista del suo tempo, un saltimbanco che ride del suo tempo e se ne fa un po’ gioco e allarme sociale”.

Qualche curiosità sulle canzoni?

“La canzone che dà il titolo all’album, “Come è profondo il mare“, che diventa una canzone cult, dura quasi 7 minuti. È nota per la particolarità degli arrangiamenti, tra i quali c’è l’effetto di polso della chitarra che ha realizzato Ron. Nonostante la giovane età, conosceva bene la musica, la sapeva scrivere e comporre.

Ron stesso mi ha raccontato che aveva appena comprato Harvest di Neil Young che usa questa tecnica chitarristica e Ron l’ha ripetuta. 

C’è un groove di basso modernissimo di Paolo Donnarumma, uno dei più grandi bassisti italiani, che fa diventare il modo di cantare di Lucio un rap ante litteram.

“Il cucciolo Alfredo” racconta della città di Bologna e ironizza su una certa retorica: “La musica andina, che noia mortale, sono più di tre anni che si ripete sempre uguale”. Racconta una storia bellissima e realistica, un vero film.

Quale allegria” verrà poi ripresa da Luca Carboni e Ornella Vanoni.

Il momento sublime ironico e provocatorio arriva con “Disperato erotico stomp”, che ha un testo che anche per quegli anni è censurabile per certe parole e per quello che racconta.

Questo disco è talmente importante che la grande giornalista Maria Laura Giulietti, scomparsa nel 2016, ha scritto un libro che parla di questo album nel 2007 “Com’è profondo il mare – Biografia del capolavoro di Lucio Dalla”.

Dalla e De Gregori sono stati protagonisti del tour “Banana Republic”.

“Sì, dopo il famoso processo pubblico a Francesco De Gregori, Dalla lo invita a iniziare una tournée insieme, con l’album “Banana Republic”, riaprendo così la possibilità di andare ad ascoltare la musica dal vivo. Negli anni 70, infatti, a causa della contestazione esasperata, nessun artista aveva più il coraggio di suonare dal vivo. Si è dovuto aspettare fino al 79 con Patty Smith, per gli artisti internazionali, e fino al 78 con De Gregori Ron e Dalla. È questo un altro merito di Dalla, che ha sempre voluto sfidare sia i benpensanti e anche i malpensanti. 

Lucio Dalla rivendica il diritto della musica dal vivo e realizza una tournée di straordinario successo.

Questa ripresa dei concerti dal vivo è un atto importante, lo porta a realizzare grandi capolavori, soprattuto i due album a seguire, “Lucio Dalla”, che nel 2019 compirà 40 anni, seguito da “Dalla”, tutti composti da suoi testi”.

Ricordi personali legati a lui?

“Moltissimi. Abbiamo passato molto tempo insieme, non solo a livello lavorativo. Ricordo di averlo incontrato spesso durante le vacanze sulla barca, chiamata “Catarro”, un nome tosto come era tosto lui. Gli piaceva scandalizzare, provocare, era un poeta leggero da un parte e pesante su altre cose. Gli piaceva urtare la gente e vedere come reagiva.

Questo album è di un uomo libero, di un uomo che ho conosciuto, con cui ho voluto iniziare un anno fa la serie che ho ideato su Sky Arte “33 giri Italian master”. Ho iniziato con “Come è profondo il mare”, proprio per il legame particolare che ho con Lucio, oltre che per l’importanza storica. Abbiamo avuto tanti momenti di confidenza e di vicinanza. L’ultima volta chiacchieravamo sulla musica italiana, cosa c’è che va e cosa non va.

È realizzato come un album di una volta, non registrando uno strumento uno per volta e una voce per volta per poi montare tutto insieme. Si entrava in studio tutti insieme da lì si parte da un’ispirazione e si creava in diretta. In pochi giorni è nato l’album, così come tanti altri straordinari sono nati in questo modo. Prende spunto oltre che da un momento storico importante anche dall’ispirazione artistica. Il rumore delle dita sulle corde, il pianoforte a volte scordato, una voce non perfetta, sono queste le caratteristiche che rendono l’album ancora più appassionante e che lo rendono straordinario”.

Tracce

Lato A

  • Come è profondo il mare
  • Treno a vela
  • Il cucciolo Alfredo
  • Corso Buenos Aires

Lato B

  • Disperato erotico stomp
  • Quale allegria
  • …E non andar più via
  • Barcarola

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Gaia Ammirati

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