“I provvedimenti impugnati risultano viziati da carenza di motivazione ed erroneità dei presupposti”. Con questa motivazione il Tar del Lazio ha accolto il ricorso presentato dal Magistrato genovese Alberto Landolfi contro la nomina di Alberto Lari a Procuratore Capo della Repubblica di Imperia.
In particolare, il Tribunale ha accolto tre dei cinque motvi di gravame sollevati dal dott. Landolfi, annullando il provvedimento di nomina del dott. Lari che, difeso dall’avvocato Daniele Granara, presenterà con tutta probabilità ricorso al Consiglio di Stato.
Nel 2017 avevano presentano la candidatura al concorso per la nomina a Procuratore Capo del Tribunale di Imperia, oltre ad Alberto Lari, il Pm di Asti Luciano Tarditi, l’allora Pm a Imperia, Alessandro Bogliolo, oggi in Procura Generale a Genova e, appunto, Alberto Landolfi.
Landolfi si era classificato ultimo, escluso dopo la prima selezione.
Caos in Procura a Imperia: accolto il ricorso contro la nomina a Procuratore di Alberto Lari
Ecco le contestazioni del dott. Landolfi accolte dal Tar.
- “Riportando i profili salienti del suo ‘curriculum’, come evidenziati nella ‘autorelazione’ presentata al CSM, il dr. Landolfi riteneva che la competente Commissione non ne avesse preso in considerazione i contenuti analitici, preferendo in comparazione la posizione di altri magistrati di più giovane età e di ‘curriculum’ meno significativo, ferma restando poi la non trascurabile circostanza per la quale appena poco tempo prima l’odierno controinteressato era stato valutato soccombente in procedura per la nomina a posto ‘semidirettivo’ a Imperia”.
- “Per quanto riguardava i profili salienti che avevano contraddistinto la considerazione dei titoli del dr. Lari, il ricorrente riteneva che la Commissione avesse illogicamente enfatizzato, e qualificato come di rilevo, alcune lontane esperienze in tema di criminalità organizzata vissute in uffici giudiziari siciliani, per lo più pretorili, che avesse immotivatamente considerato come ‘ineguagliabili’ le attitudini organizzative relative a funzioni requirenti svolte nel distretto in cui opera il Tribunale di Imperia, che avesse incongruamente rilevato una specializzazione nel settore penale definita ‘elevatissima’ senza evidenziare dati particolari a sostegno di tale conclusione”.
- “Soffermandosi sulla comparazione svolta in Commissione tra lui e il controinteressato, il ricorrente evidenziava che era stata posta in evidenza, a sostegno della sua soccombenza, la circostanza di aver svolto funzioni requirenti recenti non nel territorio ligure, ma in una funzione all’estero e in ‘fuori ruolo’, con conseguente assenza di continuità di conoscenza ed esperienza attitudinale nella sede di destinazione.[…]Il dr. Landolfi, quindi, lamentava, oltre alla illogicità della conclusione ora rappresentata, anche il suo difetto di motivazione, in quanto il collocamento in ‘fuori ruolo’ per servizio comunque espletato in favore di istituzioni internazionali dell’Amministrazione di appartenenza non poteva comportare alcun pregiudizio nella valutazione comparativa ed, anzi, deve essere considerato un accrescimento professionale del magistrato[..]Il dr. Landolfi, infatti, analogamente al dr. Lari, evidenziava di avere svolto funzioni requirenti in Liguria da circa trenta anni, a fronte dei soli diciassette del controinteressato, e di aver svolto anche funzioni specificamente direttive in quel territorio (Savona)[…] Anche il ricorrente, poi, poteva vantare la permanenza nella D.D.A. (per un anno già nel 2004), dal 2010 e non dal 2009 come il dr. Lari.Illogicamente enfatizzata era, per il ricorrente, la riscontrata capacità di gestire processi di estrema complessità riconosciuta al dr. Lari, perché limitata al periodo siciliano e con funzioni pretorili e monocratiche, per reati di minor rilievo sociale quindi.Non era stata poi considerata la reggenza della Procura di Savona operata dal ricorrente, dato che il controinteressato non vantava simile attività; né era stato valutato che anche per lui poteva riconoscersi ‘elevatissima specializzazione nel settore penale’ – invece evidenziata per il solo dr. Lari – e così pure risultavano ignorati gli ulteriori titoli derivanti da esperienze fuori dalle ordinarie funzioni, vantati dal dr. Landolfi e illustrati nella sua ‘autorelazione’, che erano singolarmente richiamati.Del tutto generica e apodittica era, inoltre, per il ricorrente, la motivazione sulla prevalenza del dr. Lari sotto il profilo del ‘merito””.
Respinti invece i restanti due motivi di gravame:
- Il ricorrente richiamava la circostanza già segnalata nelle premesse, relativa alla – da lui definita – ‘anomala’ nota del Procuratore Generale presso la Corte di Appello di Genova (con riferimento ad alcuni episodi disciplinari relativi al dr. Landolfi, risalenti a molti anni addietro e conclusi con archiviazione, ndr) che aveva condizionato il procedimento avanti al CSM in virtù della sua mancata espunzione dal fascicolo personale.
- Il ricorrente lamentava anche che non era stata accolta la sua richiesta di audizione avanzata dopo l’intervenuta conoscenza della nota suddetta.
Caos in Procura a Imperia, accolto il ricorso contro la nomina a Procuratore di Alberto Lari: gli scenari
Il Tar del Lazio, oltre ad accogliere il ricorso del dott. Landolfi, ha condannato il Csm (Consiglio Superiore della Magistratura) “a corrispondere al ricorrente le spese di lite, che liquida in 2 mila euro”.
Nel caso in cui la sentenza del Tar dovesse diventare definitiva, la Procura della Repubblica di Imperia potrebbe ritrovarsi senza Procuratore, con concorso da rifare.
Alberto Lari, lo ricordiamo, è stato nominato Procuratore Capo, a Imperia, in luogo del Giuseppa Geremia, nel 2017.
Lari, a Genova, si è occupato dell’inchiesta che ha svelato gli intrecci tra ’ndrangheta e politica a Lavagna, ma anche dell’inchiesta Maglio 3, che ha portato in carcere i presunti boss legati alla criminalità organizzata calabrese delle quattro locali liguri. E, ancora, dei traffici di droga in porto, ma anche dell’inchiesta sulla combine Venezia-Genoa del 2005.
Ecco la sentenza completa.