Sono stati l’intuito e la perspicacia di don Carmelo Licciardello a suggerirgli di indagare sull’origine di quei brani di colore che aveva visto sulle tavole di copertura di un mobile secentesco, quando si era arrampicato sull’armadio della sacrestia della chiesa di San Giovanni Battista di Ripalta.
Prontamente aveva chiesto l’intervento della Soprintendenza di Genova che aveva appurato si trattasse di tavole dipinte.
Ma è stata la loro rimozione ed un attento esame che hanno permesso di attribuire alla scoperta un valore storico-artistico sorprendente: si trattava di dipinti medievali del XV secolo che riconducevano allo stile dei Biazacci!
Il restauro condotto con professionalità da Giorgio Gavaldo, sotto la direzione di Alfonso Sista storico dell’arte della Soprintendenza di Genova ha confermato l’attribuzione iniziale alla bottega dei Biazacci e in particolare a Tommaso, quello che è considerato il capo bottega ed il più dotato tra i due. In particolare risulta molto stringente la comparazione con il Santo Stefano del polittico della Vergine e Santi che si conserva al Museo di Sant’Agostino di Genova proveniente con quasi certezza dal Ponente ligure.
Le tavole sono mutile, in quanto resecate da un originario polittico di maggiori dimensioni per essere riadattate nell’armatura dell’armadio seicentesco e raffigurano Santo Stefano, un Santo Vescovo non identificato a cui manca la testa e San Giovanni Evangelista riconoscibile per il calice.
Le tre tavole di Dolcedo sono state realizzate da Tommaso Biazacci in un periodo vicino al polittico di Genova e quindi agli affreschi dei Piani di Imperia in una data prossima al 1490.
La presentazione del restauro si terrà il 26 dicembre alle ore 16.00, nella chiesa di San Tommaso Apostolo in Dolcedo.