24 Dicembre 2024 14:54

24 Dicembre 2024 14:54

Imperia: via libera del consiglio comunale al porto pubblico. Scajola al veleno. “Passato? Io non dimentico”/La discussione

In breve: Il consiglio comunale di Imperia ha approvato all'unanimità gli indirizzi stabiliti dalla Giunta Comunale per il futuro del porto turistico.

Il consiglio comunale di Imperia ha approvato all’unanimità gli indirizzi stabiliti dalla Giunta Comunale per il futuro del porto turistico, segnatamente “protrarre l’affidamento del servizio pubblico di rilevanza economica inerente il Porto di Imperia, per un periodo di mesi 12 dalla scadenza, alla Go Imperia S.r.l. e  “subordinatamente alle necessarie valutazioni di praticabilità economica e giuridica, l’ultimazione delle opere inerenti la realizzazione del nuovo Porto di Imperia e la relativa gestione per un coerente periodo abbia luogo mediante affidamento in concessione ad una Società a totale partecipazione pubblica”.

Nel corso della lunga discussione non sono mancate dure critiche alla Magistratura (l’inchiesta per truffa sul porto di Imperia fu coordinata dalla dott. Maria Antonia Di Lazzaro e affidata a Polizia Postale e Guardia di Finanza).

Claudio Scajola

“Un dirigente del Comune non può prendere un provvedimento senza avere le linee guida dell’amministrazione comunale. Abbiamo lavorato su questa deliberazione e l’abbiamo portata in consiglio comunale perché questa assise desse un indirizzo preciso sulla sua volontà e sugli obblighi che dovranno rispettare tutti i soggetti che dovranno operare per affidare la gestione provvisoria alla Go Imperia per il tempo necessario al Demanio per incamerare i beni del porto. Non solo, anche per quel che riguarda il riportare in vita la concessione e garantire nei tempi più celeri la ripartenza del porto di Imperia.

Oggi è evidente che, con un piano finanziario equilibrato, sia chiara la possibilità di ottenere una concessione demaniale in house e tutti i titoli edilizi scaduti. Per completare il porto occorreranno una concessione pluriennale e i necessari fondi per completare il porto.

Sul tema del porto, il nostro orientamento è sempre stato quello della gestione pubblica, senza ricorrere a un finanziatore privato. Se raggiungeremo questo obiettivo, metteremo in essere tutte le azioni per permettere al porto di avere una resa economica.

Ci sono 92 posti barca fermi da 10 anni. Hanno un valore molto alto. Questi posti barca sono stati oggetto di scandalo per i media, ma pochi giorni dopo il mio insediamento ho scoperto che per la messa a punto dei posti barca erano necessari circa 800 euro a posto barca. Questo dimostra che c’è stata una gestione anarchica del problema porto, dove ognuno si muoveva in maniera contraddittoria. Stessa cosa per le vicende giudiziarie, con ben sette studi legali incaricati. Noi, al contrario, abbiamo incaricato un solo studio.

E’ evidente che oggi si può fare quello che nel 2006 non si poteva fare. Un tempo ci volevano soldi per costruire il porto e visto che soldi non c’erano, indirizzammo tutto verso un investitore privato. Ora gran parte del porto c’è e il Comune se lo trova in pancia. Dunque, oggi, le risorse per completare il porto possono esserci“.

Guido Abbo (Imperia al Centro)

“L’impostazione della pratica è condivisibile. La delibera è in assoluta continuità con la delibera della precedente amministrazione. La scorsa amministrazione riconobbe uno status privilegiato ai titolari di posto barca, rispetto ad altri acquirenti, per non chiudere il porto in faccia a chi ha creduto nella città Imperia. Credo che questa amministrazione debba fare lo stesso, la invito a farlo.

E’ necessario, per completare il porto, risolvere i contenziosi. A riguardo, vi invito ad allargare la platea dei soggetti coinvolti.

Nel nostro programma elettorale, Imperia al Centro, abbiamo anche proposto una partnership pubblico-privato, non tanto come strategia politica, ma perché la strada del pubblico sotto il piano finanziario è difficilmente percorribile. Detto questo, il porto pubblico è un giusto risarcimento per il Comune di Imperia, per tutto quello che è successo”.

Andrea Landolfi (Obiettivo Imperia)

“Nella realizzazione del porto ci sono stati sicuramente errori che si sarebbero potuti evitare, però le ultime mareggiate hanno dimostrato che il nostro porto ha retto a differenza di tanti altri porti liguri. Il porto di Imperia non ha però potuto nulla contro la forza distruttiva dell’uomo, che l’ha portato in coma farmacologico.

Il percorso non sarà facile, ma lo affronteremo con energia”.

Roberto Saluzzo (Imperia di Tutti Imperia per Tutti)

“Condividiamo il percorso previsto dall’amministrazione. Giusto chiedere il rinnovo della concessione demaniale per 12 mesi, per poi valutare se vale la pena o meno chiedere una concessione più lunga per terminare i lavori. La domanda, è cosa fare del futuro. Il Comune ha deciso di buttare la palla in tribuna, in attesa di verificare la fattibilità del proprio progetto, e sono d’accordo.

Bontà della gestione pubblica o privata? Quali sono i benefici della gestione pubblica? Si può dare un’area demaniale in concessione a una società pubblica senza gara? Esattamente come proposto dall’allora Vicesindaco Zagarella, anche noi riteniamo una buona proposta la doppia concessione, per le opere a mare e per opere a terra, con una gestione mista o addirittura privata delle opere a terra”.

Antonello Ranise (Forza Imperia)

“Il porto turistico di Imperia fu travolto da un’indagine della magistratura fallimentare sotto il profilo giudiziario. Oggi non lo si può più negare, quello che è stato fatto dall’amministrazione Sappa all’epoca non aveva nulla di sbagliato. Io rivendico quel progetto. Quel progetto non era faraonico, come qualcuno disse, ma aveva dato lustro alla città. La gente veniva a Imperia e diceva ‘non abbiamo mai visto Imperia cosi bella’. Vorrei dirlo a chi forse se ne è dimenticato.

L’inchiesta che ha portato allo sfascio del porto turistico e della città di Imperia è nata dalla denuncia di parte presentata da due consiglieri comunali. Fecero denuncia per l’eccessiva volumetria del capannone. Questi sono i fatti. In quell’occasione, quando si scatenarono i mass media, ci fu qualcuno che cavalcò politicamente quel momento storico e lo fece ai danni di persone che ci avevano messo la faccia per un progetto che avrebbe rilanciato la città.

Caltagirone non lo conosco e non mi interessa conoscerlo, ma c’è un dato di fatto. La calunnia, quando è manifesta, non si risarcisce con il trafiletto di un giornale. Non voglio più sentire riprendere i discorsi sugli errori del porto. Ci sono più sentenze che hanno chiarito la storia dei fatti.

Tornando a oggi, siamo in sintonia con l’amministrazione per quel che concerne il futuro del porto. Siamo d’accordo con questo atto, auspico però che ci sia più coinvolgimento. Questo è il primo passo per far ripartire il porto con delle basi sicure”.

Fabrizio Risso (Pd)

“Oggi si danno gli indirizzi politici amministrativi per il futuro del porto. Antonello Ranise ha un fatto un resoconto delle vicende storiche del porto. Vorrei rispondergli che l’esposto sul capannone fu fatto su questioni di volumetrie che poi hanno condotto alla demolizione del capannone. Un esposto a mio modo di vedere motivato.

Io penso che la città, che sta attraversando un periodo di grande difficoltà, sia ancora alla ricerca della sua identità. Non è più industriale, ha chiuso l’Agnesi. L’imperia di un tempo non c’è più. Non è stato dato un indirizzo nuovo alla città.

Oggi si parla di vocazione turistica. Io penso che sia il futuro. Il porto turistico è un volano economico straordinario che potrà garantire alla nostra città una possibilità di sviluppo. Ben venga questo atto di indirizzo dell’amministrazione. lo condividiamo perché va nel solco di quello che negli anni abbiamo proposto con la scorsa amministrazione. L’affidamento alla Go Imperia è in scadenza, dunque è necessario prorogarlo per consentire le gestione del porto.

Condividiamo in pieno l’ipotesi di completamento delle opere. Le opere a terra non sono mai state completate e penso che questa possa essere l’occasione per ridiscutere il progetto e prendere decisioni migliori al fine di poter vedere realizzato il porto. Io penso che sette palazzine siano troppe. Penso si possa ipotizzare un progetto diverso, tipologie abitative tipicamente liguri. Una sorta di ingrandimento della Marina di Porto Maurizio, con, nella parte a terra, importanti spazi commerciali.

Cosa vogliamo che sia il porto turistico? Io penso a strutture ricettive per la nuova progettazione. Ovviamente, poi, grande attenzione dobbiamo riservare ai titolari di posto barca”

Luca Lanteri (Progetto Imperia)

“Il Sindaco Scajola ha preso la stessa decisione che avevamo proposto anche noi in campagna elettorale. Le opere a mare sono praticamente concluse, ma oggi non c’è più richiesta di piccoli posti barca, ma di grossi posti barca. Un’operazione, in questo senso, l’avevamo già fatta in passato con la variante.

Le opere di urbanizzazione devono essere concluse. Il costruttore (Caltagirone, ndr) ha fatto i posti barca, li ha venduti, ma non ha fatto le opere di urbanizzazione. Per questo motivo è un porto scollato dalla città. Bisogna trovare una soluzione per i titolari dei posti barca, per risarcirli, per ridargli i loro diritti.

Sarà difficile fare un piano finanziario, ma credo che le risorse si possano trovare con la vendita dei posti barca e con le opere a mare.

Per chiudere, l’unica cosa che non rifarei, tornando indietro, non farei entrare colui che doveva costruire il porto all’interno della società. Devono essere due soggetti distinti”.

Monica Gatti (Lega)

“Il mio partito non ha mai avuto nessuna responsabilità politica nel porto turistico. Il passato è alle spalle, siamo al punto zero. Ben venga la gestione pubblica. Non è da escludere, però, una collaborazione con imprese private”.

Gianfranco Gaggero (Forza Imperia)

Sono orgoglioso di aver portato a conclusione il progetto del porto turistico di Imperia. Chi doveva realizzare il porto non lo ha fatto come avrebbe dovuto, questo è vero, ma qualcuno ha cominciato a sparare contro.

Qualcuno ha infierito sul porto, con esposti, facendo demolire un capannone dove doveva esserci un capannone. Tutto questo quando una Commissione Paesaggio disse che quel capannone si poteva sanare con poco più di 30 mila euro. Qualcuno voleva male al porto e alla città di Imperia. Ora dove c’era il capannone sorgerà proprio un capannone, addirittura di dimensioni più grandi. Questo è un esempio di come sono andate le cose in quegli anni. Tornando a oggi, condividiamo la gestione pubblica del porto”.

Claudio Scajola

“Io non posso che apprezzare il livello degli interventi che si sono succeduti. Io non ho sicuramente dimenticato il settembre 2010. Non ero qui in consiglio comunale quando avete discusso dopo che tutte le prime pagine dei giornali avevano scritto che l’ex Ministro era indagato per associazione a delinquere per la vicenda del porto.

Non ho dimenticato l’abbattimento del capannone per difformità di pochi centimetri. Non ho ancora capito se è possibile fare questi danni in questo Paese e non pagare nessun prezzo. Un capannone che era di proprietà della Porto di Imperia Spa, neanche solo del privato.

Non ho neanche dimenticato l’opuscolo che definiva il porto di Imperia ‘la più grande vergogna del Mediterraneo’, distribuito in tutta la città. Non ho mai svolto nessuna azione a dei difesa del mio onorato, neanche alla luce di una sentenza chiarissima.

Non ho dimenticato che l’inchiesta che accusava me in quel modo fu archiviata dallo stesso Pm. Tutto nacque dall’esposto di due consiglieri comunali, Verda e Zagarella.

Non ho dimenticato che molti esponenti del Pd non vollero firmare quell’esposto.

Non ho dimenticato le deposizioni fuorvianti di alcuni consiglieri comunali di allora.

Io dico che non ho dimenticato, ma voglio dimenticare. Do per passato tutto quello che è successo. Anche nei rapporti personali. Quello che ci deve essere ora è il futuro. 

Nessuno quel porto, allora, voleva costruirlo, neanche gli imprenditori dell’Imperia Sviluppo, che mi spiace siano stati coinvolti, come me, in quell’inchiesta.

L’obiettivo è l’affidamento in concessione della gestione del porto a una società pubblica al 100% del Comune di Imperia. Dobbiamo capire se abbiamo risorse finanziare per terminare il porto.

Opere di urbanizzazione? Dovevano essere completate. Ma i 18 milioni della fideiussione, lo ricordiamo, sono diventati 8, con una transazione della passata amministrazione. E neanche 1 milione è stato utilizzato per il completamento delle opere di urbanizzazione.

Le opere di urbanizzazione dobbiamo finirle. Il piano finanziario deve prevedere il completamento della costruzione del porto, per esempio l’allungamento della cima del molo lungo. Il molo, nella parte più esposta, ha tenuto perfettamente alle recenti mareggiate e questo è un vanto. E’ l’unico porto in Liguria che ha tenuto. Nel fare il piano finanziario, inseriremo certamente le parti a mare e le parti di urbanizzazione, ma ci vogliono delle cifre.

C’è da tutelare chi ha comprato i posti barca. Se l’ing. Enrico (oggi dirigente del settore Demanio, ndr) domani mattina mi venisse a dire che vuole revocare concessione, dall’ufficio uscirebbe una persona sola, non so se io o lui. E’ assurdo quello che è successo. E’ importantissima questa cosa.

Ho parlato di assassinio alla città perché il porto nasceva nel momento di crescita dell’economia italiana e della cantieristica. Chi non voleva venire a costruire diceva che il progetto costava troppo. La parte di edilizia fu prevista proprio per quello. 

Noi prediligiamo una gestione a capitale interamente pubblico. Il problema è che non sappiamo ancora, nel percorso che porteremo avanti, quanto sarà la durata della concessione. Cosa riusciremo a trattare per la durata della concessione. Cosa riusciremo a far inserire? Sono ancora dei punti interrogativi.

Per quanto concerne la parte abitativa, mi sento di dire sin da oggi che sicuramente l’indirizzo da seguire è quello della diminuzione, ma anche quello dell’utilizzo di queste strutture. Siamo carenti di ricettività alberghiera, sarebbe auspicabile collocarla nell’area delle palazzine, in parte.

Una volta si parlava solo di appartamenti, poi le cose sono cambiate e chissà quante volte cambieranno ancora. Lasciamoci la mani libere.

Per quanto riguarda il rinnovo della concessione alla Go Imperia, domani ci sarà l’assemblea della Go Imperia”.

La delibera approvata dal consiglio comunale

  • impartire agli Uffici l’indirizzo di protrarre l’affidamento del servizio pubblico di rilevanza economica inerente il Porto di Imperia, in pendenza della procedura di incameramento ex art. 49 Cod. nav. e delle verifiche di cui sub b), per un periodo di mesi 12 dalla scadenza, alla Società a totale partecipazione pubblica comunale e soggetta a controllo analogo Go Imperia S.r.l., ai sensi del d.lgs. n. 175 del 2016, rinnovando nelle forme di legge per un coerente periodo la relativa concessione demaniale marittima ed atti correlati;
  • di impartire l’indirizzo per cui, subordinatamente alle necessarie valutazioni di praticabilità economica e giuridica (da compiersi prima della definitiva espressione di questo Consiglio e dell’attivazione delle procedure di approvazione delle opere di ultimazione e di rilascio di una nuova concessione demaniale pluriennale), l’ultimazione delle opere inerenti la realizzazione del nuovo Porto di Imperia e la relativa gestione per un coerente periodo abbia luogo mediante affidamento in concessione (demaniale e di costruzione e gestione) ad una Società a totale partecipazione pubblica, nel rispetto del d.lgs. n. 50 del 2016 e del d.lgs. n. 175 del 2016. Società che, come verrà regolato e sottoposto a verifica – rispettivamente – in sede di affidamento del rapporto e di controllo analogo sull’attività, dovrà considerare nella propria azione la posizione di affidamento maturata dagli utenti della struttura portuale nel precedente periodo di gestione.

 

 

 

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