Lucio Sardi, segretario provinciale di Sinistra Italiana, ex membro del cda di GoImperia, interviene, con una nota stampa, in merito al dibattito in Consiglio Comunale sulle linee di indirizzo per il porto turistico.
Via Libera del Consiglio Comunale a Porto Pubblico: l’intervento di Lucio Sardi (Sinistra Italiana)
“Il dibattito nel consiglio comunale sulle linee di indirizzo per il porto turistico ci ha dato molte conferme:
- – che tutti i gruppi consiliari hanno affermato di essere per una gestione pubblica del porto (tanto che hanno votato favorevolmente e all’unanimità la pratica che lo prevederebbe), ma tutti, in varia forma, si sono curiosamente espressi a favore del coinvolgimento di privati.
- – che l’amministrazione Scajola, rinnovando di un solo anno la concessione demaniale alla società pubblica Go Imperia, senza decidere nulla sulla progettazione delle opere a terra, si è voluta tenere invece le mani libere per una futura eventuale gestione privata. A tale scopo è stato usato l’alibi della sostenibilità finanziaria del progetto che, senza una definizione delle opere che si intendono realizzare, rimane una scatola vuota. Tutto questo con evidente approvazione dei “fautori” della gestione pubblica presenti in consiglio comunale.
- – che il patto politico tra il PD “buono” (per Scajola quello che allora non sostenne le giuste denunce sulle malefatte di Caltagirone) e il sindaco di Imperia si è ormai saldato, anche in coerenza con gli accordi locali per le elezioni di Sanremo. L’intervento del capogruppo del PD sembrava infatti uno spot all’operato del sindaco, con una difesa d’ufficio assai debole delle posizioni tenute dal suo partito nel passato e messe nel mirino da Scajola.
- – che Scajola dice di non dimenticare le vicende del porto e che si domanda “come sia possibile fare questi danni in questo paese e non pagare nessun prezzo”.
Su questa affermazione ci troviamo d’accordo con lui. Anche noi non dimentichiamo e anche noi ci poniamo lo stesso quesito.
Non dimentichiamo chi ha portato a Imperia Caltagirone e chi ne ha coperto l’operato sino all’arrivo delle inchieste. Non dimentichiamo chi annunciò migliaia di posti di lavoro per un’operazione che invece poi si è rivelata fallimentare per l’economia della città.
Non dimentichiamo la montagna di detriti inquinati innalzata proprio di fronte alle finestre del comune o le opere senza autorizzazioni e in difformità ai progetti, come il famigerato capannone poi abbattuto.
Non dimentichiamo le motivazioni della sentenza che, mandando assolto Caltagirone dalle mal poste accuse penali dei pm, esprimono un giudizio durissimo sugli eventi accertati e sull’operato della politica locale.
Non dimentichiamo l’arroganza di un sistema di potere che ha portato questa città a vivere la peggiore crisi dal dopoguerra.
Non dimentichiamo quindi che questa città ha vissuto un declino repentino perchè usata come merce di scambio per assecondare la carriera politica del “ministro”.
Ci domandiamo, perciò, come sia possibile fare questi danni in questa città senza pagare nessun prezzo. Per questo, il voto unanime espresso dal consiglio comunale ci fa guardare al futuro con preoccupazione e sfiducia”.