14 Novembre 2024 10:33

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14 Novembre 2024 10:33

Decreto Sicurezza: il presidente Toti difende operato Governo. “Sancisce regole che le più antiche democrazie hanno da sempre”

In breve: "Le norme sulla sicurezza e l’immigrazione mettono un po’ d’ordine nella confusione che regnava sovrana".

“Scusate, ma che dibattito è quello sul Decreto Sicurezza? Cerchiamo di essere intellettualmente onesti: se nella Finanziaria molto si è sbagliato, le norme sulla sicurezza e l’immigrazione mettono un po’ d’ordine nella confusione che regnava sovrana”. Così Giovanni Toti, presidente della Regione Liguria, in merito al dibattito sul Decreto Sicurezza approvato dal Governo e voluto fortemente dal Ministro dell’Interno Matteo Salvini.

Toti interviene in un dibattito di respiro nazionale che ha visto il Sindaco di Palermo Leoluca Orlando esprimere pubblicamente il proprio dissenso, annunciando di non voler applicare le normative imposte dal Decreto in particolar modo per quel che concerne i migranti. Una presa di posizione condivisa dai Sindaci di Reggio Calabria, Parma e Napoli.

Nella mattinata odierna si è espresso anche il Sindaco di Imperia, ed ex Ministro, Claudio Scajola, che ha espresso forti perplessità sul Decreto, pur confermando di volerlo rispettare, auspicando un intervento della Corte Costituzionale.

Decreto Sicurezza: Toti difende l’operato del Governo. “Sancisce regole che le più antiche democrazie hanno da sempre”

“Il Decreto Sicurezza contiene provvedimenti e sancisce regole che le più antiche democrazie hanno da sempre, dagli Stati Uniti all’Australia. Che certo non sono paesi illiberali e totalitari.

Negli Stati Uniti si entra solo con il visto, se entri illegalmente vieni fermato, l’asilo politico viene riconosciuto dopo un attento esame delle autorità preposte.

E i sindaci con la loro Polizia hanno poteri di ordine pubblico molto superiori ai nostri.

Dunque ritengo strumentale questo dibattito. Bisogna costruire un Paese in cui la legge è uguale per tutti: bianchi, neri, gialli, cattolici, protestanti, musulmani, senza privilegi, ma anche senza sensi di colpa.

Piuttosto il Governo renda effettive norme che altrimenti, senza fondi adeguati e regolamenti, resteranno puri auspici. E i sindaci semmai chiedano ancora più poteri, come i loro colleghi anglosassoni, per garantire i propri cittadini. Così come le Regioni devono chiedere e ottenere maggiore autonomia.”

Decreto sicurezza: polemiche in tutta Italia

Il Decreto Sicurezza è oggetto negli ultimi giorni di feroci polemiche. I sindaci di Palermo, Napoli, Firenze, Reggio Calabria e Parma hanno annunciato di non voler applicare il Decreto Sicurezza, in particolar modo per quel che concerne le disposizioni sugli immigrati. 

Ad avviare la protesta il sindaco di Palermo Leoluca Orldando, che ha definito il Decreto Sicurezza “disumano” e “criminogeno”, dando disposizione all’ufficio anagrafe del Comune di non applicare l‘articolo 4 del Decreto che stabilisce il divieto di iscrizione all’anagrafe cittadina per i titolari di permesso di soggiorno.

Non solo, Orlando ha dato incarico al capo ufficio legale del Comune di Palermo di adire a vie legalidavanti al Giudice Civile contro il Decreto Sicurezza.

Ed è proprio l’articolo 4 il principale oggetto del contendere, in quanto senza iscrizione all’anagrafe non è possibile ottenere residenza, carta di identità e accedere ai principali servizi pubblici.

A riguardo, il Ministro dell’interno Salvini ha replicato di essere pronto a denunciare i sindaci che non applicheranno il decreto.

 

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