Imperia – “Ci è stato comunicato che Colussi ha deciso di abbandonare la produzione di pasta, lo stabilimento di Imperia chiuderà e i 130 lavoratori perderanno il lavoro”. È stato questo l’annuncio fatto da Gianni Trebini, sindacalista della CGIL di Imperia in conferenza stampa presso la compagnia Maresca. “Entro pochi mesi lo stabilimento verrà definitivamente abbandonato anche se il marchio Agnesi potrebbe restare a Imperia ma con una produzione diversa. Di certo non sarà possibile garantire tutti i posti di lavoro e c’è la possibilita che la chiusura venga posticipata di 2-3 mesi in caso di partnership con altra azienda per apertura nuovo stabilimento, più piccolo, con diversa produzione”. I lavoratori dell’Agnesi si stanno recando in Comune per protestare.
IL LUNGO ANNUNCIO DEL SINDACALISTA CGIL GIANNI TREBINI
“Noi avevamo preteso qualche mese fa che da parte dell’azienda Colussi ci fosse consegnato un piano di sviluppo industriale. Siamo rimasti sorpresi dalle caratteristiche di questo piano industriale. È circoscritto unicamente a iniziative di carattere pubblicitario. E sulle radio, e sulle televisioni e nulla hanno a che fare con l’Agnesi. Per quanto concerne l’Agnesi le iniziative di carattere pubblicitario si limitano a qualche affissione in zone strategiche del paese. Io non sono assolutamente d’accordo a considerarlo un piano industriale”.
“È stato annunciato e comunicato che l’amministratore delegato del Gruppo Colussi, Angelo Colussi, ha deciso di abbandonare il settore pastario. Il settore della pasta dunque verrà completamente abbandonato dal Gruppo Colussi. Questa decisione coinvolge direttamente e completamente lo stabilimento Agnesi di Imperia. Lo stesso vale per metà dello stabilimento di Fossano (l’altra metà produce fette biscottate, ndr). Questo significa che in tutto, tra Imperia e Fossano, 150 lavoratori perderanno il posto di lavoro. Ci hanno spiegato che la capacità produttiva di Imperia è insufficiente per mantenere sul mercato lo stabilimento. Ci hanno spiegato che dal punto di vista strutturale lo stabilimento di Imperia è poco competitivo essendo in posizione verticale”.
“La certezza è che lo stabilimento chiude. La produzione potrebbe essere spostata al sud, perché al sud il costo del lavoro è inferiore. Ci è stato inoltre comunicato che potrebbe esserci la possibilità che possa rimanere il marchio Agnesi qua a Imperia, però dimentichiamoci nel settore pastario. Cioè, se ci fosse la possibilità, l’individuazione, di una partnership, si potrebbero creare le condizioni di diversificazione del prodotto, come ad esempio il sugo. Questa soluzione, però, anche se fosse realizzabile, non sarebbe comunque assolutamente in grado di mantenere i livelli occupazioni attuali dello stabilimento”.
“Vi leggo le parole testuali, per non sbagliare. ‘Ricerca di partnership per diversificazione produttiva nel comprensorio imperiese per la salvaguardia almeno parziale dell’occupazione’. Non c’è scritto diversificazione della produzione nello stabilimento. Ci saranno le lacrime, è una cosa triste, ma la decisione dell’azienda è presa. Lo stabilimento Agnesi verrà abbandonato nei prossimi mesi. Leggo ancora testualmente. ‘Smobilizzo area ex Ferriere per liberare risorse da reinvestire nelle attività industriali della società’. Questo non significa che nel momento in cui si fanno dei soldi verranno reinvestiti nello stabilimento”.
“Dopo aver ricevuto queste notizie il coordinamento nazionale CGIL ha deciso di effettuare due ore di sciopero, così, giusto per scaldare i motori. Poi vedremo strada facendo come comportarci. La data e le modalità delle due ore di sciopero verranno decise all’inizio della prossima settimana, martedì, insieme ai lavoratori”.
“La chiusura dello stabilimento è fissata per fine anno, 31 dicembre 2014. Nel caso in cui Angelo Colussi trovasse una collaborazione imprenditoriale e quindi mantenere il marchio, cambiare produzione e mantenere occupata una piccola parte di quei lavoratori che oggi sono impegnati nello stabilimento, a quel punto la chiusura definita dello stabilimento che produce pasta potrebbe slittare di due o tre mesi per accompagnare la chiusura e l’apertura, contemporanea, della nuova attività e quindi, per quei pochi fortunati, di essere trasferiti dallo stabilimento al capannone. Sempre come ipotesi, ripeto, perché se non si verifica questa possibilità lo stabilimento chiuderà definitamente il 31 dicembre e sarà un brutto Capodanno per questa città”.
LA DELUSIONE DI TIZIANO BALOSETTI, CGIL