Imperia – Potrebbe aumentare il numero degli iscritti nel registro degli indagati della Procura di Imperia che dallo scorso 14 aprile sta indagando sul caso della famiglia di G.G., defunta nel 1997, i cui resti sono stati ritrovati all’interno di un sacchetto di plastica nero, “custoditi” in un locale del cimitero di Porto Maurizio, assieme agli attrezzi da lavoro, senza che i familiari fossero informati della riesumazione.
L’assessore ai cimiteri del Comune di Imperia Giuseppe De Bonis, a seguito della question-time a firma del consigliere del Movimento 5 Stelle Kara Glorio, ha letto una relazione in cui avrebbe omesso alcune oggettive responsabilità ed errori umani commessi dagli addetti al servizio cimiteriale. Infatti, secondo una prima ricostruzione alla base del problema verificatosi con i resti della nonna di un noto operatore balneare di Porto Maurizio, nominato in consiglio dallo stesso De Bonis, ci sarebbe stato più di un errore umano.
In particolare un errore di trascrizione da parte di un necroforo e il mancato controllo da parte degli uffici preposti. Inoltre De Bonis, dopo aver scagionato dirigenti e operatori, ha affermato che il sacchetto che conteneva i resti della nonna era “di materiale idoneo” e che non era, “anche se lo sembrava un sacchetto tipo della spazzatura”. Queste dichiarazioni hanno fatto andare su tutte le furie i parenti della defunta che hanno fatto sapere che nella giornata di domani si recheranno a sporgere querela nei confronti dell’assessore.
La trascrizione dell’intervento di De Bonis ieri in consiglio comunale.
“…La scadenza della sepoltura non è comunicata con dei singoli avvisi alle famiglie interessate e all’ingresso del cimitero è indicato ogni anno, in occasione della ricorrenza dei defunti, un avviso delle sepolture in scadenza nell’anno successivo. I familiari che desidereranno essere informati della riesumazione per scadenza devono tenere aggiornato il loro indirizzo all’ufficio di polizia mortuaria. Come da direttiva a suo tempo emanata tramite il capo necroforo e il responsabile dell’ufficio l’avvenuta affissione di specifico avviso all’ingresso del cimitero in occasione del 2 novembre scorso, ma il servizio di polizia mortuaria non aveva ricevuto alcuna informativa in ordine al recapito. Inoltre a livello fattuale al di là della lettura dell’avviso i parenti del defunto avrebbero anche potuto rilevare l’imminenza delle operazioni di riesumazione della salma del loro congiunto ove recatesi fisicamente sul posto constatavano lo stato delle fosse adiacenti in corso di scavo.
I resti mortali, ove non siano comunicati i dati sull’informativa sull’esumazione ai parenti da parte dell’ufficio, vengono come da normativa accolti in sacchetti di idoneo materiale e prima di essere depositati nell’ossario comunque opportunamente mantenuti in deposito presso il cimitero di Porto Maurizio in un locale chiuso all’interno dell’area cimiteriale. Ciò viene fatto nel caso si dovessero presentare successivamente alle operazioni di esumazione i parenti del defunto ai fini della tumulazione in cellette ossarie così come è avvenuto nel caso in esame .
Si conferma pertanto in merito alla correttezza di comportamenti e azioni dei funzionari e degli operatori del servizio. In ogni caso a livello più completo l’assessorato in collaborazione con il competente dirigente ha provveduto ad avviare l’acquisto di nuove bacheche da apporre all’ingresso delle aree cimiteriali dove apporre gli avvisi di riesumazione e di far disporre una separazione strutturale nei locali da deposito per la raccolta dei resti mortali. Quello che è successo era il modus operandi delle precedenti amministrazioni, avveniva, e quindi era una cosa consolidata e me ne dispiaccio da una parte con grande dispiacere lo devo dire con Gianmarco Oneglio siamo amici, so che si tratta di un suo parente ma dall’altra visto che non ero al corrente di questa problematica posso mettere mano al regolamento che risale al 1964.
I resti chiaramente anche se sono stati contenuti in sacchetti appositi anche se sembra in effetti a livello visivo che siano sacchetti classici della spazzatura di casa. Però in realtà siccome nei mercati esistono delle vaschette di zinco dove poter depositare in maniera più etica, umana, questi resti che devono poi essere messi dentro questi sacchetti, noi chiaramente ci facciamo carico, adesso andando a verificare sul regolamento della convenzione sopratutto con la cooperativa che ha in gestione nei cimiteri frazionali questo tipo di lavoro se sarà a carico loro o a carico nostro ma comunque verrà risolta questa problematica acquistando praticamente queste vaschette di zinco per rendere più etica tutta la procedura. Non è eticamente possibile, anche se non c’è scritto da nessuna parte, ho già predisposto di creare un parco ad hoc dove inserire queste spoglie…”