23 Novembre 2024 05:21

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23 Novembre 2024 05:21

Il Laboratorio per Imperia invita il sindaco Scajola a scendere in piazza a sostegno delle infrastrutture. “Sarebbe una bella dimostrazione di affetto per la collettività”

In breve: "Tutti sappiamo che bloccare gli investimenti per le infrastrutture significa bloccare lo sviluppo, l’occupazione, il futuro dei nostri giovani - scrive Sivieri in una nota stampa.

“Il prossimo fine settimana porterà in piazza decine di migliaia di persone in diverse città d’Italia: vogliono sollecitare il Governo del Paese a non trascurare oltre il problema delle infrastruttureCosì in una nota stampa Stefano Sivieri, presidente del Laboratorio per Imperia.

Infrastrutture: l’intervento del Laboratorio per Imperia

“Tutti sappiamo che bloccare gli investimenti per le infrastrutture significa bloccare lo sviluppo, l’occupazione, il futuro dei nostri giovani.

Anche se non ci saranno bandiere di partito, si tratterà di eventi “politici” in senso “alto”! Saranno ancora una volta i cittadini a, far sentire la loro voce, non rassegnandosi a un futuro di chiusura, di decadenza e progressiva emarginazione dal contesto internazionale.

Tra di loro ci saranno anche molti di quegli esponenti politici locali che hanno capito molto bene (e da tempo) l’importanza delle scelte che si devono affrontare e hanno anche capito che questo problema è purtroppo diventato un argomento nodale per quella scellerata Campagna Elettorale permanente con la quale si tiene in ostaggio l’Italia e le si limita fortemente lo sviluppo.

Pochissimi giorni fa, il Sindaco Scajola ha giustamente ricordato che lo sviluppo turistico della nostra Città non è nemmeno pensabile senza la realizzazione delle infrastrutture che possano garantirlo: giusto! E ha rilanciato importanti progetti (Albenga-Carcare-Predosa) per la soluzione di problemi viari che oggi soffocano il Ponente Ligure limitando enormemente la mobilità interregionale di persone e merci: giustissimo.

Ottima e condivisibile iniziativa, quella del Sindaco, anche se ci permettiamo di ricordare che gli investimenti che lui si augura prevedono tempi di realizzazione lunghissimi (25/30 anni).

La nostra economia purtroppo, pur avendo bisogno di progetti di tale portata, necessita anche di un piano a ritorno più ravvicinato.

Sarebbe già un primo passo importante, ad esempio, avviare opere per il miglioramento dell’esistente: interventi che sarebbero affrontabili in tempi assai più ragionevoli (5/10 anni), come la razionalizzazione del tracciato sulla SS 28, il completamento del raddoppio ferroviario, l’Aurelia bis ma anche semplicemente il miglioramento dei collegamenti urbani e intercomunali tra water front ed entroterra che è, sinceramente, carente in modo grave.

Siamo quindi compiaciuti che il problema delle infrastrutture trovi un posto di rilievo sulla scrivania del Primo Cittadino, ed è proprio per questo che vorremmo sollecitare una sua più energica presa di posizione in occasione del prossimo 12 gennaio.

È vero che Imperia non è Torino e non è Genova, ma i problemi di Imperia sono gli stessi delle grandi Città e il tempo stringe, non si può aspettare ancora. Sugli investimenti pubblici, l’atteggiamento di attesa passiva e di “appiattimento” sulle perverse regole della burocrazia è un grave errore e, specialmente nelle contingenze politiche attuali, potrebbe diventare una colpa.

Ci rivolgiamo quindi direttamente a Lei, Signor Sindaco: molti suoi colleghi scenderanno in piazza con la gente per dare un altro segnale forte della loro voglia di andare avanti, di assecondare la crescita del loro Paese, di disobbedire alle regole sbagliate che bloccano lo sviluppo. È arrivato forse il momento, citando Eric Fromm, di disobbedire per “l’affermazione della ragione” e per mettere in pratica, come ha scritto recentemente Famiglia Cristiana, “atti di civiltà”.

Andiamo anche noi, nella nostra Piazza, Signor Sindaco! Sarebbe una bella dimostrazione di affetto per la collettività, un sano e genuino esempio di civismo per difendere il futuro della Città e di quei molti (troppi) giovani che la abbandonano (o che non riescono a tornare) per mancanza di opportunità.  Noi saremmo al Suo fianco”.

 

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