A Ormea, piccolo borgo piemontese, al confine con la Liguria, da sempre meta degli imperiesi per le vacanze estive, è scoppiato il caso Salvini. All’origine delle polemiche una foto che ritrae l’attuale Ministro dell’Interno, nel novembre 2016, a Mondovì, durante la campagna elettorale per il referendum costituzionale, con un cartello sul quale campeggia una frase che denigra le donne di Ormea e i rifguati.
“Ad Ormea i i rifugiati sono una risorsa (ha detto il sig. Sindaco) lo possono testimoniare alcune troie del posto che fino ad ora hanno usufruito di queste risorse. Sarebbe utile che l’amministrazione comunale chiedesse al Prefetto l’invio di diverse rifugiate (massimo trent’anni) così anche i mariti beneficerebbero di suddette risorse!!”.
Salvini, la rivolta delle donne di Ormea
A pubblicare l’immagine, tra gli altri, che ha fatto immediatamente il giro della rete, lo scrittore Gianrico Carofiglio, con un tweet.
“Prego di leggere il cartello – ha scritto Carofiglio – Non si tratta di Photoshop, è disponibile l’intero video (spettacolo per gente con i nervi saldi). Questo signore è il Ministro dell’Interno della Repubblica Italiana. E naturalmente la Lega non è razzista”.
Nel video citato da Carofiglio, pubblicato sulla pagina facebook dell’attuale Ministro, si vede Salvini ricevere il cartello da un simpatizzante, ridere, dopo averlo letto, commentare “i rifugiati sono una risorsa per la prostituzione” e fare il selfie oggi oggetto di feroci polemiche.
La notizia si è diffusa rapidamente a Ormea, accolta con grande indignazione. E’ così scattata una reazione di orgoglio da parte delle donne del borgo che hanno lanciato l’hastag #ledonnediormea e #iostoconledonnediormea.
Il video tratto dalla pagina facebook del Ministro Salvini
#ledonnediormea
