Conferenza stampa questo pomeriggio in Procura ad Imperia per illustrare i dettagli dell’arresto di Domenico Ferraro, il 63enne che lunedì scorso, a Caramagnetta, ha sparato ai vicini di casa, Vito Pedone e la moglie Antonietta Calvo, quest’ultima ferita gravemente e ancora oggi ricoverata in terapia intensiva all’ospedale san Martino di Genova.
A ricostruire la dinamica dell’arresto il Procuratore Capo Alberto Lari, confermando che Ferraro, dopo aver accusato un malore, in strada, a Sanremo, ha chiamato i soccorsi e una volta riconosciuto è stato tratto in arresto.
Il Procuratore ha aggiunto che sono ancora in corso indagini per ricostruire la fuga di Ferraro e per verificare se sia o meno stata favorita da uno o più complici. Quel che è certo è che Ferraro, al momento dell’arresto, aveva gli stessi vestiti del giorno della sparatoria, non era armato, non aveva soldi, e versava in cattive condizioni di salute.
Non è esclusa dunque l’ipotesi che il 63enne, dopo l’agguato ai vicini di casa, abbia vagato senza meta per diversi giorni, senza tentare una vera e propria fuga.
Le ipotesi di reato per il 63enne sono di tentato omicidio plurimo, aggravato dalla premeditazione, porto e detenzione di arma clandestina.
Imperia: arresto Ferraro, parla il Procuratore Capo Alberto Lari
“Interviene il 118 e l’operatore riconosce la persona, non con certezza, l’ha già vista e potrebbe essere il ricercato e chiama i Carabinieri.
I Carabinieri avevano a bordo la fotografia del Ferraro ed intervengono immediatamente perchè erano li in zona e confermano l’identificazione. A questo punto viene preso in consegna dai Carabinieri sull’ambulanza, e avvisano la Squadra Mobile cioè la Questura che è quella che ha carico l’indagine. Arriva anche la Polizia e insieme lo accompagnano in Ospedale dove si trova tutt’ora”.
Dalle indagini eravate già arrivati nella zona di Sanremo?
“Dalle indagini che erano state fatte, in maniera anche abbastanza serrate negli ultimi giorni, avevamo capito che oggi il Ferraro avrebbe dovuto trovarsi in quella zona. Non avevamo il dettaglio, ma avevamo elementi per dire che probabilmente si sarebbe trovato in quella zona. Non siamo rimasti sorpresi anche perchè ritenevamo che, viste le patologie di cui soffre, avrebbe avuto anche bisogno di fare certe cure.
È ovvio che se aveva l’appoggio logistico no, ma se non aveva l’appoggio logistico, si pensava che avesse bisogno di incontrare qualche amico o qualcuno che gli potesse fornire o indumenti o fornire magari le medicine. Pensavamo che ci potesse essere un contatto con qualcuno, stavamo facendo queste verifiche“.
Complici?
“Non vi sono altri indagati assolutamente, cercheremo di capire se qualcuno ha favorito la latitanza. Lo abbiamo dichiarato in stato di fermo con un fermo del PM per tentato omicidio plurimo, aggravato dalla premeditazione, porto e detenzione di arma clandestina, perchè la 765 aveva la matricola abrasa.
Quindi sosteniamo che vi sia tentato omicidio sia nei confronti della moglie che è stata raggiunta da due colpi in zone vitali, sia nei confronti del Pedone che è stato inseguito e sono stati sparati verso di lui diversi colpi di arma da fuoco. Anche a seguito dell’arma che si era inceppata, secondo noi Ferraro aveva provato a sparare nuovamente. Non vi è riuscito perchè non riusciva a sbloccare l’arma”.
Premeditazione per il fatto di essersi procurato questa pistola in modo illegale?
“Premeditazione per essersi procurato la pistola, per aver già in precedenti occasioni minacciato di compiere l’azione esattamente in queste modalità. Già aveva dichiarato di avere intenzione di voler ammazzarli entrambi e poi perchè abbiamo accertato dalle telecamere che appena uscito dalla Questura si è recato in Caramagnetta e la prima sua azione è stata appunto quella di speronarli e sparare”.
Arresto Domenico Ferraro: la diretta della conferenza stampa
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